Le donne, soprattutto tra i 25 e i 45 anni, sono la categoria più a rischio per la dipendenza da gioco: il 40%, contro il 25% dei giovani fino a 21 anni e il 35% degli uomini tra i 35 e i 50 anni. È il risultato di una ricerca realizzata dal Codacons con Monopoli di Stato (Aams) e Sisal, che parte dal dato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità secondo cui il 3% della popolazione adulta italiana, 1,5 milioni di soggetti, tende a porre il gioco al vertice delle priorità della vita. La maggioranza dei soggetti a rischio (il 32%) dice di giocare esclusivamente per guadagnare, solo il 21% per divertimento. Corse (78%), partite (86%), Bingo e Lotto (65%) rappresentano i giochi preferiti dai maschi, mentre le donne mettono in cima alle preferenze poker online (42%) e slot (46%).
«COME L’ALCOL» – La ricerca si inserisce in un progetto che coinvolge l’Aams e i concessionari per la promozione del gioco legale e responsabile. C’è una iniziativa di formazione sul gioco legale e responsabile delle scuole secondarie, "Giovani e gioco", un progetto nazionale sulle dipendenze comportamentali ("Il gioco è una cosa seria"), il servizio di help line nazionale di assistenza alle persone che hanno problemi di ludopatie. Secondo Cesare Guerreschi, psicoterapeuta Siipac (Società italiana di intervento sulle patologie compulsive), è necessario un registro nazionale dei giocatori patologici. «Lo Stato deve assumersi la responsabilità di un’indagine statistica, senza delegare a holding e gestori, e dare il numero esatto della situazione reale – spiega -. Personalmente ho iniziato una lotta contro l’alcolismo 31 anni prima del 2001, quando finalmente è stata stilata una legge ad hoc. Ora siamo nella stessa situazione per quanto riguarda il gioco».