Così i social network fanno bene all’umore

Non solo la lungimiranza del fondatore Mark Zuckerberg e la prossima entrata in borsa. A fare la fortuna del re dei social network c’è anche dell’altro: il buon umore. Lo dimostra uno studio tutto italiano condotto da Giuseppe Riva dell’Università Cattolica di Milano e pubblicato sul numero di dicembre della rivista Cyberpsychology, Behavior And Social […]

Non solo la lungimiranza del fondatore Mark Zuckerberg e la prossima entrata in borsa. A fare la fortuna del re dei social network c’è anche dell’altro: il buon umore. Lo dimostra uno studio tutto italiano condotto da Giuseppe Riva dell’Università Cattolica di Milano e pubblicato sul numero di dicembre della rivista Cyberpsychology, Behavior And Social Networking che so occupa spesso di temi legati ai media e alle nuove tecnologie. Le persone che utilizzano spesso i social network lo fanno principalmente per interagire con gli altri ma gente associa alla piattaforma sociale 2.0 un’esperienza positiva di utilizzo molto ampia. Lo studio si concentra sulle possibili conseguenze psicologiche e fisiche derivanti dal navigare tra le pagine di Facebook.

Riva e i suoi collaboratori hanno misurato la dilatazione del sangue nel polso, i valori dell’elettroencefalogramma, l’attività respiratoria e in generale i valori più importanti del corpo di 30 soggetti durante 3 minuti di “esposizione” al social network. L’analisi dei dati ha sottolineato degli aspetti totalmente positivi dovuti al passare del tempo sulla piattaforma. Lungi dall’essere causa di stress e di isolamento sociale la navigazione su Facebook, almeno nei soggetti studiati, ha portato ad una dilatazione delle pupille in stato di rilassamento e ad un’esperienza spiccatamente piacevole e soddisfacente.

I segnali biologici hanno rivelato che l’uso di Facebook è in grado di evocare uno stato psicofisiologico caratterizzato da una elevata valenza positiva e anche un certo grado di felicità in relazione al flusso di contenuti (foto, video, post) che scorrono davanti allo schermo. I risultati dello studio supportano l’ipotesi che il successo della diffusione del social network del genere possa essere associato ad uno stato affettivo positivo sperimentato dagli utenti durante l’utilizzo. Ad eccezione di casi particolari, che comprendono situazioni tese che si ritrovano anche sulla piattaforma, nella maggior parte dei casi la navigazione è stata caratterizzata da un incremento dei processi parasimpatici del sistema nervoso, relazionati al parametri che si riscontrano di solito durante il riposo e il sonno.

Proprio per questo pare che la maggior parte degli utenti si connetta a Facebook per risollevarsi e riacquistare il buon umore. Secondo la ricerca di Riva e soci la voglia di social non dipende solo dal fatto che sul sito è possibile divertirsi e chattare con le persone più care, ma anche dalla sensazione di esserci e di non essere mai soli. Su Facebook c’è sempre qualcuno disponibile a fare due chiacchiere anche se non è un diretto conoscente o parente. E’ il luogo democratico per eccellenza dove tutti possono connettersi con tutti e metterci la faccia, letteralmente.

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