Camminare: basta una mezz’ora al giorno, e ne avrete subito enormi benefici.

Migliora la circolazione e stabilizza la pressione. Abbassa il colesterolo. Aumenta la creatività, e aiuta a crescere in altezza. Basta passeggiare mezz'ora al giorno

Non esiste un esercizio più naturale e più efficace. Camminare si può fare sempre, in qualsiasi stagione dell’anno e ovunque. E non bisogna diventare dei runner per godere di tutti i più importanti benefici della passeggiata. Di quei passi che, detto in poche parole, allungano la vita e tengono a distanza tante insidie per la nostra salute.

BENEFICI DEL CAMMINARE

Camminare, camminare, camminare. O, più semplicemente passeggiare, che rende meglio l’idea di una libertà di pensiero e di movimento oltre che di un prezioso e semplicissimo esercizio fisico. Molti ricercatori sostengono che utilizzare tutte le nostre energie nell’intento di concepire una nuova idea non è il modo migliore per avere il cosiddetto “lampo di genio”. A livello inconscio il nostro cervello tende a soffocare il pensiero creativo che invece è libero di esprimersi quando il corpo è occupato in altre attività perché, solo in quel momento, le difese “iper-razionali” si abbassano. Quindi non può essere un caso che Friedrich Nietzsche fosse convinto che “tutte le più grandi riflessioni sono concepite camminando”. E lo stimolo della creatività è solo l’ultimo punto della lunga lista di benefici che comporta il camminare, che è utile anche per crescere in altezza. Dal cuore, al fegato, alla circolazione e all’articolazione di braccia e gambe. Sfruttiamo qualsiasi momento, anche il più banale (per esempio andare a comprare i giornali la domenica), per raccogliere i vantaggi di una piacevole passeggiata.

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PERCHÉ CAMMINARE FA BENE ALLA SALUTE

Sono diverse le ricerche scientifiche che testimoniano quanto sia importante, per la salute e la longevità delle persone, camminare. Bene e spesso. La prima proviene dall’America e dimostra come andare a piedi, senza correre, aumenta sensibilmente la creatività e la lucidità dei nostri pensieri. Più passi, più idee. Un recente studio della School of Education dell’Università di Stanford, pubblicato sul Journal of Experimental Psychology, infatti, mette in evidenza la relazione tra il camminare e l’attività del nostro cervello.

LA CAMMINATA INCREMENTA LA CREATIVITÀ

In pratica: dei circa 200 volontari presi in esame dai ricercatori di Stanford, quelli che rispondevano mentre erano in cammino avevano una media del 60 per cento di risposte creative in più rispetto a quelli che stavano seduti. “Dal punto di vista cognitivo pensiamo che l’esercizio, rilassando il controllo della corteccia prefrontale, possa migliorare l’attività della cosiddetta memoria associativa. Da qui l’aumento della creatività”, spiega il professore Daniel Schwartz, coordinatore dello studio.

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BENEFICI DEL PASSEGGIARE

La seconda novità è invece la pubblicazione di un delizioso libricino, scritto da Honoré de Balzac e intitolato Teoria del camminare (edizioni Elliot). Il grande romanziere, che si ispirava proprio passeggiando, in questo piccolo saggio di psicologia si interroga sul significato più profondo della passeggiata. E sulla sua utilità per ispirarsi liberamente, e per aumentare la creatività. Un professore di Stanford, oggi, e un grande scrittore, nell’Ottocento, dicono in pratica la stessa cosa: camminare ci aiuta a pensare. In modo efficace.

A COSA SERVE CAMMINARE?

Camminare con regolarità, e senza eccessivi sforzi, per circa trenta minuti al giorno serve per una serie di cose che di fatto allungano la vita.

  • La probabilità di morire per cause cardiovascolari o per tumore si riduce fino al 50-70 per cento.
  • In media, i runners vivono tre anni in più rispetto a chi non pratica la corsa. Ma correre non è adatto agli obesi, a chi ha problemi di artrosi, ai pazienti di malattie respiratorie e cardiovascolari. Per loro, basta e avanza la passeggiata.
  • Passeggiare riduce la pressione arteriosa, il colesterolo, i trigliceridi, e ha una ricaduta positiva sulla frequenza cardiaca.
  • Il movimento della camminata favorisce il transito intestinale, ed è dunque molto indicato per chi soffre di stipsi.
  • Camminare con regolarità significa bruciare calorie e ciò non può non avere ricadute positive sul peso.
  • Secondo Gianfranco Beltrami, membro del consiglio direttivo della Federazione Medico Sportiva italiana (FMSI) “dare il tutto per tutto una volta alla settimana, il sabato o la domenica, non ha senso, in quanto il movimento della camminata, per essere efficace, va fatto tutti i giorni”.

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CAMMINARE E RISCHIO INFARTO

Basta davvero poco, molto meno di un pizzico di buona volontà, per afferrare i tanti vantaggi che derivano da una breve camminata. Due minuti al giorno, due minuti rispetto a 24 ore. Nulla, ci pensate, ma quanto può essere sufficiente per uno stile di vita che, una volta consolidato, migliora salute, benessere e umore. Rinunciare a tutto ciò, magari per prigrizia o per ignoranza, significa solo sprecare una buona qualità della vita, a qualsiasi età.

Una ricerca svolta dalla Scuola di Medicina dell’università dello Utah, pubblicata sul Clinical Journal of the American Society of Nephrology, ci dice cose nuove e molto interessanti a proposito dell’importanza delle mini-passeggiate. Brevi ma efficacissime. Il test è stato realizzato su persone che nelle 18 ore della giornata non dedicate al sonno, vivono quasi sempre immobili nelle loro case o in ufficio. E quando si parla di camminare, ci si riferisce a una velocità normale, con andatura regolare, senza particolari sforzi. I vantaggi? Il più importante è che questi due minuti di movimento ogni ora diminuiscono del 33 per cento il rischio di morte prematura per problemi cardiaci e per diabete. E ancora ci consentono di migliorare la solidità della colonna vertebrale che ha bisogno, per non arrugginirsi, di movimento in grado di sciogliere muscoli, vertebre e legamenti. La cosa peggiore, in particolare per chi soffre di mal di schiena o di dolori osteoarticolari, è rimanere immobili a lungo.

CAMMINARE: PREVENZIONE

La scienza ci dimostra, ogni giorno di più, quanto camminare faccia bene. A tutto. Uno studio dell’università del Queensland, in Australia, ha pubblicato una sorta di riepilogo dei benefici della passeggiata. È davvero impressionante. Si riducono i rischi di attacchi di cuore e di ictus (qui la dose richiesta è di 2-4 ore alla settimana di cammino veloce), come l’incidenza dei tumori, con effetti particolari sul cancro al seno. Si previene l’osteoporosi, si liberano endorfine e con questo diminuiscono ansia e stress, si stabilizza la pressione arteriosa. Diminuisce il tasso di mortalità dei diabetici e la possibilità di sviluppare mal di schiena lombare. Il cervello funziona meglio, come la memoria a breve, e l’umore fa un balzo in avanti di segno positivo.

QUANTO DOBBIAMO CAMMINARE AL GIORNO?

Ma quanto dobbiamo camminare? L’ideale sarebbe riuscire a fare i famosi diecimila passi al giorno, raccomandati da innumerevoli linee guida sulla salute. Il minimo, per garantirsi i benefici indicati dagli studiosi australiani, è una camminata di trenta minuti dalle tre alle cinque volte alla settimana. In ogni caso, sappiatelo: più si passeggia e meglio si sta.

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LA POSTURA CORRETTA PER CAMMINARE

Come si cammina in modo corretto? Quale dovrebbe essere la postura mentre si passeggia? Alcune sono essenziali:

  • Tenere le spalle dritte e stabili, senza farle scivolare in avanti.
  • Contrarre leggermente i glutei, per rafforzare la muscolatura, alla fine di ogni passo
  • Piegare leggermente il ginocchio della gamba che resta indietro
  • Oscillare le braccia in modo naturale, con i gomiti leggermente piegati
  • Testa dritta e sguardo in avanti, con l’allineamento tra la testa e le gambe
  • Respirare sempre a fondo
  • Per camminare in modo corretto, infine, è importante bere molta acqua, aspettare almeno 20 minuti di distanza dal pasto consumato e concludere con esercizi di stretching
Camminare significa migliorare la prevenzione in un doppio senso. Da un lato malattie che potrebbero arrivare, anche per fattori anagrafici; dall’altro lato, malattie per le quali potrebbero presentarsi delle recidive.

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