Andare a piedi

La notizia e’ passata quasi sotto silenzio, eppure traccia un cambio d’epoca: a distanza di trent’anni dall’introduzione delle isole pedonali, i cittadini sono soddisfatti. Non protestano piu’, e ne vogliono altre. Era il 1980 quando, per la prima, venne chiusa al traffico l’area vicino al Colosseo a Roma, ed erano gli anni Novanta quando i […]

La notizia e’ passata quasi sotto silenzio, eppure traccia un cambio d’epoca: a distanza di trent’anni dall’introduzione delle isole pedonali, i cittadini sono soddisfatti. Non protestano piu’, e ne vogliono altre. Era il 1980 quando, per la prima, venne chiusa al traffico l’area vicino al Colosseo a Roma, ed erano gli anni Novanta quando i sindaci, forti del mandato ricevuto con l’elezione diretta, iniziarono a trasformare i centri storici in isole pedonali. Apriti cielo: gli automobilisti parlarono di attentato alla mobilita’ e i commercianti iniziarono a prevedere un crollo delle vendite. Oggi, la curva ha girato all’incontrario e intere comunita’ di residenti e di negozianti chiedono ai sindaci di chiudere al traffico pezzi di citta’. Per ridurre lo smog, non sprecare carburante, migliorare la qualita’ della vita. I margini sono enormi, anche perche’ ogni italiano ha a disposizione appena 0,34 metri quadrati di isole pedonali, mentre in una citta’ come New York quasi l’80 per cento dei lavoratori di Manhattan si reca in ufficio con i mezzi pubblici, in bici, a piedi. Insomma: camminare, un gesto semplice, fa bene; vale la pena provarci, e gli italiani lo hanno capito.

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