Dal Salone di Torino, la dieta degli sprechi

La kermesse torinese che si staglia nel panorama italiano come uno dei termometri più vivaci della produzione letteraria nel Bel Paese si è chiusa lo scorso week-end ed è servita anche a noi di Non Sprecare per conoscere l’opera di Roberto Cavallo, un libro-manuale intitolato “Meno 100 chili – ricette per la dieta della nostra […]

La kermesse torinese che si staglia nel panorama italiano come uno dei termometri più vivaci della produzione letteraria nel Bel Paese si è chiusa lo scorso week-end ed è servita anche a noi di Non Sprecare per conoscere l’opera di Roberto Cavallo, un libro-manuale intitolato “Meno 100 chili – ricette per la dieta della nostra pattumiera” (Edizioni Ambiente), di cui Irene Soave su Vanity Fair ci racconta i contenuti:

"Niente «sette chili in sette giorni», piuttosto cento chili in un anno. È una dieta, ma a dispetto del peso che promette di far sparire, il suo autore giura che «non è severa». Sarà perché i cento chili in un anno non sono – e menomale! – di grasso corporeo, ma di rifiuti. Lui, il Dukan dell’immondizia, Roberto Cavallo, giura che lo ha fatto, «e il mio tenore di vita non ne ha risentito».

Tanto che ne ha fatto un manuale, Meno 100 chili – ricette per la dieta della nostra pattumiera (Edizioni Ambiente), che ha presentato al Salone del Libro; e uno spettacolo teatrale, con lo stesso titolo, che divide i rifiuti da «tagliare» per stanze della casa. «Ne produciamo 500 kg a testa l’anno. Una cifra spaventosa», spiega, «specie se si pensa che appena nel 1980 ne producevamo la metà, e nel 1998 cento chili in meno. I principali colpevoli? Imballaggi, prodotti usa e getta (come gli occhialini 3D del cinema o le capsule della macchina del caffé).

Ma soprattutto i vecchi ”beni durevoli”, come stereo e macchine fotografiche, che oggi se si rompono non si aggiustano, ma si buttano via». Tutto ok, eppure produrre 100 kg di rifiuti in meno solo eliminando queste cose sembra arduo. «Per ogni stanza della casa c’è qualcosa di rinunciabile», spiega Cavallo. Qualche esempio? In cucina – Bere acqua del rubinetto anziché in bottiglia. Sa di cloro? «Basta lasciarla in una caraffa per un paio d’ore, e il cloro, che è volatile, sparisce». E chi la vuole gassata può sempre comperarsi un gasatore, costo attorno agli 80 euro, bollicine a volontà. Rifiuti risparmiati: 9 kg/anno. In bagno – Pannolini e assorbenti femminili lavabili. «Alt, so già cosa obietterete. Che così poi finiscono per lavarli le donne, come negli anni Cinquanta. Però è insensato che ogni bebè produca, solo di pannolini, una tonnellata di rifiuti. Se in molti abbandonano gli usa e getta, nasceranno come in Inghilterra delle tintorie apposite. Sembra fantascienza. Ma i piccoli comuni italiani sono molto ricettivi a questi cambiamenti». Rifiuti risparmiati: 10 kg/anno. La stanza dei bambini – Qui «si accumulano continuamente cose che presto saranno inutili: dai vestitini dei neonati ai giocattoli ai libri di scuola del liceo. Perché non scambiarli con altre famiglie? Anche qui, i comuni potrebbero dare una mano, istituendo spazi appositi». Rifiuti risparmiati: 15 kg/anno. Mio nonno non avrebbe capito. Se avessi dovuto spiegargli che una legge dello stato imponeva di ridurre i rifiuti, di riusare le cose e di recuperare i materiali, sono certo che non mi avrebbe capito e, probabilmente, nemmeno creduto. Se ci penso bene, proprio non riesco a ricordare un sacchetto della spazzatura, fuori dalla porta di mio nonno. Oggi, invece, il tempo che mio nonno dedicava a drizzare i chiodi, avvocati di tutta Europa lo passano a confrontarsi e dibattere sulla nozione di rifiuto. Roberto Cavallo, Meno 100 chili – ricette per la dieta della nostra pattumiera (Edizioni Ambiente, 2012)".

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