Etichette alimentari: cosa sono e come si leggono

Controllate che ci sia sempre origine e provenienza. Come devono essere specificati ingredienti e valori nutrizionali. Il significato delle sigle

come leggere le etichette alimentari

Elenco degli ingredienti, denominazione di vendita, additivi, quantitativo, data di scadenza, modalità di conservazione e di utilizzo, chi e dove è stato realizzato il prodotto, lotto di appartenenza: sulla base di una legge che risale al 1982 le etichette degli alimenti dovrebbero essere molto complete. E non illeggibili per i consumatori.

COME LEGGERE LE ETICHETTE ALIMENTARI

Le etichette alimentari forniscono una serie di indicazioni che dovrebbero aiutare a comprendere come i diversi alimenti e bevande concorrono ad una dieta corretta ed equilibrata, riportando informazioni sul loro contenuto nutrizionale. Leggere bene l’etichetta dei prodotti che acquistiamo è infatti l’unico modo mediante il quale possiamo sapere qualcosa riguardo ciò che mangiamo o beviamo. E gli italiani lo sanno bene.

CONSIGLI PER COMPRENDERE LE ETICHETTE ALIMENTARI

Ecco una guida alla lettura utile per decifrare le etichette alimentari in cui tutti possiamo imbatterci ogni volta che ci aggiriamo per i diversi reparti del supermercato e alcuni consigli per non sprecare.

  • Il nome dell’alimento può fornirvi la sua descrizione. Accanto alla denominazione deve essere indicato lo stato fisico nel quale si trova il prodotto o lo specifico trattamento che ha subito (ad esempio «in polvere», «ricongelato», «liofilizzato», «surgelato», «concentrato», «affumicato»). Per i prodotti congelati prima della vendita e che sono venduti decongelati è obbligatorio riportare, accanto alla denominazione del prodotto, l’indicazione “decongelato”.
  • Informatevi sempre sull’origine e sulla provenienza di ciò che mangiate. Questa indicazione, già obbligatoria per alcuni prodotti (carne bovina, pesce, frutta e verdura, miele, olio extravergine d’oliva), è estesa anche a carni fresche e congelate delle specie suina, ovina, caprina e avicola.
  • Attenzione all’elenco degli ingredienti che compongono l’alimento. Si tratta dell’elenco che indica nel dettaglio tutte le sostanze impiegate nella produzione, in ordine decrescente e di peso. Una delle novità più importanti riguarda l’indicazione degli allergeni che deve essere evidenziata in modo da permettere di visualizzarne subito la presenza. Anche i prodotti sfusi devono riportare obbligatoriamente l’indicazione della presenza degli allergeni che troveremo segnalata anche sui prodotti somministrati nei ristoranti, mense, bar ecc. Nel caso di presenza di “oli vegetali” o “grassi vegetali” ci sarà inoltre un apposito elenco che ne indicherà l’origine specifica (es. olio di palma, olio di cocco, grassi idrogenati, etc.).

Ecco quali sono gli allergeni:

  • Cereali contenenti glutine: grano, segale, orzo, avena, farro
  • Crostacei e prodotti a base di crostacei
  • Uova e prodotti a base di uova
  • Pesce e prodotti a base di pesce
  • Arachidi e prodotti a base di arachidi
  • Soia e prodotti a base di soia
  • Latte e prodotti a base di latte
  • Frutta a guscio: mandorle, nocciole, noci, noci di acagiù, noci di pecan, noci del Brasile, pistacchi, noci macadamia e i loro prodotti
  • Sedano e prodotti a base di sedano
  • Senape e prodotti a base di senape
  • Semi di sesamo e prodotti a base di semi di sesamo
  • Anidride solforosa e solfiti
  • Lupini e prodotti a base di lupini
  • Molluschi e prodotti a base di molluschi

  • Attenzione alle tabelle nutrizionali e alla suddivisione delle calorie: in alcuni casi vengono espresse in “calorie per 100 grammi”, in altre in “calorie per porzione”. Nella tabella nutrizionale trovate informazioni sul contenuto calorico e nutritivo dell’alimento. La dichiarazione nutrizionale può essere integrata con l’indicazione su acidi grassi monoinsaturi, acidi grassi polinsaturi, polioli, amido, fibre. L’indicazione del valore energetico è riferita a 100g/100 mL dell’alimento, oppure alla singola porzione. Il valore energetico è espresso come percentuale delle assunzioni di riferimento per un adulto ossia circa 2000 kcal al giorno. Inoltre sono obbligatorie le indicazioni su:
  • valore energetico
  • grassi
  • acidi grassi saturi
  • carboidrati
  • zuccheri
  • proteine
  • sale
  • I succhi di frutta sono ricchi di zuccheri: questo significa che non sono affatto una valida alternativa a un frutto o a una spremuta, compresi quelli che riportano la dicitura “100 per cento frutta”.
  • Quando comprate la carne evitate i prodotti “separati meccanicamente”: questa dicitura significa infatti che la carne contiene anche ossa e tutto quello che è possibile estrapolare dalle carcasse degli animali.
  • Attenzione agli alimenti integrali: anche se ricchi di fibre che non hanno calorie e ci saziano permettendoci di mantenerci in linea, a volte non sono del tutto tali. Il chicco di cereale intero, sminuzzato in farina, perde gran parte delle sue buone qualità durante il processo di raffinazione. È infatti difficile trovare pasta o biscotti interamente integrali: il più delle volte si tratta di farina raffinata con l’aggiunta di crusca. Pertanto controllate bene che sull’etichetta della farina che si presume integrale ci sia effettivamente la dicitura “farina integrale” tra gli ingredienti.
  • Accertatevi sempre della scadenza del prodotto e non confondetela con il TMC. Occorre distinguere due indicazioni che potete trovare sulla confezione del prodotto: la data di scadenza e il termine minimo di conservazione (TMC). Conoscere la differenza può essere utile per evitare che un prodotto venga gettato quando è ancora commestibile riducendo gli sprechi.
  • Conservate gli alimenti correttamente per evitare sprechi. Le condizioni di conservazione devono essere indicate per consentire una conservazione ed un uso adeguato degli alimenti dopo l’apertura della confezione.

CONSERVANTI

I conservati più usati sono due: i solfiti e il tiabendazolo.
  • I solfiti li trovate nel vino, nella birra e anche nei prodotti a base di frutta. Si tratta di un gruppo di conservanti che comprende diversi additivi (con le sigle E220-228), tra i quali il solfito di sodio, il bisolfito di potassio e il metabisolfito. I solfiti, nelle persone che soffrono di asma possono causare difficoltà respiratorie, mancanza di fiato, respiro sibilante e tosse.
  • Il tiabendazolo (sigla E233) viene impiegato nei pesticidi e quindi possiamo ritrovarlo come residuo negli alimenti vegetali. Per vederlo fuori commercio, purtroppo, dovremo aspettare il 2032. Intanto se compare in etichetta, il prodotto diventa assolutamente sconsigliabile epr asmatici e per chi soffre di dermatiti.

COLORANTI

I coloranti più diffusi sono tartrazina e carminio, cantaxantina e biossido di titanio.
  • La tartrazina (in etichetta E102) è un colorante alimentare giallo e il carminio (in etichetta E120) è rosso. La prima si trova in alcuni dolci, nelle bevande gassate, nelle conserve di vegetali (esclusa la salsa e il passato di pomodoro). Il carminio, che si ricava dagli esemplari femminili della cocciniglia, si trova in alcuni liquori e in diverse preparazioni di colore rosso.
  • La cantaxantina (in etichetta E168) è vietata negli alimenti, per danni che può procurare al fegato,, ma è legale nei farmaci e nei mangimi. Dunque, possiamo ritrovarcela in un piatto se mangiamo la carne dell’animale che è stato nutrito con questo pericoloso colorante.
  • Il biossido di titanio è stato messo al bando nel 2022 dall’Autorità Europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Si usava in prodotti da forno, salse, zuppe creme. E tuttora si trova in alcuni dentifrici. Se abbiamo acquistato cibi pronti prima del 2022, è opportuno controllare in etichetta che non ci sia la sigla E171 riferita al biossido di titanio.

ETICHETTE SOSPETTE

A volte l’inganno delle etichette alimentari arriva da quelle che si presentano come le più salutari. Ecco cinque esempi, sui quali fare molta attenzione. Spesso i succhi  di frutta che si presentano con “poco zucchero”, poi ne hanno tanto sotto altre voci, come “estratto d’uva” oppure “purea di mele“. La soluzione migliore è quella di acquistare succhi di frutta concentrati, che per legge non devono avere zuccheri aggiunti.
Secondo caso: il petto di tacchino. Qui una lettura attenta ci consente di capire che cosa davvero contiene questo prodotto che appartiene alla categoria della carne bianca, e dunque meno grassa. Se leggiamo con attenzione, possiamo scoprire che in realtà il petto di tacchino che stiamo acquistando non ha carne al 100 per cento. Ma anche albume d’uovo e amidi.
Gli hamburger di soia sono graditissimi e molto ricercati dal popolo dei vegetariani. Peccato che spesso sono fatti anche con quinoa e grano saraceno. Dove sta il trucco a danno del consumatore? La soia è un legume, quindi è molto proteica, mentre quinoa e grano saraceno sono pseudocereali e hanno molti più carboidrati. Proprio quelli che magari vogliamo scansare con una ricetta vegetariana.

COME INTERPRETARE LE ETICHETTE ALIMENTARI

Altra moda e quarto caso di etichette truccate. Quando si parla di cibi “light” o “senza” bisogna sempre capire i grassi e gli zuccheri eliminati come vengono sostituiti per dare sapore al cibo. Basta leggere la lista degli ingredienti con le tabelle dei valori nutrizionali e tutto dovrebbe essere chiaro. Magari scoprite che un cibo “light” è più grasso di uno normale della stessa categoria.
Infine le mele: diffidate da quelle troppo lucide che piacciono tanto al consumatore inesperto. Per farle brillare, il prodotto più utilizzato è la ceralacca, una resina secreta da un insetto. Non è tossica, ma difficile da digerire. E inoltre non compare in etichetta in quanto non è considerato un additivo ma un coadiuvante tecnologico. E quindi non c’è obbligo di segnalazione.

SIGLE DELLE ETICHETTE SIGNIFICATO

Se tenete presente questo semplice glossario delle sigle contenute nelle etichette, sarà molto più facile orientarvi nell’universo dei contenuti di ogni prodotto alimentare che andate ad acquistare.

E100-E199: coloranti che migliorano l’aspetto di bevande e alimenti vari.

E200-E299: conservanti, rallentano, o bloccano, le alterazioni provocate dai microrganismi

E300-E399: antiossidanti e regolatori di acidità, impediscono i processi di irrancidimento dei grassi e l’imbrunimento di frutta e verdura

E400-E499: addensanti, stabilizzanti e emulsionanti

E500-E599: regolatori di acidità e antiagglomeranti

E600-E699: esaltatori di sapidità, esaltano il sapore e la fragranza di un prodotto

E900-E999: cere,glasse, agenti ausiliari, gas di confezionamento, dolcificanti, schiumogeni

E1000-E1999: sostanze che non rientrano nelle classificazioni precedenti.

COME CONSERVARE GLI ALIMENTI IN MODO CORRETTO E NON SPRECARE:

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