Africa e Europa guardano alla green economy

Nairobi ha portato buone nuove anche per i rapporti tra Africa ed Europa. Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente della Danimarca, Ida Auken, a conclusione della 12° riunione del Consiglio Direttivo dell’UNEP tenutosi lo scorso 21 e 22 febbraio, Forum Globale dei Ministri dell’Ambiente che ha visto anche la partecipazione del Commissario UE per l’ambiente, Janez […]

Nairobi ha portato buone nuove anche per i rapporti tra Africa ed Europa. Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente della Danimarca, Ida Auken, a conclusione della 12° riunione del Consiglio Direttivo dell’UNEP tenutosi lo scorso 21 e 22 febbraio, Forum Globale dei Ministri dell’Ambiente che ha visto anche la partecipazione del Commissario UE per l’ambiente, Janez Potocnik.

“Abbiamo stabilito rapporti molto importanti con i paesi africani”, ha rivelato il ministro danese, il cui paese al momento rappresenta la presidenza europea. Passi in avanti che segnano importanti percorsi in direzione di un futuro in cui un’economia sostenibile e internazionale sarà altamente produttiva senza impattare negativamente su ambiente e risorse.

Dall’incontro, che ha visto la partecipazione di ben 70 ministri dell’ambiente provenienti da tutto il mondo, sono usciti anche importanti commenti sul Global Environment Outlook (GEO5), rapporto redatto dalle Nazioni Unite che valuta lo stato mondiale dell’ambiente ogni 5 anni e che ha dato un quadro generale della situazione in vista della riunione Onu di Rio de Janeiro, prevista per il mese di giugno.

“Ho colto l’occasione qui a Nairobi per incontrare un gran numero di ministri. Tra gli altri i miei colleghi di Brasile, Corea del Sud, Colombia, Sud Africa e della Repubblica Democratica del Congo. Ci siamo confrontati e abbiamo discusso di questioni chiave relative alla realizzazione di un buon risultato a Rio+20. In particolare, penso che abbiamo stabilito un rapporto molto importante tra l’Unione europea e i paesi africani per quanto riguarda l’importante questione della green economy”, ha dichiarato la Auken.

Con la consapevolezza dell’urgenza di agire sulla scena mondiale il ministro ha dichiarato che la situazione del pianeta, così come descritta nel rapporto GEO5 è di una gravità  inaudita “il GEO5 sullo stato dell’ambiente globale è una lettura inquietante, perché delinea molte indicazioni che rivelano che le cose stanno andando nella direzione sbagliata. Si tratta di un richiamo per tutti noi di quanto il mondo ha bisogno che avviamo nuove azioni concrete, e su come impostare obiettivi ambiziosi in modo da creare un’economia globale verde quando ci incontreremo a Rio”. Queste le parole del ministro, preoccupato soprattutto per le delicate condizioni in cui versa la risorsa idrica “Il mondo è a corto di acqua potabile. Già nel 2030 avremo un deficit del 40 per cento rispetto all’acqua necessaria per soddisfare la popolazione mondiale, se lo sviluppo dovesse continuare con questi ritmi. In altre parole, 2 miliardi di persone vivranno in zone con un deficit cronico di acqua in meno di 20 anni. Per questo motivo è importante che il vertice di Rio si concentri sull’acqua e su come possiamo garantire un migliore utilizzo della risorsa a livello globale”.

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