CO2: da Strasburgo il passo avanti verso un taglio del 30%

Prima della fine del 2011, l’UE dovrebbe prendere formalmente l’impegno a ridurre le proprie emissioni di gas serra del 30% entro il 2020 (rispetto ai valori del 1990). A richiedere che i Ventisette compiano un passo avanti sul fronte climatico è una risoluzione votata oggi dalla commissione ambiente dell’Europarlamento. Al pari con l’impegno esistente riduzione […]

Prima della fine del 2011, l’UE dovrebbe prendere formalmente l’impegno a ridurre le proprie emissioni di gas serra del 30% entro il 2020 (rispetto ai valori del 1990). A richiedere che i Ventisette compiano un passo avanti sul fronte climatico è una risoluzione votata oggi dalla commissione ambiente dell’Europarlamento. Al pari con l’impegno esistente riduzione del 20%, il documento richiede che i campi di applicazione delle “compensazioni” – i crediti di carbonio ottenuti finanziando progetti green in altre parti del mondo – abbiano una portata limitata, ottenendo il 25% della riduzione di gas a effetto serra sul proprio territorio. La risoluzione riconosce che l’ottenimento di tali obiettivi dipenderà in larga misura dal raggiungimento dei target europei su energia rinnovabile ed efficienza energetica. Le misure nazionali, come gli investimenti nell’innovazione e le agevolazioni fiscali, dovrebbero avere il loro ruolo chiave, mentre a livello comunitario la commissione ritiene che in futuro potrebbe rendersi necessario un adeguamento delle quote di emissioni (ETS). La risoluzione riporta tra l’altro i dati di uno studio in cui si stima che da un nuovo target del 30% nella riduzione delle emissioni climalteranti si otterrebbero 6 milioni di nuovi posti di lavoro.
Il verdetto della commissione – 44 voti a favore, 14 contrari, 1 astenuto – spiana la strada al suffragio in seduta plenaria, prevista per il 23 giugno. Per Bas Eickhout (Verdi/ALE, NL), che ha redatto la delibera, “la posizione del Parlamento europeo è cambiata rispetto allo scorso anno, c’è ora un ampio supporto verso un obiettivo di riduzione del 30% e una crescente consapevolezza che le politiche climatiche ambiziose siano nello stesso interesse economico dell’Europa”.

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