Addio fotoalbum, i ricordi sono solo digitali

Ammettiamolo: sotto sotto ci manca. Sfogliare l’album fotografico di carta, anzi di cartone, quel mattone che custodiva i nostri scatti impietosi, era un rituale noioso e irresistibile delle feste comandate. Come ricorda il fotografo Federico Scianna, "la più grande forma di dignità per una fotografia è rientrare in un album di famiglia", e basta ricordare […]

Ammettiamolo: sotto sotto ci manca. Sfogliare l’album fotografico di carta, anzi di cartone, quel mattone che custodiva i nostri scatti impietosi, era un rituale noioso e irresistibile delle feste comandate. Come ricorda il fotografo Federico Scianna, "la più grande forma di dignità per una fotografia è rientrare in un album di famiglia", e basta ricordare quei momenti di condivisione per capire perché. Belle o brutte, le foto parlavano. Il rullino non concedeva la grazia della preview e ci coglieva più spontanei, rassicurati dal fatto che il risultato l’avremmo visto molto, molto tempo dopo. E che non sarebbe stato pubblicato su un social network.

Seppelliti dalla comodità di compatte e computer, questi passaggi sono oggi una nicchia per appassionati. Gli album di cartone prendono polvere nei cassetti e al posto loro, sulle scrivanie, scorrono quelli digitali. Schermi da sfogliare col telecomando. Una ricerca di PC World stabilisce che otto inglesi su 10 preferiscono conservare le proprie immagini nell’archivio di un social network piuttosto che stamparle e metterle in un album tradizionale. Nove su 10 hanno una macchina fotografica ma solo il 40% di questi stampa le foto, e lo fa col 10% di quelle scattate. Ma non tutto il digitale vien per nuocere. "In questo modo la fotografia sta tornando nelle case", spiega Denis Curti, direttore della sede milanese dell’agenzia fotografica Contrasto e autore con Sara Dolfi Agostini di "Collezionare fotografia – Il mercato delle immagini". "Prima, quando viveva nella sua dimensione analogica – continua – era qualcosa che si sviluppava più che altro "fuori". Ora ha assunto una dimensione più intima, oserei dire che ricorda il dagherrotipo. E’ qualcosa di creato non per stare sulle pagine dei giornali ma nelle case delle persone".

La democratizzazione passa quindi, ancora una volta, attraverso internet e l’alta tecnologia, anche in un settore complesso e raffinato come questo. "Scattare foto digitali è molto più economico – spiega Curti – e per farlo basta un telefonino. Le procedure di ripresa, eliminazione e stampa sono enormemente facilitare rispetto al passato. Questo ha avvicinato e sta avvicinando sempre più persone al mondo delle immagini". Il direttore dell’agenzia Contrasto precisa però che non è vero che l’album cartaceo è storia antica: "Sono ancora molti quelli che stampano le fotografie. Quest’anno, durante ‘Fotografica’, la settimana della fotografia organizzata da Canon, in quattro giorni abbiamo registrato 6000 ingressi unici, e le domande e le curiosità maggiori erano relative alla stampa cartacea". Dal canto suo, l’esperto preferisce la carta. E racconta della passione della figlia 26enne per gli album di famiglia: "Quando viene a trovarci, la cosa che preferisce fare è sfogliarli con noi dopo pranzo. E lo stesso faccio io quando vado a trovare i miei genitori. La fotografia è antesignana del concetto di condivisione. Era e resta l’occasione più importante per dividere qualcosa con gli altri. L’essere umano non potrà mai rinunciare a questo piacere".

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