Come si riconosce la varicella

Riguarda i bambini in età scolare, ma anche gli adulti. I sintomi sono febbre, mal di gola, macule rosse con prurito molto intenso. Tutto sui rimedi, le cure e il vaccino.

Come riconoscere la varicella

La varicella è una malattia infettiva, causata dal virus varicella-zoster (VZV), noto anche come Herpesviirus umano tipo 3 (HHV-3).

La trasmissione della varicella avviene mediante le goccioline respiratorie di saliva, diffuse nell’aria quando il bambino tossisce o starnutisce o anche soltanto parla, oppure tramite lesioni cutanee. Colpisce, insieme a morbillo e rosolia, soprattutto i bambini in età scolare, tra i 5 e i 10 anni, e di solito guarisce spontaneamente in una due settimane. Ma come si riconosce la varicella? Quali sono i suoi sintomi? E come si previene?

Cos’è la varicella

La varicella appartiene alla famiglia dell’Herpes Zoster ed è un agente patogeno abbastanza subdolo, perché quando entra nel corpo, resta latente per molto tempo, in attesa di trovare le condizioni giuste per attivarsi, anche a distanza di anni. Questo può accadere in momenti di particolare stress o di calo delle difese immunitarie. La varicella si trasmette solo da persona a persona e lo fa, come abbiamo detto, per via aerea oppure tramite un contatto diretto con i liquidi che si trovano dentro le bollicine che si formano sul corpo. Il periodo di incubazione varia dai dieci ai venti giorni, anche se la durata media si aggira intorno ai quindici giorni. Tale lasso di tempo non è lo stesso per tutte le persone ma può cambiare da caso a caso.

Come avviene e quanto dura il contagio

La varicella può essere contagiosa anche un paio di giorni prima dell’eruzione cutanea: un motivo in più per avere una diagnosi tempestiva ed evitare altri contagi.

Il contagio della varicella dura secondo un calendario progressivo: la contagiosità tocca i massimi livelli tra le 24 e le 48 ore a distanza dall’apparire delle prime vesciche, e poi nei successivi 5-6 giorni. A quel punto la contagiosità resta fino a quando tutte le lesioni non si sono trasformate in croste. La varicella, solitamente guarisce in circa sette o al massimo dieci giorni, dopo che sono comparse le prime vescicole. Quando queste sviluppano la crosticina, il malato smette di essere contagioso.

Sintomi

I sintomi della varicella si manifestano dopo che la malattia ha incubato per circa due giorni. Quelli più comuni sono:

  • febbre
  • malessere generale
  • mal di testa
  • mal di gola
  • dolori addominali
  • macule rosse che evolvono in papule, poi vescicole piene di liquido, pustole e infine croste
  • macchioline sul tronco
  • prurito intenso

La malattia, dunque, si manifesta con un rush cutaneo caratterizzato da puntini rossi sul viso e sul petto e poi in tutto il corpo. I puntini, successivamente, si trasformano in vescicole che hanno dentro un liquido torbido che genera prurito. L’istinto a grattarsi è forte, specialmente nei più piccoli, ma bisogna evitare di farlo dato che, se si rompono, le vesciche lasciano delle piccole cicatrici perenni. Il liquido presente nelle bollicine è contagioso e perciò infetta chiunque ne venga a contatto. Dopo una quindicina di giorni, le pustole formano delle crosticine che cadono da sole in breve tempo.

Varicella negli adulti

Se contratta in età adulta, la varicella può comportare qualche problema più serio, generando sintomi molto intensi. L’esantema cutaneo, si presenta molto più esteso e si manifestano spesso delle complicanze legate alla sovra infezione delle vescicole da parte di polmonite, congiuntivite, batteri, epatiti, meningo-encefalite. Se si ha un sistema immunitario già compromesso o magari si effettuano cure, si è ancora più a rischio. Anche le donne incinte devono evitare di ammalarsi di varicella, specialmente se non sono vaccinate, poiché possono sviluppare una serie di complicazioni, tra le quali:

  • grave disidratazione
  • setticemia
  • polmonite
  • encefalite
  • sindrome da shock tossico

In tali casi, il soccorso medico tempestivo e specializzato, è assolutamente necessario.

Cure e rimedi

Quando a causa della varicella, la febbre si alza, diventa indispensabile assumere un antipiretico (come la tachipirina, evitando invece l’aspirina che nei bambini può causare la sindrome di Reye) per abbassare la temperatura. Così come sono utili gli antistaminici, che alleviano il prurito. Esistono altresì dei metodi naturali che, sebbene non siano di certo miracolosi, possono essere considerati un piccolo aiuto per velocizzare i tempi di guarigione. Vediamo insieme quali sono.

  • Il primo e fondamentale rimedio naturale è non grattare le lesioni e mantenere la pelle pulita.
  • La vitamina C accelera la ripresa, soprattutto se assunta tramite la frutta o la verdura. Ottimi i kiwi, gli agrumi, gli spinaci, i cavoli e i broccoli.
  • Il prurito si può alleviare facendo un bagno caldo in un’acqua nella quale siano state sciolte un paio di bustine da 100 grammi di amido di riso o farina d’avena.
  • L’olio di mandorle dolci calma il prurito e lenisce gli arrossamenti, specialmente nei bambini. L’olio di mandorle va diluito con quello di lavanda e poi vanno effettuate delle applicazioni 2 o 3 volte al giorno, con un batuffolo di ovatta o una garza.
  • Anche 20 gocce di rosa canina al giorno, possono aiutare l’organismo a reagire meglio alla malattia.
  • Il bagno tiepido con bicarbonato e amido di riso allevia il fastidio cutaneo.

Prevenzione

La forma più efficace di prevenzione contro la varicella è il vaccino che, sebbene disponibile ormai da molti anni, presenta una copertura in età pediatrica del 35 per cento. Il vaccino contro la varicella può essere somministrato con quello anti morbillo, anti rosolia e anti parotite. Si chiama vaccino “MPRV” e la prima dose si può dare al bambino già a 12 mesi. La seconda dose, raccomandata dai pediatri, va fatta tra i 5 e i 6 anni. Tale vaccino è costituito da virus vivi ma inoffensivi, che stimolano le difese immunitarie del paziente ma non sono in grado di far scaturire la malattia. Poiché la varicella molto contagiosa, dovuta al virus Varicella zoster, e il contagio può avvenire anche soltanto parlando o starnutendo, i pediatri suggeriscono sempre il vaccino nei nuovi nati. La protezione di fatto è totale e anche se ci si ammala, il decorso è veloce.

Effetti collaterali del vaccino per la varicella

Il vaccino contro la varicella (generalmente sicuro ed efficace, ma come tutti i vaccini, ha alcune controindicazioni e precauzioni da considerare.

Dopo che sia stato inoculato il vaccino contro la varicella, il paziente potrebbe sviluppare, nel corso delle ore successive, gonfiore, arrossamento e dolore laddove è stata fatta l’iniezione: si tratta di effetti collaterali, non di controindicazioni per il vaccino. In casi decisamente rari, il vaccino per la varicella è controindicato: per esempio, se il sistema immunitario è compromesso, durante la gravidanza, quando si tratta di un paziente che sta facendo un trattamento a base di immunosoppressori. Infine, il vaccino è controindicato durante la febbre alta: in questo caso va rinviato.

Quante volte nella vita si può avere la varicella

Solitamente, l’infezione contratta produce un’immunità permanente, dunque è raro che una persona contragga due volte nella vita la malattia. Il virus, però, non viene mai eliminato dall’organismo, ma resta latente e “dormiente” in esso, per l’intera vita, nei gangli nervosi spinali. Nel 10-20 per cento dei casi, il virus può risvegliarsi a distanza di tempo, solitamente dopo i cinquant’anni, e poichè è lo stesso, herpes zoster, del fuoco di Sant’Antonio, si riattiva sotto una nuova forma. Con questa infezione si verificano lesioni a grappolo al torace, accompagnate da un forte dolore, che può durare anche oltre un mese.

In casi molto rari, la stessa persona può prendere la varicella più di una volta se:

  • la prima infezione è stata molto lieve e non ha creato una completa immunità
  • la persona ha un sistema immunitario compromesso
  • la diagnosi iniziale era errata (cioè non era davvero varicella)

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