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Cos’è
Ne sentiremo parlare sempre di più. Per i promettenti risultati che assicura, per la straordinaria innovazione che rappresenta, per il fatto che con questo sistema davvero non si spreca nulla e tutto si utilizza al meglio.
La coltivazione idroponica, oltre che una buona opportunità di creare un’attività agricola e di conseguenza nuovi posti di lavoro (specie per i giovani), è anche una preziosa risorsa per la produzione di cibo in un mondo in cui le terre coltivabili sono, complessivamente, sempre meno, e la popolazione tende ad aumentare a ritmi incalzanti in alcune aree del globo. Un tassello, dunque, dell’agricoltura sostenibile.
Come funziona
Per coltivazione idroponica s’intende la coltivazione effettuata “fuori dal suolo”, dunque in assenza di terra. Questo tipo di coltura sta prendendo piede dappertutto e rappresenta ormai il futuro perché applicabile ovunque, dato che assicura un’alta gestibilità.
La parola “idroponica” deriva direttamente da greco “hydro” (acqua) e “ponos” (lavorare): “lavorare senza acqua”. Già i popoli antichi si servivano di questo tipo di coltivazione, come ad esempio gli Aztechi o i Babilonesi che nei loro giardini pensili potevano coltivare cibo per l’intero anno senza necessitare di terra ma con un continuo afflusso di acqua.
Nella coltivazione idroponica, il terreno viene sostituito, infatti, da un substrato inerte, costituito da argilla espansa, oppure da lana di roccia, zeolite, fibra di cocco. Le piante, dunque, affondano le loro radici in questi substrati e in un secondo momento vengono loro somministrate le sostanze nutritive di cui abbisognano per vivere e crescere.
Queste ultime vengono disciolte nell’acqua con la quale si irrigano le coltivazioni. La tipologia di nutrimento propinato dipende dal genere di base inerte nel quale si vogliono far crescere le piante. Nell’idroponica, così come accade per il terreno, anche gli eventi climatici non rappresentano più una variabile di cui tener conto.
Per tale ragione con questo tipo di coltura si può coltivare di tutto in ogni periodo dell’anno e sopperire, in tal modo, alle esigenze alimentari di molti popoli disagiati del Sud del mondo.
Esistono due sistemi di coltivazione idroponica:
- Aperto
- Chiuso
Il sistema aperto prevede che il nutrimento dato alla pianta sia continuamente fresco e che venga eliminato mediante drenaggio. In quello chiuso invece, il nutrimento non viene drenato bensì raccolto e somministrato di nuovo alla pianta.
Un sistema, quello chiuso, che rivela la propria efficacia specialmente quando il materiale sul quale il vegetale cresce è a bassa ritenzione idrica, come nel caso dell’argilla espansa. Con la coltivazione idroponica, si possono coltivare i pomodori, le insalate, tutte le verdure a foglia verde, i cetrioli e i peperoni. Per non parlare del basilico, del rosmarino e in generale delle erbe aromatiche.
Quali piante si possono coltivare
Nella coltivazione idroponica è possibile impiegare molteplici piante come verdure ed erbe aromatiche. In particolare, si adattano all’idroponica la lattuga, gli spinaci, la valeriana, la maggiorana e il sedano. Ma anche menta, basilico, prezzemolo, pepe e origano per aromatizzare i cibi. Anche pomodori e aglio sono piuttosto versatili e possono crescere in questo modo.
Quanto costa
Idroponica in casa
Questo tipo di coltivazione la potete realizzare anche in casa e ottenere ottimi risultati. Come spiega la guida alla coltivazione idroponica del portale Idroponica.it, ciò di cui avete bisogno sono:
- due secchi di plastica non trasparenti che possano essere impilati uno dentro l’altro
- dell’argilla espansa
- una pompa ad immersione
- un ossigenatore a tubicino per la pompa
- bicchierini di plastica
- tubi da innaffio.
A questo punto, potete forare il secchio più piccolo e anche i bicchierini dentro i quali passeranno le radici delle vostre piante. Riempite di argilla espansa il secchio piccolo che avete appena bucato, nel secondo secchio invece mettete circa 4 litri di acqua.
Dopodiché, prendete la pompa, inserite il tubicino dell’ossigenazione nell’apposito spazio e poi collocate la pompa così composta, dentro il secchio con l’acqua. Sistemate i bicchierini nel secchio piccolo con l’argilla e fissateli con del filo di ferro. Infine, prendete il secchio piccolo e mettetelo in quello grande dove avevate versato i 4 litri di acqua.
Durante questa operazione fate attenzione ai tubi e alla pompa, per evitare che si rompano. Dovete far sì che i tubi da inaffiamento escano fuori e siano collegati al secchio più in alto, sopra i bicchierini. Se questo accade, avrete costruito il vostro modello base di coltivazione idroponica. Se volete automatizzarlo, collegate la pompa ad un timer e ad una presa elettrica. A questo punto siete pronti per inserire la vostra piantina o i semi.
Vantaggi
- La coltivazione idroponica può essere effettuata in qualunque tipo di luogo e in qualunque condizione climatica, all’aperto, in serra, in casa, perché “fuori suolo” e non soggetta alle normali condizioni climatiche.
- Questo tipo di coltura può essere praticata vicino ai luoghi di smercio, riducendo dunque i costi legati al trasporto e abbassando, di conseguenza, i prezzi delle derrate.
- Anche il risparmio apprezzabile di acqua è uno dei vantaggi fondamentali della coltivazione idroponica, soprattutto nei sistemi chiusi che, come abbiamo visto, riciclano l’acqua e la riutilizzano per la stessa pianta.
- Con l’idroponica si controllano meglio quantità e qualità dei nutrienti somministrati alla pianta, ottimizzando la fertilizzazione, correggendo eccessi e carenze, perciò controllando continuamente il rendimento delle piante in crescita.
- La coltivazione idroponica è pulita perché non comporta spostamento di terra.
- Nell’idroponica c’è una verifica maggiore delle condizioni fitosanitarie della pianta che dunque non viene intaccata da tutte quelle malattie che spesso si diffondono partendo dal suolo. Inoltre non esistono erbe infestanti.
Svantaggi
- Le piante coltivate in idroponica sono molto più fragili rispetto a quelle cresciute “in suolo”. Queste piante, infatti, legano la loro crescita esclusivamente al sistema artificiale, perciò ogni problema relativo a quest’ultimo potrebbe causare l’immediata morte della pianta.
- L’elevato tasso di umidità che caratterizza il sistema idroponico favorisce l’insorgenza di malattie fungine come ad esempio la verticillosi.
- La coltivazione idroponica non può essere definita organica (Regolamento CE 889/2008) perché le piante non crescono nel terreno e questa mancanza vieta la definizione appunto di “coltura organica”. Conseguentemente a ciò, non esiste un fertilizzante completamente organico per tali coltivazioni, sebbene esistano concimi non tossici studiati ad hoc.
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