Chiamparino “Oggi sono fiero dei debiti fatti per il metrò”

Le scuse di Giancarlo Guiati, amministratore unico di Infra.to, per i disagi provocati dal cantiere della metropolitana ai residenti e commercianti non sono rituali. E non è rituale il ringraziamento del sindaco, Sergio Chiamparino, per la «pazienza e la collaborazione dell’associazione di via». È innegabile che quattro anni di cantiere in via Nizza (e i […]

Le scuse di Giancarlo Guiati, amministratore unico di Infra.to, per i disagi provocati dal cantiere della metropolitana ai residenti e commercianti non sono rituali. E non è rituale il ringraziamento del sindaco, Sergio Chiamparino, per la «pazienza e la collaborazione dell’associazione di via». È innegabile che quattro anni di cantiere in via Nizza (e i cinque in corso Francia) abbiano avuto un impatto sulla vita quotidiana di decine di migliaia di persone. E la festa che da sabato si svolge sopra la metropolitana è in qualche modo anche una festa di liberazione dal disagio. Nessuno, però, tornerebbe indietro. E così ieri mattina, inaugurando questo «inno al lavoro», il sindaco si è chiesto «perché, se si è scavata una lunga galleria a Torino con impatto e disagi sicuramente maggiori per la popolazione, non si possa realizzare l’alta velocità in Valsusa».

Domanda-appello che non scalfisce la determinazione del popolo No Tav – ieri al presidio Clarea di Chiomonte sono continuati i lavori per la costruzione della casetta sull’albero – ma che suona come un monito al fronte del sì: è necessario andare avanti con la stessa determinazione. A sentire il sottosegretario alle Infrastrutture, Mino Giachino, il governo è più che determinato: «La costruzione della Tav darà un impulso maggiore alla crescita di questa città e del Piemonte».

Il banco di prova si avrà a maggio, quando dovrebbe essere insediato il cantiere Tav a Chiomonte. Il presente è legato all’inaugurazione di quella che Guiati definisce l’opera dei record, soprattutto perché «non solo abbiamo rispettato i tempi ma anche contenuto i costi con un rialzo dell’8 per cento dei prezzi rispetto al progetto iniziale del 1998, contro una media del 30». Soldi messi dallo Stato (74 milioni), dalla Regione (poco più di 100) e dal Comune di Torino. Una ripartizione dei costi che il sindaco e con lui l’assessore alla Viabilità, Maria Grazia Sestero, utilizza per l’unica polemica politica di questa giornata di festa. In questi giorni il Pdl ha disseminato la città di manifesti sul peso del debito pro-capite (più di 5 mila euro) per i torinesi e il sindaco attacca: «La città ha speso oltre 400 milioni. Il prolungamento fino a Bengasi ne vale altri 120. È vero, il Comune si è indebitato, ma sono contento e orgoglioso di averlo fatto per un’opera che durerà almeno 50 anni, e non per pagare stipendi inutili. È giusto che a pagare siano anche coloro che ne beneficeranno in futuro».

I lavori di scavo sono costati 75 milioni a chilometro. E poi ci sono le spese per le 21 fermate: in tutto poco più di un miliardo. Il presidente del Piemonte, Roberto Cota, vede nel prolungamento della metro «un passo importante perché permette di raggiungere rapidamente e comodamente la zona degli ospedali e, in prospettiva, la città della Salute».

Una collaborazione su cui punta la Provincia per realizzare il prolungamento da Collegno fino a Cascine Vica e Rivoli. Un progetto, come ha ricordato il vice-presidente Gianfranco Porqueddu, «sostenuto da 25 mila cittadini». Il sottosegretario Giachino non può fare promesse per conto del governo ma spiega che «l’esecutivo nazionale investe su opere di questo tipo perché permettono di decongestionare il traffico».

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