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Le corse erano 23, dall’alba al tramonto, mentre adesso circolano solo autobus. Una regione abbandonata al potere dei clan. Eppure, con una buona rete di trasporto, si potrebbe fare del buon turismo. E dare lavoro ai giovani.

Le parole pronunciate ai magistrati: «Che vi devo dire? Ho fatto una fesseria». Adesso l’ex amministratore delegato della società punta al patteggiamento, così magari salva il bottino.

Molti papaveri la fanno franca grazie a un decreto regio del lontano 1944. Il ministero degli Interni non fornisce dati ufficiali: motivi di sicurezza. Ed ai Beni culturali ci sono ancora 46 auto di servizio.

Lo abbiamo introdotto dal lontano 2001, quindici anni fa, ma non è mai decollato. Eppure si risparmierebbero soldi per pattugliamenti e detenzioni. E avremmo carceri più civili.

Uffici sparsi nella capitale e ricchi canoni a Unicredit, all’Inps, al costruttore Scarpellini, all’editore Amodei. Ma siamo sicuri che servono tanti immobili? E non si possono avere a prezzi migliori?

È bastato introdurre qualche controllo sui conti correnti dei richiedenti per accedere ai sussidi, e le domande sono scese del 25 per cento in Italia. Del 45 per cento in Campania, del 42 per cento in Calabria e del 38 per cento in Sicilia.

Il professionista ha incassato un milione e 446mila euro per chiudere un Consorzio di bonifica. Ma il carrozzone è sempre in piedi, e lui intanto si difende: sono i compensi di categoria. Valgono lo stipendio di un calabrese in 20 anni di lavoro.

L’azienda si difende: il compenso lo ha tirato fuori la Endemol che produce il programma di Fazio. Ma la spiegazione non regge: comunque il conto finale arriva alla Rai. E sono soldi sprecati, perché neanche una star a Sanremo incassa tanto.