Flebite: cos’è, quali sono i sintomi e quando preoccuparsi

Nei casi più lievi può essere curata in due settimane con i giusti trattamenti, ma nei casi più gravi può essere pericolosa con risvolti anche fatali.

flebite

La flebite è un’infiammazione delle pareti dei vasi sanguigni, a partire dalle vene. In molti casi la flebite può arrivare a un trombo, ovvero un coagulo, che impedisce la corretta circolazione del sangue. Ma contro la flebite, i cui sintomi sono facilmente riconoscibili, esistono cure efficaci e innanzitutto la possibilità di fare una buona prevenzione.

FLEBITE

Quando si parla di flebite si intende un’infiammazione a carico di una vena, superficiale o profonda, il cui esito, spesso, è un trombo, ossia un coagulo del sangue. Il coagulo impedisce la corretta circolazione ematica, risultando in una serie di problematiche.

Le vene possono infiammarsi, e i casi più comuni sono quelli che si verificano in seguito ad un prelievo del sangue o ad una flebo. Ma queste non sono le uniche cause. Di fatti, le flebiti possono avere origini diverse e riguardare sia le vene superficiali sia quelle profonde.

In buona parte dei casi, la flebite interessa gli arti inferiori, ma può anche interessare altre vene. Per questa ragione si possono differenziare le flebiti in due distinte tipologie.

TIPI DI FLEBITE

L’infiammazione della parete venosa, come già accennato, può interessare i vasi sanguigni superficiali o profondi. A seconda di dove sia localizzata, la flebite può essere quindi superficiale o profonda.

Flebite superficiale

La flebite superficiale è una condizione clinica che riguarda una o più vene situate in prossimità del derma. In questo caso, non si tratta di un evento preoccupante poiché, in genere, si risolve con un trattamento medico mirato. Ad ogni modo, i sintomi sono piuttosto fastidiosi come bruciore e dolore localizzato.

In buona parte dei casi, una flebite superficiale è il risultato di un trombo in una vena o di un’irritazione causata dall’uso del catetere venoso. Quando è causata da un trombo si parla di tromboflebite superficiale.

Flebite profonda

Condizione che desta maggiore preoccupazione della precedente per i risvolti gravi e talvolta letali che può avere, si presenta spesso a causa di un trombo negli strati più profondi della cute e per questo è definita dagli specialisti trombosi venosa profonda o tromboflebite profonda.

CAUSE

Tutte le condizioni che possono portare a un’alterazione delle pareti di una vena possono determinare flebite. Dal semplice prelievo di sangue o per situazioni di aumento della pressione sanguigna nelle vene, come può accadere per motivi come l’allettamento e l’immobilità prolungata.

Anche le alterazioni del ritorno venoso o malattie congenite al sistema cardiovascolare possono portare ad infiammazioni di questo genere.

FATTORI DI RISCHIO

Esistono alcune circostanze o condizioni che possono precedere un episodio di flebite, e questi sono:

SINTOMI

La flebite, potendo insorgere per un’infezione periferica o profonda, nel più dei casi presenta sintomi, ma può anche accadere che il soggetto non ne sperimenti alcuno, e quindi sia asintomatico. Questo dipende dall’entità della condizione.

Ma attenzione a non pensare che gli episodi più gravi siano quelli più evidenti. Al contrario, si stima che circa nel 50% dei casi di flebite profonda con trombo (le più gravi) non vi siano sintomi, il che la rende ancora più temibile.

Ad ogni modo, i sintomi più comuni sono:

  • Arrossamento localizzato all’arto interessato
  • Dolore
  • Gonfiore (lieve o grave nel caso di una tromboflebite profonda) o edema
  • Indolenzimento dell’arto
  • Indurimento della parte adiacente alle vene infiammate

Nella maggior parte dei casi agli arti inferiori, i pazienti accusano difficoltà nel camminare e svolgere le normali attività quotidiane.

DIAGNOSI

La diagnosi si basa in pria battuta su un’accurata visita e sull’esame obiettivo della zona interessata. Nel caso si osservi un indurimento della parte vicina a una vena superficiale, va eseguito un ecodoppler per verificare la presenza di un coagulo e fare diagnosi di tromboflebite superficiale.

Se si sospetta un caso di tromboflebite profonda, bisogna recarsi in pronto soccorso dove viene effettuata la manovra di compressione ultrasonica (CUS) che permette di diagnosticare questa condizione. Possono, inoltre, essere eseguiti altri esami del sangue o test come l’ecocolordoppler.

CURE

Le terapie prevedono anticoagulanti, in particolare le eparine a basso peso molecolare da somministrare sottocute, da associare all’utilizzo di una calza elastica.

Per migliorare le condizioni locali, si possono associare farmaci antinfiammatori e contro il gonfiore (anti-edemigeni).

In casi selezionati, qualora ci sia un’infiltrazione infettiva, può rendersi necessario il ricorso ad antibiotici.

Di solito, la terapia dura 15-20 giorni in casi di flebite e 40 giorni qualora sia presente un coagulo.

In caso di trombosi venosa profonda, occorre intervenire il più precocemente possibile per scongiurare pericolose complicanze quali l’embolia polmonare e la sindrome post-trombotica.

Nel caso della trombosi venosa profonda, le eparine a basso peso molecolare vengono sostituite in un secondo momento da anticoagulanti orali. Oggi si usano soprattutto quelli ad azione diretta (Doac).

In casi selezionati, in particolare in presenza di trombosi femorale o iliaca, si può ricorrere a procedure endovascolari che consentono di rimuovere una grossa quantità di trombo dalle vene.

RIMEDI

Partiamo con il dire che i rimedi sono efficaci solo in caso di flebite superficiale, diventano già inutili in caso di tromboflebite superficiale – per cui è necessario un trattamento mirato – ma possono aiutare a ridurre i sintomi insieme alla cura prescritta dal medico specialista.

Rimedi per la flebite:

  • Impacchi d’acqua freddi e caldi
  • Calze elastiche contenitive
  • Riposare e dormire sollevando le gambe con un cuscino o un supporto
  • Fare esercizi di flessione con i piedi e le gambe
  • Camminare, al proprio ritmo e per il tempo che si riesce
  • Una pomata con olio essenziale di ippocastano: ha proprietà antinfiammatorie, antiedemigene e vaso costrittrici

PREVENZIONE

Prima di tutto, bisogna combattere la sedentarietà. Anche se si fosse costretti dal tipo di lavoro o altre circostanze che lo richiedono, è importante alzarsi dalla sedia ogni ora circa ed effettuare qualche flessione col piede e sgranchirsi le gambe camminando un po’.

A questo va associato uno stile di vita attivo e sano con la presenza di attività fisica regolare. Anche una breve passeggiata di circa mezz’ora può migliorare la circolazione del sangue e ridurre le possibilità che si verifichi una flebite.

L’alimentazione è un altro punto fondamentale da tenere sott’occhio. Una dieta sana, ricca e variegata permette di tenere i valori del sangue nella norma e aiutare il buon funzionamento dell’intero organismo.

Come proteggere e curare le vene

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