
L’estate si avvicina e, nonostante tutto, bisogna pensare anche alle vacanze. Gli italiani, a corto di risparmi e con la cinghia sempre più stretta per il micidiale concentrato di tasse & prezzi in aumento come la recessione, hanno già fatto una scelta di fondo: più della metà dei cittadini, il 55 per cento, secondo un sondaggio dell’Istituto di ricerca Swg, sono intenzionati a puntare sul turismo locale. Anzi, l’eco-turismo. Che cosa significa? Tagliare le spese, certo, ma anche e innanzitutto privilegiare luoghi, paesaggi, località, a misura d’uomo e d’ambiente. Ingredienti dei quali l’Italia è gonfia, lungo l’intero stivale. Ancora una volta, dunque, le sembianze della Grande Crisi si sdoppiano e accanto alla durezza della fase economica e sociale si intravedono le Opportunità, quelle che riducono gli sprechi e alimentano allo stesso tempo crescita economica e benessere. Mi è capitato spesso di frequentare, anche per lavoro, le postazioni dell’eco-turismo, alberghi e trattorie, agriturismo e negozi a chilometro zero, mercatini dell’usato e botteghe del commercio sostenibile. E’ un mondo, un vero universo di attività in continua espansione, dove si moltiplicano piccole aziende a conduzione familiare, cooperative di giovani che non rincorrono il miraggio del posto fisso (introvabile) ma scommettono su un futuro di imprenditori, gruppi più strutturati che intendono presidiare il mercato del turismo green. Un universo spesso sconosciuto, poco valorizzato, nascosto, eppure vitalissimo, secondo la tradizione di quell’economia dal basso, fatta di microcosmi, che rappresentano un’identità italiana. E l’eco-turismo, se riuscissimo a farlo diventare un sistema, una rete, potrebbe dare enormi sorprese lungo l’intera filiera dell’economia di territorio, dalla valorizzazione dei beni culturali fino alla riscoperta dell’artigianato locale. Ho dormito qualche giorno fa in un piccolo agriturismo alle porte di Potenza, si chiama Taverna Centomani , ed a parte l’acqua calda prodotta con i pannelli solari , il riscaldamento a pavimento, il pane e le conserve fatte in casa, ho scoperto con un solo sguardo le ricchezze della Basilicata, dagli antichi siti archeologici e storici fino alle meraviglie del Parco del Pollino. Così come attraverso le guide “Eco in Città”, edizioni Aurora ho conosciuto angoli e luoghi di Roma, Bologna e Milano, che francamente ignoravo. Mi auguro che qualcuno, al governo, negli enti locali e nella giungla delle società che dovrebbero sostenere il nostro turismo (con enormi sprechi di denaro pubblico…), si faccia avanti e promuova, per il 2012, una campagna intitolata così: "Per le mie vacanze scelgo l’Italia. Risparmio, e vivo meglio".