Baby-pensioni e sprechi: tutti i peccati siciliani

E’ ormai sul banco degli imputati da qualche anno, come esempio della regione più sprecona d’Italia: attenzione, non parliamo dei siciliani ma della Regione Sicilia. Il nostro sito aveva già analizzato il caso emblematico di Catania. Adesso il sito de Il Giornale, in un articolo firmato da Domenico Ferrara, ha pubblicato una summa degli sprechi più gravi […]

E’ ormai sul banco degli imputati da qualche anno, come esempio della regione più sprecona d’Italia: attenzione, non parliamo dei siciliani ma della Regione Sicilia. Il nostro sito aveva già analizzato il caso emblematico di Catania. Adesso il sito de Il Giornale, in un articolo firmato da Domenico Ferraraha pubblicato una summa degli sprechi più gravi e indecorosi di cui è responsabile Palazzo dei Normanni, sede palermitana dell’istituzione regionale.

Un quadro impietoso fatto di sprechi e di arretratezza consolidata. La Regione Sicilia si conferma ancora una volta regina della dilapidazione. Nel 2011 la spesa per il personale regionale è aumentata: cinquantasei milioni in più rispetto all’anno precedente. Un incremento che fa lievitare i costi per le casse della Regione fino ad un miliardo e 84 milioni di euro. Cifre spaventose, rimarcate dal procuratore generale d’Appello della Corte dei Conti siciliana, Giovanni Coppola, durante l’udienza pubblica del giudizio di parificazione del Rendiconto generale della Regione siciliana.

Nel corso della sua requisitoria il procuratore si è soffermato proprio sui costi sostenuti dalla Regione per "l’elevato organico dei dipendenti regionali" che, al 31 dicembre del 2011, hanno raggiunto quota 20.288 unità, di cui 17.218 a tempo indeterminato e 3.070 con contratti a termine. Rimane alto anche il numero dei dirigenti a tempo indeterminato: 1.835, con una diminuzione di 128 unità rispetto al 2010, quando erano 1.963. Ma aumenta lievemente il rapporto tra dirigenti e il resto del personale: un dirigente ogni 8,4 dipendenti.

"Considerato che la Regione ha 1.835 dirigenti di ruolo è difficilmente comprensibile il ricorso all’assunzione di ulteriori dirigenti esterni", ha rimarcato Coppola. Che poi ha posto l’accento su un altro aspetto relativo allo spreco della Regione: quello delle pensioni. "I pensionati regionali sono 16.098 e nel 2011 il Fondo pensioni Sicilia ha liquidato 325 nuove pensioni ordinarie, 176 di reversibilità e ben 497 pensioni con le agevolazioni della legge 104 del 1992 che consente di andare in quiescenza con 25 anni di servizio per accudire un congiunto gravemente disabile. Così, è nuovo boom di baby pensionati", ha affermato il procuratore generale della Corte dei conti della Regione siciliana. La spesa per i trattamenti pensionistici a carico della Regione si è attestata nel 2011 a 639 milioni di euro, con una diminuzione di 10 milioni.

Coppola infine ha commentato gli interventi di contenimento della spesa, tra i quali la riduzione delle indennità del presidente della Regione e dei suoi assessori, perché queste regole restrittive "sembrano essere state scritte nella sabbia: nel senso che il vento conservatore della resistenza passiva scaturente da interessi consolidati e difficili da eliminare, le rende di fatto di difficile attuazione". A dimostrazione di ciò, Coppola ha citato ancora una volta i dati: la spesa regionale complessiva, che nel 2010 si era attestata in termini di impegni a 19 miliardi 259 milioni, nel 2011 "non si è per nulla ridotta", anzi vi è stato un incremento di 299 milioni, stante che le uscite hanno raggiunto 19 miliardi 558 milioni, con un aumento dell’1,5%. Infine, il procuratore generale ha sottolineato la necessità di congrui trasferimenti statali per la Sicilia perché "se lo Stato centrale non fornisce adeguati mezzi finanziari, i siciliani continueranno a vivere nell’arretratezza delle proprie vetuste risorse infrastrutturali".

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