Produrre automobili a basso impatto ambientale, oltre a essere una questione di marketing, è anche una necessità rispetto alle regole imposte dall’Ue. Secondo quanto previsto dal pacchetto 20-20-20, entro il 2020 dovranno essere ridotte le emissioni di CO2 prodotte dai mezzi di trasporto, sia pubblici sia privati, che al momento sono responsabili del 12% delle emissioni di anidride carbonica dell’Unione Europea e del 24% di quelle mondiali. E il trend non è positivo, mentre altri settori hanno già diminuito le loro emissioni inquinanti, quelle relative al trasporto su strada sono aumentate del 27% dal 1990 a oggi, per un consumo di 300 mila kilo Tep, (Tonnellate di petrolio equivalenti).
Il Regolamento (CE) n.443/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio 23 aprile 2009 stabilisce i livelli di prestazione utili a raggiungere l’obiettivo della diminuzione delle emissioni di CO2 delle autovetture per il periodo 2012-2020. Per il 2012 il target comunitario è di 120 gr/km di CO2 (95 gr/km nel 2020), c’è però da sottolineare che le emissioni non sono calcolate sul singolo veicolo, ma come media di tutte le nuove autovetture immatricolate dalla singola casa automobilistica per quell’anno.
Per capirci, non è che le case che ora producono Suv o auto sportive altamente inquinanti dovranno smettere di realizzarle: per loro sarà sufficiente inserire (e poi vendere) nella loro gamma di prodotti veicoli a minor impatto come quelli elettrici o ibridi, abbassando così il valore medio delle emissioni. La disposizione Ue dunque non produce un cambiamento radicale, ma comunque si inserisce in un percorso concreto verso la sostenibilità.
Nel caso in cui il limite venga superato, i costruttori saranno sanzionati. Secondo quanto calcolato da sicurauto.it, un’autovettura dal peso medio di 1.300 kg, emissioni medie specifiche di 135 gr/km e 50.000 immatricolazioni per l’anno 2012 costerebbe al costruttore un’indennità di 17.795.375 euro.
Il processo, come si è detto, sarà graduale e nel calcolo delle emissioni specifiche non verranno subito conteggiate tutte le vetture della gamma, ma progressivamente ne verrà presa in considerazione una percentuale sempre maggiore sul totale di esemplari prodotti: nel 2012 il 65%, nel 2013 il 75%, nel 2014 l’80%, fino al 2015 in cui si arriverà al 100%.
Nel regolamento sono poi previsti anche premi per i costruttori meno inquinanti (auto con emissioni inferiori a 50 gr/km di CO2), è il caso di quelli che realizzano auto elettriche: ognuna di queste vetture contribuirà alla media contando di più. Un veicolo meno inquinante equivarrà a 3,5 autovetture nel 2012-13, 2,5 nel 2014, 1,5 nel 2015 e 1 nel 2016.
Insomma, a conti fatti, produrre automobili elettriche – o a basse emissioni – e venderne qualcuna può convenire non solo per i risultati di mercato in se stessi, ma anche come operazione d’immagine e come mezzo per raggiungere gli obiettivi prefissati dall’Ue.
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