Come si riconosce la scarlattina

Esordisce con febbre alta, mal di gola, e più spesso con una faringite. Ma esistono anche gli asintomatici. Ecco come prevenire il contagio e alcune semplici regole da seguire.

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COME SI RICONOSCE LA SCARLATTINA

La scarlattina, molto diffusa tra i bambini, si riconosce perché inizia con mal di gola e febbre, e poi evolve con piccoli punti rossi nelle zone delle ascelle, del collo e dell’inguine.

La scarlattina, comunemente sperimentata in età pediatrica, è un possibile effetto scatenato da un’infezione batterica. Questa colpisce le vie respiratorie alte, e nella maggior parte dei casi la faringe. Ma di cosa si tratta nello specifico, quali sono le cause e come trattare questa condizione clinica transitoria? Scopriamolo insieme.

SCARLATTINA

La scarlattina è una patologia esantematica contagiosa che si manifesta con l’insorgere di eruzioni cutanee su diverse aree del corpo.

Al contrario di altre malattie esantematiche, ovvero che provocano sfoghi sulla pelle, come anche nel caso di rosolia e varicella, la scarlattina è provocata da un batterio: lo Streptococco Beta Emolitico di gruppo A (SBEGA).

Il batterio penetra nell’organismo, in particolare, nelle vie alte del sistema respiratorio, e produce un tipo di tossina che è responsabile della manifestazione di eruzioni cutanee di un color scarlatto, per questo motivo, scarlattina.

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CAUSE

Il principale motivo dell’insorgere della malattia è il contatto con soggetti contagiati, in genere, un bambino malato o asintomatico.

Il batterio viene trasmesso per via aerea, attraverso starnuti, tosse e goccioline di saliva. In questo modo, lo streptococco raggiunge l’ospite dove può iniziare l’incubazione.

Una volta all’interno dell’organismo, lo Streptococco Beta Emolitico di gruppo A produce quella che è nota come tossina pirogenica. Questa inizia a circolare nel corpo dando origine agli sfoghi esantematici e altre forme di sintomi che vedremo fra poco.

La scarlattina colpisce nella maggior parte dei casi la faringe, faringite streptococcica, e raramente la cute, impetigine. Il maggior numero di casi riguarda la popolazione pediatrica, prevalentemente tra i 5 e 15 anni di età. Non si verifica nei primi 6 mesi di vita del neonato ed è raro fino ai 2 anni di vita. Come per ogni virus o condizione influenzale, è l’inverno il momento in cui compare maggiormente, dovuto chiaramente anche alle difese immunitarie più basse e un sistema immunitario indebolito.

SINTOMI

La scarlattina si manifesta in pochi giorni, all’improvviso, con l’insorgere di febbre alta, anche seguita da sintomi come:

In buona parte dei casi, tonsille e faringe sono notevolmente arrossate. E a questa serie di sintomatologie, segue il tratto caratteristico della scarlattina: l’esantema.

Al contrario di altre malattie del genere, le eruzioni cutanee hanno origine da inguine e ascelle. In poco tempo, lo sfogo raggiunge anche il tronco e gli arti.

Le eruzioni della pelle si riconoscono per essere di un rosso vivo e distinguibili in macchioline di poco in rilievo. L’esantema tende ad uniformarsi, creando, su alcune aree del corpo, una sorta di trama.

Dopo circa 4 giorni, l’eruzione cutanea inizia a perdere la sua tonalità rossa per degradare in un grigio pallido. È da questo momento in poi che subentra una fase di desquamazione cutanea che può durare anche 20 giorni.

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DIAGNOSI

Ottenere una diagnosi per la scarlattina necessita di analisi cliniche. Bisogna, infatti, verificare, attraverso esami di laboratorio, se è presente un incremento degli indici di flogosi e di leucociti neutrofili.

A confermare la diagnosi di scarlattina è il tampone faringeo, che verifica la presenza del batterio nell’area e, anche l’aumento di anticorpi mirato ad espellere lo streptococco.

RIMEDI E CURE

I trattamenti per guarire dalla scarlattina sono essenzialmente due:

  • Somministrazione di Amoxicillina
  • Iniezione di benzatin-penicillina

Nel primo caso, si tratta di un rimedio della durata di 10 giorni circa, in cui viene somministrato il farmaco via orale. L’iniezione, invece, è singola e basta ad arrestare il processo di infezione.

Trascorse 24 ore dopo l’inizio della cura antibiotica, è possibile già uscire, e per i bambini tornare a scuola, poiché il batterio muore quasi immediatamente.

ISOLAMENTO

Essendo una malattia contagiosa, è opportuno che il malato, in buona parte dei casi, il bambino, rispetti alcuni giorni di isolamento, per evitare che la patologia possa trasmettersi a familiari, compagni di classe o coetanei.

Come già accennato prima, a 24 ore circa dalla somministrazione dell’antibiotico, il batterio muore e, pertanto, si potrà tornare alla vita normale.

QUANTO DURA LA SCARLATTINA

La scarlattina è una sindrome clinica che si sviluppa in più fasi, come anche già visto in precedenza. Di fatto, sebbene la faringite, la febbre e l’esantema possano durare meno di una settimana, si potranno avere effetti correllati come la desquamazione cutanea anche per oltre 20 giorni. Per non avere dubbi, è bene che il soggetto superi le diverse fasi anche con la supervisione di un medico di base.

SCARLATTINA NEGLI ADULTI

La scarlattina può colpire anche gli adulti: non è una patologia frequente, ma possibile. I sintomi sono gli stessi dei bambini, con esantema e chiazze scarlatte, una patina prima biancastra e poi rossa sulla lingua. E alcuni problemi fisici: mal di golafebbre, dolori addominali e tachicardia. Generalmente i medici nel caso degli adulti consigliano una terapia contro la scarlattina a base di antibiotico per una decina di giorni. Un trattamento che comunque va preso di comune accordo con il dottore e non con scelte fai-da-te.

QUANDO LA SCARLATTINA È PERICOLOSA?

Nella maggior parte dei casi la scarlattina non è pericolosa, specie se il trattamento con il giusto antibiotico è somministrato in tempi brevi. Eventuali complicazioni possono presentarsi a causa dei germi che la causano, ossia gli SBEGA.

In casi molto rari, un’infezione da Streptococco Beta Emolitico di gruppo A può arrivare a danneggiare organi come cuore o reni.

per questa ragione, è importante ottenere una diagnosi nei tempi giusti e consultare il medico competente non appena emergono sintomi come febbre alta, mal di gola con forte arrossamento alle tonsille e alla faringe.

I sintomi si presentano entro 3-4 giorni dall’incubazione, quindi, non appena emergono, è bene rivolgersi ad un medico per cercare la cura più adatta.

In alcuni casi, il batterio SBEGA potrebbe essere presente anche in caso di varicella, per cui l’ospite potrebbe sviluppare anche sintomi della scarlattina. Ecco, quindi, che una diagnosi precoce e dettagliata è la migliore arma a disposizione per combattere questo batterio.

PREVENZIONE

Iniziamo con il dire che, ad oggi, ancora non esiste un vaccino contro la scarlattina. Ma, come auspicabile, è possibile seguire alcuni accorgimenti e fare sana prevenzione per evitare che si manifesti.

Prima di tutto, il batterio che dà vita alla scarlattina attacca le vie respiratorie alte, in particolare, naso e gola. Avendo una percentuale della popolazione che è asintomatica, il batterio può essere trasmesso, inconsapevolmente, anche da soggetti portatori ignari con starnuti o tosse.

È consigliabile, quindi, per evitare la diffusione del batterio, lavare le mani frequentemente, soprattutto dopo che si starnutisce o si tossisce. Lo stesso vale anche prima di cucinare o prima di mettersi a tavola.

In aggiunta, è utile seguire queste semplici regole:

  • Utilizzare i fazzoletti e gettarli
  • Coprire bocca e naso quando si tossisce o si starnutisce
  • Durante la gravidanza, sebbene non ci sia materiale scientifico che consideri la scarlattina un pericolo per il feto, è meglio evitare il contatto con soggetti malati.
  • Lavare di frequente le mani con sapone per circa 20 secondi
  • In sostituzione, usare amuchina o spray a base alcolica
  • Lavare adeguatamente stoviglie e bicchieri usati da persone affette da scarlattina

Per concludere, ricordate che la prevenzione parte anche da uno stile di vita attivo e salutare. Una dieta sana ed equilibrata può tenere alte le difese immunitarie per contrastare l’insorgere di patologie alla radice o comunque contrastarle con maggiore veemenza.

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