I due nuovi padiglioni del policlinico universitario, completati un anno e mezzo fa, sono ancora vuoti, inutilizzati ma con le luci accese. Torniamo a parlare di sprechi e questa volta ci spostiamo a Catanzaro, in zona Germaneto, dove, in un momento di crisi e tagli per la sanità, si butta al vento una cifra che potrebbe aggirarsi sul milione e mezzo di euro all’anno. Soldi che serviranno non solo a pagare le luci accese ininterrottamente giorno e notte ma anche i climatizzatori sempre in funzione, d’estate e d’inverno.
Una situazione ai limiti dell’assurdo come racconta il Quotidiano della Calabria nell’inchiesta realizzata dopo la segnalazione di alcuni cittadini, indignati per questo pesante spreco di denaro pubblico.
Due gigantesche strutture di migliaia di metri quadrati illuminate sia all’esterno che all’interno nonostante fossepieno giorno: questa la scena che si sono trovati davanti i giornalisti del quotidiano una volta giunti sul posto. In particolare, il complesso della nuova parte del policlinico comprende un palazzo di undici piani che chiamano il padiglione “C” destinato ad ospitare i reparti e un altro padiglione disposto invece su tre piani più seminterrati in cui verranno realizzati il Pronto soccorso, la reception, la sala d’aspetto e addirittura negozi. A questi si aggiungono poi una cappella e una sala proiezioni. Tutti locali vuoti, a causa di una gara d’appalto che non si ancora quando si farà, ma comunque illuminati e climatizzati.
E non finisce qui: ci sono anche gli ascensori panoramici con le porte a tutto vetro che portano al piano superiore. E poi ancora le scale mobili, per fortuna non in funzione, che conducono nei seminterrati dove, ci si perde, in un labirinto di corridoi tappezzati di lucente linoleum e soprattutto rigorosamente illuminati a giorno da tanti neon.
La domanda sorge quindi spontanea. Perché queste luci sono sempre accese da più di un anno e mezzo? E soprattutto perché nessuno tra i vertici della struttura sanitaria è ancora intervenuto?
ll Quotidiano della Calabria evidenzia che è stato costruito un impianto di cogenerazione a gas di 6 megawatt che fornisce la luce a tutta la struttura. Una quantità di elettricità enorme e un impianto costato sui cinque milioni di euro, gestito da anni da una ditta napoletana. E siccome la ditta avrebbe una percentuale su quello che produce, dal momento che questi due padiglioni non sono ancora in funzione, le luci restano accese. Il surplus di elettricità, invece sarebbe rivenduto all’Enel.
Se così fosse sarebbe un fatto gravissimo perché dietro la questione si nasconderebbe un vero e proprio businessoltre che una vergogna pagata a caro prezzo dai cittadini contribuenti che lottano ogni giorno con un’assistenza sanitaria che in Calabria diventa sempre più critica.