Allarme dell’Oms: il telefonino può causare il cancro

La radiofrequenze dei telefoni cellulari e di altri apparati di comunicazioni wireless «potrebbero causare il cancro negli essere umani». Lo ha deciso un gruppo di 34 esperti dell’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancrodell’Organizzazione Mondiale della Sanità che al termine di una review degli studi sul tema ha definito i campi elettromagnetici come «possibilmente carcinogeni». […]

La radiofrequenze dei telefoni cellulari e di altri apparati di comunicazioni wireless «potrebbero causare il cancro negli essere umani». Lo ha deciso un gruppo di 34 esperti dell’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancrodell’Organizzazione Mondiale della Sanità che al termine di una review degli studi sul tema ha definito i campi elettromagnetici come «possibilmente carcinogeni».

TEST SUGLI ANIMALI –La valutazione del panel di esperti, che sarà contenuta in una monografia di prossima pubblicazione, si basa sia sui test sugli animali effettuati finora che sui dati degli studi epidemiologici sull’uomo: «In entrambi i casi le evidenze sono state giudicate limitate per quanto riguarda il glioma e il neurinoma acustico (tumore del nervo uditivo ndr) – ha spiegato Jonathan Samet, che ha coordinato il gruppo di lavoro – mentre per altri tipi di tumore non ci sono dati sufficienti».

ACCORGIMENTI – Gli esperti hanno sottolineato che serviranno ulteriori ricerche prima di avere conclusioni definitive: «La nostra classificazione implica che ci potrebbe essere qualche rischio – ha aggiunto l’esperto – e che tuttavia dobbiamo continuare a monitorare con attenzione il legame tra i cellulari e il rischio potenziale. Nel frattempo è importante prendere misure pragmatiche per ridurre l’esposizione, come l’uso di auricolari o il preferire i messaggi di testo alle telefonate ove possibile»

IL SIGNIFICATO – Sul rapporto tra cellulari e tumori la scienza in questi anni si è divisa: alcuni studi hanno ritenuti i telefonini potenzialmente cancerogeni, altri li hanno assolti e altri ancora, come la ricerca Interphone, finanziata dall’Organizzazione mondiale della sanità e i cui risultati erano stati diffusi lo scorso dicembre, non erano arrivati ad alcuna certezza che l’utilizzo dei cellulari, anche prolungato, potesse aumentare il rischio di tumori al cervello. Oggi l’Oms, grazie al suo gruppo di 34 esperti che ha definito i campi elettromagnetici come «possibly carcinogenic», cerca di aggiungere un tassello alle attuali conoscenze. Rimangono perplessità che lo studio Interphone , il più grande mai effettuato sulla pericolosità dei telefoni cellulari, non era riuscito a dissipare nonostante 10 anni di lavoro, più di 19 milioni di euro e 10mila interviste condotte in 13 Paesi. Le cifre uscite dalla ricerca parlavano di un’assenza di rischio per gli utilizzatori, fatta eccezione per i più assidui, anche se erano gli stessi autori a mettere le mani avanti. «I risultati non ci permettono di dire che c’è qualche rischio associato all’uso dei telefonini – afferma va Christopher Wild, direttore dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) dell’Oms, che ha finanziato lo studio – ma è anche prematuro affermare che il rischio non c’è». I risultati dello studio avevano mostrato una minore probabilità di sviluppare i tumori in chi utilizzava poco il telefonino rispetto anche ai soggetti sani, mentre per gli utilizzatori più assidui, che comunque non superavano la mezz’ora al giorno, è risultato un maggior rischio per il glioma pari quasi a un terzo. In questi ultimi mesi non sono mancati altri studi sull’argomento, spesso con risultati contraddittori. Secondo una ricerca pubblicata lo scorso febbraio le telefonate lunghe modificano l’attività del cervello nelle zone limitrofe alla posizione dell’antenna, ma non è chiaro se questo cambiamento di attività abbia dei significati dal punto di vista della salute, e anzi per un’altra ricerca l’uso del telefonino aumenterebbe la memoria. Un’altro studio aveva messo in luce invece alcuni effetti negativi sulla fertilità. Tuttavia, nonostante le poche certezze, lo scorso 27 maggio il Consiglio d’Europa di dire no ai telefonini nelle scuole e far utilizzare nelle classi i collegamenti fissi per internet invece del wi-fi per ridurre i pericoli derivanti dell’esposizione ai campi elettromagnetici, sulla base del principio di precauzione.

ASSOTEL: «COME IL CAFFÈ» – «La IARC (l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) ha classificato – si legge in una nota di Assotelecomunicazioni (Asstel) l’associazione aderente a Confindustria che rappresenta le imprese di telecomunicazioni – l’esposizione ai campi elettromagnetici a radio frequenza nella classe 2B in riferimento all’uso del telefono cellulare. Secondo la IARC questo significa che "ci potrebbe essere qualche rischio" e che occorre continuare a monitorare gli sviluppi scientifici. La classe 2B la terza classe di classificazione su cinque e contiene altre sostanze di uso comune come ad esempio il caffè e i sottoaceti». La IARC, ricorda anche Assotelecomunicazioni, «ha valutato anche tutti gli studi sull’esposizione ambientale e occupazionale ai campi elettromagnetici, come quella delle antenne per telecomunicazioni, e li ha considerati, invece, inadeguati a evidenziare un aumento dei rischi per la salute. La decisione della IARC verrà ora esaminata dagli altri enti scientifici e sanitari, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per la valutazione complessiva dei rischi per la salute associati all’uso del telefono cellulare».

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