Ambiente, le paure degli italiani

MILANO – Gli italiani sono preoccupati – anche più della media mondiale – ma anche consapevoli nei confronti dell’ambiente. Emerge da due ricerche sui timori e le paure degli italiani di fronte alle grandi tematiche ambientali, rese note nei giorni scorsi che riguardano una l’ambiente in generale, e l’altra il mare in particolare. Ai primi […]

MILANO – Gli italiani sono preoccupati – anche più della media mondiale – ma anche consapevoli nei confronti dell’ambiente. Emerge da due ricerche sui timori e le paure degli italiani di fronte alle grandi tematiche ambientali, rese note nei giorni scorsi che riguardano una l’ambiente in generale, e l’altra il mare in particolare. Ai primi posti ci sono la richiesta di acqua e aria non inquinate, l’accesso all’acqua potabile e la sua eventuale carenza, il riscaldamento globale. Per quanto riguarda il mare, invece, i principali incubi sono le petroliere e le meduse.

PREOCCUPATI E CONSAPEVOLI – Cresce la consapevolezza che i comportamenti personali, sia in casa che davanti agli scaffali dei negozi, influenzano in qualche modo l’ambiente. In molti casi più della media mondiale dei consumatori. È il risultato che traspare da un’indagine globale svolta da Nielsen sulla fiducia dei consumatori condotta tra il 23 marzo e il 12 aprile in 51 Paesi in Europa, America Latina, Medio Oriente, Africa, Nord America, Asia-Pacifico, e illustrata venerdì 28 maggio al convegno Linkontro a Santa Margherita di Pula (Cagliari). Nella ricerca emerge che i consumatori chiedono garanzie sul basso impatto ambientale e sociale dei prodotti acquistati, una richiesta che si ripercuote anche sul mondo imprenditoriale. Ma quali sono le maggiori preoccupazioni degli italiani rispetto all’ambiente? Al primo posto con l’86% c’è l’inquinamento dell’aria, una percentuale superiore rispetto al 78% della media globale. Subito dopo l’inquinamento dell’acqua (86% in Italia contro il 75% della media mondiale) e a seguire l’uso dei pesticidi (80% rispetto al 70%), il riscaldamento globale (77% rispetto al 70%), la mancanza d’acqua (77% rispetto alla media mondiale del 73%). Per l’88% degli italiani (+5% sulla media globale) è molto o abbastanza importante che le aziende implementino programmi per migliorare l’ambiente. In questa ottica arrivano al 90% coloro che apprezzano le iniziative promosse dalle aziende con un impatto positivo sull’ambiente, come i prodotti in packaging riciclabili e ad alta efficienza energetica, i prodotti fabbricati localmente e quelli acquistati direttamente dai produttori agricoli e i prodotti biologici. Apprezzati anche i prodotti non testati sugli animali e quelli del commercio equo e solidale. Però meno di un italiano su quattro (percentuale simile alla media globale) è disposto a spendere di più pur di comprare prodotti ecosostenibili.

 

PETROLIERE E MEDUSE – Per quanto riguarda in modo specifico il mare, le principali paure degli italiano sono l’inquinamento, specie quello causato dalle petroliere, le meduse, chi guida un motoscafo o una moto d’acqua senza cautela e gli squali. Lo studio di Ipr Marketing è stato presentato durante lo Slow Fish a Genova dalla Fondazione Univerde. L’inquinamento del mare è temuto dal 42% degli italiani, il 24% invece ha paura delle meduse. Gli irresponsabili alla guida di motoscafi e moto d’acqua sono una preoccupazione per il 17% degli intervistati. Le petroliere sono viste come la minacia maggiore dal 65% degli italiani mentre il 64% si dichiara contrario alle trivellazioni in mare per le ricerche di petrolio e gas. Roberto Burdese presidente di Slow Food Italia e Silvio Greco, responsabile scientifico, hanno sottolineato come la realtà sia un poco migliore della percezione «perché l’ inquinamento è diminuito un po’ negli ultimi anni, anche se ci sono ancora troppe fonti di stress», però il 63% degli italiani dice che rispetto a 4-5 anni fa il mare è meno pulito, mentre 25% lo vede uguale e il 6% migliorato. Lo studio rivela che gli italiani hanno visto in acqua nell’ultimo anno buste di plastica (59% degli intervistati), rifiuti galleggianti (40%), cicche di sigarette (27%), liquidi galleggianti (19%). Ma i pericoli vengono soprattutto da terra: dalle industrie per il 49% e delle acque non depurate per il 34%.

 

 

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