Come far diventare un comune eco-sostenibile

Possono esserci delle regole semplici ed attuabili che incentivino l’utilizzo delle fonti rinnovabili da parte dei comuni e di conseguenza anche dei cittadini? Ci prova Legambiente, con le sue linee-guida che vogliono suggerire un vero e proprio piano d’azione sul solare. Perché non si può rimanere passivi davanti all’aumento delle fonti energetiche tradizionali, quando invece la […]

Possono esserci delle regole semplici ed attuabili che incentivino l’utilizzo delle fonti rinnovabili da parte dei comuni e di conseguenza anche dei cittadini?

Ci prova Legambiente, con le sue linee-guida che vogliono suggerire un vero e proprio piano d’azione sul solare. Perché non si può rimanere passivi davanti all’aumento delle fonti energetiche tradizionali, quando invece la tecnologia permette di avere impianti sono sempre più efficienti e meno costosi per le tasche degli utenti.

Per fare da traino alla diffusione delle fonti energetiche rinnovabili ed eco-compatibili, integrate nell’ambiente e ricche di opportunità imprenditoriali ed occupazionali, Legambiente pensa alla necessità di un’azione strategica e responsabile da parte dei Comuni, che possono fare molto nel convincere, educare ed informare i cittadini su questa tematica.  Ecco alcuni degli interventi chiave:

1) Rendere obbligatorio il solare nel Regolamento Edilizio. E’ possibile spingere l’integrazione del solare in edilizia con l’obiettivo di soddisfare una quota minima obbligatoria del fabbisogno elettrico e termico attraverso impianti fotovoltaici e termici installati sui tetti delle strutture nuove o da ristrutturare, siano esse pubbliche o private.

Secondo le direttive del Decreto Romani, che entrerà nella fase attuativa a giugno 2012, nel caso di edifici nuovi o sottoposti a ristrutturazioni rilevanti, sarà obbligatorio installare fonti di energia rinnovabile per soddisfare parte del fabbisogno di energia elettrica in base alla grandezza stessa degli edifici. Un obbligo incrementato del 10% per gli immobili pubblici.

2) Semplificare l’iter burocratico per gli impianti solari. Questo è in assoluto l’ostacolo principale alla diffusione degli impianti da fonti rinnovabili nel nostro Paese. Le installazioni dovrebbero diventare un atto libero e gratuito, su tutti i tetti al di fuori del centro storico e degli edifici vincolati. Ai Comuni invece il compito di fornire il buon esempio, solarizzando le coperture di scuole, biblioteche, uffici e ottenere un beneficio diretto in termini di risparmio in bolletta.

3) Condividere le informazioni e le esperienze utili nell’installazione di pannelli solari e ammortizzarne gli investimenti. Ovvero favorire i Gruppi di Acquisto Solidale anche per questa tecnologia, come già avviene per i beni di consumo primari. Gli impianti potrebbero essere acquistati collettivamente o in multiproprietà, specialmente per chi non ha modo di installarli sulla propria abitazione. In questo modo i cittadini, coadiuvati sempre dalle Amministrazioni, possono diventare partecipi di un progetto sostenibile e nel contempo vantaggioso per i propri conti.

4) Deve esserci integrazione del solare sul territorio. Nelle aree maggiormente idonee come parcheggi, aree industriali dismesse, siti di estrazione abbandonati si può installare una serie di impianti a spese dei Comuni. Progetti, aggiornamenti e sviluppi vanno inoltre comunicati puntualmente alla cittadinanza, attraverso delle vere e proprie mappe degli impianti installati, utili a far conoscere le caratteristiche degli impianti e illustrare i vantaggi concreti in termini di produzione energetica e risparmio.

Da queste semplici istruzioni emerge come lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili può rappresentare anche un’occasione di crescita e modernizzazione per le amministrazioni pubbliche, a livello di efficienza e nei rapporti con i cittadini. Un passo in avanti necessario per il futuro – energetico e non – del Belpaese.

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