Ci penso, cambio vita e non spreco piu’

Si puo’ immaginare un eco-mondo? Attorno al green e alla sua filosofia si puo’ costruire un nuovo modello di sviluppo, basato non soltanto su dei parametri economici? La Grande Crisi, nella quale siamo ancora immersi non riuscendo a vedere una rapida via d’uscita, ha messo in discussione i paradigmi delle societa’ opulente costruiti negli ultimi […]

Si puo’ immaginare un eco-mondo? Attorno al green e alla sua filosofia si puo’ costruire un nuovo modello di sviluppo, basato non soltanto su dei parametri economici? La Grande Crisi, nella quale siamo ancora immersi non riuscendo a vedere una rapida via d’uscita, ha messo in discussione i paradigmi delle societa’ opulente costruiti negli ultimi trent’anni. Le istituzioni nazionali e sovranazionali, per esempio, sono alla ricerca di nuovi criteri di misurazione del benessere, che scavalchino il pil e il labirinto del circolo vizioso piu’ produzione, piu’ consumi, ( e piu’ sprechi), piu’ ricchezza. I consumatori e le imprese sono alla ricerca di innovazione, nei prodotti e nel marketing, ma innanzitutto di risparmi. Perche’ il verbo fondamentale di questa stagione e’ uno solo: ridurre. Basti pensare alle automobili, con un’industria che si orienta verso modelli con volumi e consumi piu’ bassi, o semplicemente all’abbigliamento, dove l’eccesso, un tempo di gran moda, e’ oggi considerato un comportamento “fuori dal tempo”.
Andrea Segre’, con un piccolo libro (Lezioni di ecostile. Consumare, crescere, vivere. Edizioni Bruno Mondadori, 153 pagine, 15 euro) ci fornisce un affresco molto originale, e di largo respiro, del possibile cambiamento. Segre’ e’ un personaggio eclettico, che per anni ha censurato gli sprechi nel settore dell’agricoltura e della cooperazione, e poi, da preside della facolta’ di Agraria di Bologna, ha inventato il modello virtuoso del Last minute market. Di che cosa si tratta? Di un recupero, ispirato ai valori della responsabilita’ e del donare, del cibo che altrimenti andrebbe sprecato nel settore della grande distribuzione. In Italia, per capirci, lo spreco di prodotti alimentari ancora perfettamente consumabili ammonta a 1,5 milioni di tonnellate, pari a un valore di mercato di 4 miliardi di euro, e ogni nucleo familiare getta via ogni anno 584 euro di prodotti alimentari, pari all’11 per cento della sua spesa. Last minute market altro non e’ che un meccanismo attraverso il quale il cibo, altrimenti sprecato, viene recuperato e inserito nella gigantesca rete del volontariato (mense sociali, case per anziani indigenti, istituti che combattono la poverta’, etc..).
Spaziando dall’economia all’etica, Segre’ avanza proposte molto concrete per rendere possibile l’utopia dell’eco-mondo. Sapendo che, a parte le istituzioni e quindi la politica, il cerino del cambiamento e’ solo nelle nostre mani, e nella nostra capacita’ di acquistare una nuova consapevolezza nei comportamenti, adottando nuovi stili di vita. Il ragionamento non e’ astratto, e si traduce, per esempio, nella capacita’ di consumare meno e meglio, nel potenziamento di un intelligenza ecologica che ci consenta di distinguere, nel rapporto tra l’uomo e l’ambiente, l’utile dal superfluo, puntando sulla leggerezza e sulla trasparenza piu’ che sull’abbondanza.
Restando all’esempio del cibo, il modello di Segre’ si puo’ ben applicare alla spesa, che abbiamo ridotto a un rito disattento, frenetico, e sprecone, secondo i canoni della societa’ “usa e getta”. Un nuovo consumatore, da eco-mondo, sfida le imprese che forniscono i prodotti, costringe la politica a misurarsi con la concretezza dei problemi, e modifica i suoi stili di vita. Per cui, per esempio, si riprende il tempo necessario per fare la spesa, privilegia la qualita’, si informa prima di decidere. Con la sua domanda puo’ perfino spostare la curva dell’offerta, per esempio rifiutando l’imballaggio laddove e’ superfluo, contribuendo cosi’ a una sensibile riduzione della catena dei rifiuti (qui entra in gioco la politica che dovrebbe incentivare questo cambiamento). E attraverso uno stile di vita piu’ sobrio e piu’ sostenibile, il nuovo consumatore riuscira’ meglio anche a scorgere gli altri, quelli che non hanno le sue disponibilita’, magari contribuendo, attraverso il dono, a quella rete di solidarieta’ che in Italia coinvolge milioni di uomini e donne. Con pochi gesti, e con qualche pensiero forte in testa, il cambiamento del consumatore potrebbe spalancare le porte dell’eco-mondo, sogno possibile di una vita migliore.

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