Il delitto perfetto delle clementine made in Italy, un terzo marciscono sugli alberi. E noi compriamo quelle che arrivano da Marocco e Tunisia

Uno spreco analogo riguarda anche arance e limoni. Una stangata per i produttori delle migliori clementine del mondo: gli agricoltori di Calabria, Puglia e Sicilia. L'Italia del Sud dove avremmo bisogno di lavoro ...

spreco clementine in italia

SPRECO CLEMENTINE IN ITALIA

Possiamo definirlo un delitto perfetto. Un modo paradigmatico con il quale siamo capaci di sprecare, allo stesso tempo, i migliori prodotti della nostra terra, la nostra salute e tante opportunità di lavoro, specie dove manca. Un dato ed è tutto chiaro: un terzo delle clementine italiane restano sugli alberi. Non vengono raccolte, e quindi fanno parte dell’invenduto del settore agricolo, di quella roba che marcisce e poi finisce in qualche luogo destinato allo smaltimento della spazzatura.

Provate a seguire il percorso di questo incredibile delitto, analogo a quello di limoni, arance, e in generale agrumi made in Italy, e vi diventerà molto chiaro il devastante effetto moltiplicatore dello spreco, in questo caso agricolo.

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CLEMENTINE ITALIANE

In Italia abbiamo le migliori clementine del mondo, la cui produzione, specie per quanto riguarda la qualità, è concentrata in Calabria, Puglia e Sicilia. Ovvero in quelle regioni del Sud dove si fa sempre un’enorme fatica a trovare opportunità di lavoro e di guadagno onesto, tanto più che bisogna competere con le allettanti proposte della criminalità organizzata.

PREZZO DELLE CLEMENTINE

Insomma: tutti potrebbero essere più ricchi e più sicuri, nelle regioni meridionali, se si riuscisse almeno a non sprecare questo tesoro di eccellenza locale. Invece le clementine che marciscono sugli alberi, nel Sud, aumentano ogni anno. Anche per effetto degli sgambetti dei cambiamenti climatici: non maturano più nel momento giusto, per esempio come primizie autunnali, quando il prezzo riconosciuto ai coltivatori è ai massimi, attorno ai 50 centesimi al chilo (rispetto agli oltre 2 euro che noi paghiamo dal fruttivendolo…). Maturando troppo tardi, il prezzo riconosciuto ai produttori si abbassa fino a 15 centesimi, la concorrenza dall’estero diventa insostenibile, e allora i coltivatori preferiscono fare la cosa più semplice. Lasciare che le loro clementine marciscano sugli alberi, tanto costerebbe ancora di più raccoglierle e poi provare e venderle.

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CONCORRENZA STRANIERA ALLA VENDITA DI AGRUMI

E da dove arriva la spietata concorrenza alle migliori clementine del mondo, quelle italiane? Dai paesi mediterranei, i soliti noti, come la Tunisia, il Marocco, ma anche la Spagna, che sull’agroalimentare ci fanno una guerra spietata a tutto campo. Ieri l’olio, domani gli agrumi, dopodomani la frutta da tavola. Tutto. Solo il Marocco riesce, nei momenti più caldi del mercato, a esportare in Italia qualcosa come 90mila tonnellate di clementine al mese. E le vende a noi consumatori spesso inconsapevoli, mentre quelle italiane restano sugli alberi in attesa di un funerale campestre.

Ora, quando si tratta di quattrini, di quote di mercato e di concorrenza, ognuno gioca le sue carte. Dunque, tunisini e marocchini fanno il loro mestiere nel provare a vendere le clementine locali. Ma per quale dannato motivo noi italiani non riusciamo a difendere un pezzo della nostra migliore produzione agricola? E non siamo in grado di valorizzarla come merita, almeno sul mercato italiano? Le risposte sono tante, mettono in gioco anche i vari fattori di arretratezza cronica del Mezzogiorno (pensate alla logistica che per l’attività agricola è determinante), ma ciò che davvero conta è il risultato finale: gettiamo alle ortiche un patrimonio di prodotti, dalle clementine ai limoni, che il mondo ci invidia. Tutto il mondo.

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PROPRIETÀ E BENEFICI DELLE CLEMENTINE

Le clementine italiane, infatti, oltre a essere molto gradevoli e versatili per il loro uso in cucina, sono anche una miniera di benessere. Grazie a caratteristiche uniche, a proprietà nelle quali, come frutta, vantano un importante primato. Le clementine, infatti, sono diverse dai mandarini non solo per la forma (le clementine sono rotonde, i mandarini sono schiacciati) o per la mancanza di semi, ma innanzitutto per la quantità di vitamina C che contengono. Nei mandarini ci sono 26,7 mg di vitamina C ogni 100 grammi di prodotto; nelle clementine si sale a 48 mg di vitamina C ogni 100 grammi, quasi il doppio. E noi siamo così stupidi da fare in modo che questo concentrato di ricchezza materiale (lavoro e guadagno) e immateriale (salute e benessere) resti appeso agli alberi. Per poi diventare rifiuto.  

RICETTE IMPERDIBILI A BASE DI AGRUMI:

 

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