Campus attenti ai consumi energetici

A gennaio 2013 sarà aperto presso il Polo territoriale di Lecco del Politecnico di Milano un campus universitario sostenibile che sostituirà il vecchio Ospedale civile. Saranno realizzate strutture nuove per 11 mila metri quadrati e recuperati 5 mila metri quadri degli edifici esistenti. I materiali utilizzati sono legati alla storia e alla simbologia del luogo: […]

A gennaio 2013 sarà aperto presso il Polo territoriale di Lecco del Politecnico di Milano un campus universitario sostenibile che sostituirà il vecchio Ospedale civile. Saranno realizzate strutture nuove per 11 mila metri quadrati e recuperati 5 mila metri quadri degli edifici esistenti. I materiali utilizzati sono legati alla storia e alla simbologia del luogo: l’alluminio, l’acciaio, il vetro. «Ci sarà un innovativo sistema di approvvigionamento energetico a partire dall’acqua di falda, prelevata dal sottosuolo per lo scambio termico e restituita nella falda stessa, tramite pompe di calore per rinfrescare l’edificio in estate e riscaldarlo in inverno», ha spiegato Marco Bocciolone, prorettore del Polo di Lecco.

SOLUZIONI – Saranno impiegati sia pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria che pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. I rivestimenti dell’edificio, sia opachi che trasparenti, avranno una buona capacità isolante consentendo il raggiungimento della classe energetica B. La parte esposta direttamente ai raggi solari, sarà provvista di frangisole orientabili e motorizzabili con un sensibile risparmio energetico durante la stagione estiva grazie alla riduzione degli apporti termici dovuti alla radiazione solare.

VELUX LAB – Il campus di Lecco si inserisce nel quadro dell’interesse ambientale del Politecnico di Milano. A fine gennaio di quest’anno, infatti, è stato inaugurato il Velux lab nel campus Bovisa. Si tratta del primo edificio italiano Nzeb (Nearly zero energy building) a «energia quasi zero» inserito in un contesto universitario. Partendo dal progetto architettonico originario degli studi Acxt e Idom, l’Atelier 2 di Milano ha riprogettato involucro esterno e spazi interni. Promosso da Manuela Grecchi, prorettore con delega all’edilizia e dal professore Marco Imperadori, è stato interamente finanziato da Velux.

SENSORI WIRELESS – Parte dell’edificio è costantemente monitorata attraverso una rete di sensori wireless messa a punto dal professor Gianpaolo Cugola che consentirà di valutare i reali consumi energetici e il comportamento termico dinamico dell’involucro progettato. Si tratta del primo edificio in Italia che adotta questa tecnologia. Contribuiscono alla riduzione dell’impatto ambientale dell’edificio i materiali isolanti a matrice lignea o facilmente riciclabili, i pannelli di rivestimento esterno in fibra di vetro riciclata e il polistirene sbriciolato che riempie le intercapedini. Anche la pavimentazione esterna in legno di iroko (una qualità molto dura che proviene dai Paesi dell’Africa equatoriale) è frutto di riutilizzo. L’edificio, infatti, era già stato esposto a Bilbao e Roma e nella stessa città di Milano e il legno usato è conservato e risagomato di volta in volta in base alla destinazione. L’intera struttura è frutto di riuso perché è stata smontata e riassemblata.

RICERCHE AMBIENTALI – Un laboratorio ecologico anche nella funzione: al suo interno verranno testate nuove tecnologie e materiali per l’efficienza energetica in edilizia e per lo studio della luce e ventilazione naturale. Imperadori sottolinea: «Ci sono ricercatori giovani perché in un edificio del futuro è giusto che lavorino persone che rappresentano il domani».

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