Probiotici: a cosa servono e come si assumono

Combattono la stitichezza. Aumentano le difese immunitarie. Dove si trovano quelli naturali

probiotici

I probiotici sono microorganismi appartenenti a diversi ceppi batterici che, secondo numerose ricerche medico-scientifiche, sono in grado di resistere al processo di digestione nello stomaco e raggiungere l’intestino per apportare un effetto benefico alla flora intestinale.

PROBIOTICI

Assumere probiotici può essere salutare non soltanto per l’intestino e l’apparato digerente in generale, ma anche per contrastare diverse infezioni, come quelle ginecologiche. Pochi infatti conoscono la relazione tra problemi intestinali, come la stitichezza, e le infezioni vaginali, come la cistite. È importante però scegliere i probiotici davvero efficaci, cioè quelli ad alta concentrazione.

I probiotici sono microrganismi vivi che se somministrati in adeguate quantità possono contribuire alla prevenzione e alla cura di alcune malattie.

Secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono definiti probiotici solo quei microrganismi che si dimostrano in grado, una volta ingeriti in adeguate quantità, di esercitare funzioni benefiche per l’organismo.

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A COSA SERVONO I PROBIOTICI

L’efficacia dell’utilizzo dei probiotici sono testati nella riduzione e nella prevenzione della diarrea del viaggiatore, nel miglioramento dei sintomi gastrointestinali delle intolleranze al lattosio e delle allergie alimentari, nel miglioramento della stitichezza, nel potenziamento delle difese immunitarie nei confronti delle infezioni del tratto digerente.

Attualmente però, si stanno aprendo nuovi orizzonti per la loro applicazione anche oltre le patologie gastrointestinali, come il trattamento dei disordini ipertensivi, i disturbi della post-menopausa, le infezioni ginecologiche.

«Alcune malattie dell’apparato digerente possono avere ripercussioni extra-digestive e l’esempio più classico sono i disturbi uro-ginecologici, come le cistiti» avverte Vincenzo Stanghellini, presidente della Singem – Società Italiana di Neuro-Gastro-Enterologia e Motilità. «La grande maggioranza delle donne che soffre di questo disturbo ha un problema di stitichezza che viene sottovalutata. Curare la stitichezza è il modo migliore per prevenire le cistiti ricorrenti, invece di usare gli antibiotici».

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PROBIOTICI E DISTURBI VAGINALI

Nonostante i consigli degli specialisti, la cistite, ma anche la vulvovaginite da Candida e la vaginosi batterica, che costituiscono le più comuni infezioni che interessano le donne in età fertile, vengono generalmente trattate con antibiotici, ma con scarso successo, perché spesso ricompaiono.

Oltretutto gli antibiotici hanno un impatto negativo sulla microflora vaginale, complicando così la rigenerazione dei lattobacilli che costituiscono la principale linea di difesa dell’ecosistema vaginale nella donna in età fertile.

Una flora alterata facilita infatti la colonizzazione da parte di microrganismi esterni ma anche la proliferazione dei batteri potenzialmente patogeni presenti di norma a basse concentrazioni.

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PROBIOTICI  E INFEZIONI ALLE VIE URINARIE

In genere, per le infezioni alle vie urinarie, ricorrenti soprattutto nelle donne, si prescrivono degli antibiotici. Non sempre efficaci, anche per il miglioramento della resistenza delle infezioni. Un’alternativa agli antibiotici, sempre più studiata, è quella dei probiotici. Un gruppo di ricercatori del Government Medical College and Hospital indiano, ha sperimentato l’uso di probiotici, specifici per la zona vaginale, su alcune donne, tra i 18 e i 45 anni. I risultati, pubblicati su Clinical Infectious Disease, sono considerati molto incoraggianti. Dopo quattro mesi di uso di probiotici meno del 32 per cento delle donne ha sviluppato un’infezione alle vie urinarie , contro l’oltre 70 per cento di chi aveva assunto il placebo.

COME SI SCELGONO

In uno scenario di mercato che conta su più di 500 diverse aziende produttrici e oltre 1000 referenze a dosaggi differenti, non è facile capire quale probiotico scegliere.

Indicazioni utili arrivano da uno studio condotto dal Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente dell’Università degli Studi di Milano.

«La letteratura riporta che per riscontrare un effetto sull’organismo, si raccomanda il consumo giornaliero di almeno un miliardo di cellule probiotiche vitali» spiega Simone Guglielmetti, Professore al Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente dell’Università degli Studi di Milano. «Le formulazioni a elevata concentrazione hanno infatti dimostrato un maggior successo nell’arrivo a destinazione, in un minor tempo, con un’elevata persistenza nel tratto intestinale e con un numero maggiore di cellule batteriche vive».

PROBIOTICI NATURALI

I probiotici sono naturalmente presenti in alcuni alimenti. Per quanto riguarda i prodotti di derivazione animale come yogurt e kefir, ne contengono in buone quantità. Ma sono presenti anche in cibi vegetali come il miso, il tofu, la soia, il tempeh, i crauti e altri alimenti prodotti dalla fermentazione.

Bisogna, tuttavia, considerare che la quantità di probiotici in grado di superare lo stomaco durante la digestione è talmente bassa da non poter apportare veri benefici. Ecco, perché, per un giusto apporto è necessario ricorrere ai supplementi.

COME SI USANO

Sono comunemente trovati in prodotti come yogurt, kefir, e in forma di integratori come capsule o compresse. Per ottenere i massimi benefici, è importante assumere probiotici che contengano ceppi e quantità adeguati, specifici per la condizione che si desidera trattare.

Ad esempio, alcuni ceppi possono aiutare a ristabilire l’equilibrio della flora intestinale dopo un trattamento antibiotico, mentre altri possono supportare il sistema immunitario o migliorare la digestione del lattosio.

È consigliabile iniziare con dosi basse per permettere al corpo di adattarsi e aumentare gradualmente secondo le indicazioni del prodotto o le raccomandazioni di un professionista sanitario. È raccomandabile sempre chiedere al proprio medico se e come iniziare prima di acquistare supplementi con probiotici.

CONTROINDICAZIONI

I probiotici, sebbene possano essere un toccasana per la maggior parte della popolazione, in alcuni casi possono provocare effetti indesiderati.

Dato che i probiotici nei cibi non sono presenti in tal numero da poter apportare seri benefici al microbiota, bisognerebbe ricorrere agli integratori prodotti dalle aziende farmaceutiche o simili.

In questi prodotti potrebbero essere presenti minerali o metalli di cui si potrebbe essere allergici e, quindi, causare reazioni allergiche. Tuttavia, non si tratterebbe di un problema diretto dei probiotici, ma del prodotto farmaceutico.

Studi in tal senso hanno rivelato che i probiotici, invece, potrebbero sì portare ad eventualità pericolose in caso si soffra di pancreatite. Le ricerche sperimentali, ad ogni modo, non sono ancora ben definite, specie perché per questa patologia, nella maggior parte dei casi, l’esito è fatale. Per tale ragione, i dati attuali non possono confermare del tutto questa correlazione tra pancreatite e controindicazioni dei probiotici.

I probiotici sono assolutamente da scartare nel caso di immunodeficienza. Negli immunodepressi, in particolare in seguito a chemio-terapia o virus dell’HIV,  i probiotici possono portare a uno degli effetti avversi più pericolosi: la setticemia. A causa del sistema immunitario indebolito e compromesso, i batteri probiotici possono entrare in circolo nel sangue dalla mucosa intestinale, provocando danni irreversibili o perfino la morte dell’ospite.

Per chi, invece, soffre di disturbi gastro-intestinali, in alcuni casi, potrebbero emergere sintomatologie come diarrea, dolori addominali, meteorismo o flatulenza.

I RIMEDI NATURALI PER MANTENERSI IN SALUTE:

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