Bici in città: Bolzano, Mestre e Ferrara i comuni che amano le biciclette

Diciamolo: se in città in tanti usano la bicicletta è palese che quell’amministrazione privilegia il mezzo ecologico a due ruote; viceversa se per le strade notiamo solo la massiccia presenza di autovetture è chiaro che non ci sono opportunità per i ciclisti. La considerazione lapalissiana è stata il perno dell’indagine Bici in Città, condotta da […]

Diciamolo: se in città in tanti usano la bicicletta è palese che quell’amministrazione privilegia il mezzo ecologico a due ruote; viceversa se per le strade notiamo solo la massiccia presenza di autovetture è chiaro che non ci sono opportunità per i ciclisti. La considerazione lapalissiana è stata il perno dell’indagine Bici in Città, condotta da Fiab, Legambiente e CittàinBici, che hanno utilizzato per stabilire la classifica delle amministrazioni comunali più amanti della bicicletta il criterio del modal split. Questo indicatore:

misura il numero degli spostamenti effettuati in città con i diversi mezzi di trasporto, raggruppando poi, quelli fatti a piedi, in bici e con il mezzo pubblico come “sostenibili” e quelli in moto e auto come “insostenibili”.

In sostanza secondo Fiab Legambiente e Citta in Bici, una città che rispetti una mobilità sostenibile deve sostenere spostamenti in bicicletta pari almeno al 15% e contenere la mobilità in auto e moto minore del 50%. Spiegano i ricercatori del modal split:

Un’alta percentuale di spostamenti in bici, va associata anche ad una alta percentuale di mobilità a piedi e con il trasporto pubblico in modo da contenere la mobilità a motore (Bolzano con il 34% e Mestre con il 45%, ad esempio, mantengono la mobilità insostenibile al di sotto del 50%). Ecco allora che anche in città come Ferrara, Piacenza, Rimini, Prato, Parma e Reggio Emilia, che hanno buone e discrete percentuali di spostamenti in bici, la pedonalità e il TPL sono ancora deboli rispetto all’accoppiata auto e moto che rimane elevata, tra il 59 e il 65 %. Se è vero, infatti, che a Parma ci sono molti più chilometri di piste (87,1) rispetto a Bolzano (72,4), nel capoluogo altoatesino i percorsi ciclabili sono meglio integrati, incontrano meno barriere e più segnaletica, tanto da convincere molti più cittadini a montare in sella per spostarsi (29 contro19 della prima).

Lo studio serve alle amministrazioni comunali per stabilire le priorità degli interventi necessari a sostenere la mobilità intermodale. Ma ne faranno uso?

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