Due miliardi di persone, quasi un terzo della popolazione mondiale: è questo il nuovo record che l’utenza di Internet raggiungerà entro la fine del 2010 secondo le previsioni della Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (Itu), l’agenzia Onu incaricata della tecnologia dell’informazione e della comunicazione.
Meritano di essere ricordate le tappe di questo boom. Risale ad appena 41 anni fa, al 2 settembre del 1969, la prima connessione tra due computer, all’ateneo californiano dell’Ucla. E al 29 ottobre del 1969 la prima e-mail: scambiata tra due computer alle estremità di una stanza a Cambridge (Massachussets), sede della Harvard University. Nel 1991 si inizia a parlare di Rete Mondiale: il World Wide Web. E nel 1993 nasce il primo navigatore: quello che mancava a Internet per diventare un fenomeno di massa. Sono 9 milioni di utenti mondiali in quello stesso 1993. Il 1996 era stato intanto l’anno del decollo della Rete in Italia, e dell’inizio dell’avventura del Foglio. Chi era presente allora, ricorda come la maggior parte dei collaboratori usasse ancora il fax o portasse i dischetti in redazione, mentre la gran parte dei redattori aveva ancora un pc connesso al lavoro, ma non ancora in casa.
Il nuovo millennio inizia con mezzo miliardo di internauti, che inviano ogni giorno 2,1 miliardi di e-mail e possono scorazzare su 2,2 miliardi di pagine web. Nel febbraio del 2008 c’è anche lo storico sorpasso della Cina sugli Stati Uniti come primo Paese connesso del mondo: 221 milioni contro 215. Certo: negli Usa questa cifra corrisponde ai due terzi della popolazione, mentre in Cina si tratta del 16 per cento. La media mondiale è del 19,1 per cento, mentre i 20 milioni di internauti italiani corrispondono in questo momento a un terzo della popolazione.
Dei 226 milioni di nuovi utenti registrati nel 2010, ben 162 milioni provengono dai Paesi in via di sviluppo. A fine anno si prevede che tutto il mondo sviluppato sarà arrivato a una media di tipo statunitense del 71 per cento di connessi. Viceversa, nel mondo in via di sviluppo siamo al 21 per cento. A livello regionale, l’Europa è al 65 per cento, contro il 55 per cento delle Americhe, con la media tra le cime Usa e canadese e i dati un po’ inferiori dell’America Latina. Asia e Pacifico sono al 21,9 per cento e l’Africa a un 9,6 per cento, che comunque una decina di anni fa appena sarebbe stato considerato ragguardevole anche in Italia (passata dai 400.000 utenti del 1995 al 14 milioni del 2003). Ma è vero che nei Paesi in via di sviluppo la gran parte degli utenti ha accesso a Internet dal lavoro o da locali pubblici piuttosto che da casa.