Saltare i pasti non è una buona idea

Il digiuno forzato non è il modo migliore per perdere peso. Meglio una sana dieta bilanciata. A orari e cicli regolari. Come insegnava l'antica scuola medica Salernitana

saltare i pasti

È una delle ultime tendenze delle diete-fai-te, costruite di solito sulla moda del momento o su qualche invenzione del guru di turno: cancellare dall’agenda della giornata uno dei tre pasti. Eliminarlo. Senza neanche ridurlo a uno spuntino. Come se questo bastasse a mettere in ordine l’organismo, senza creare sbalzi e tensioni, consentendoci così di dimagrire, quasi in modo meccanico. Basta fare una ricerca su Google, o andare a leggere le tante rubriche che si occupano di diete e di consigli alimentari, e si scopre quanto circola una pericolosa balla in materia di stili di vita alimentare: ovvero l’idea che per dimagrire, e tanto, basti saltare i pasti.

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SALTARE I PASTI

Fa bene saltare i pasti? È una chiave per dimagrire, conservare un peso-forma e stare meglio? Le teorie sui digiuni a intervalli regolari si moltiplicano con i relativi appelli a saltare colazioni, pranzi o cene. Basta mezza giornata senza mangiare e il metabolismo, secondo queste teorie, ne ha benefici immediati in termini di regolarizzazione.

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PERCHÉ SALTARE I PASTI FA MALE

Ho molti dubbi su queste teorie di gran moda. E ascoltando medici ed esperti nutrizionisti dei quali mi fido, mi sono convinto che il digiuno non sia il metodo giusto né per dimagrire né in generale per stare meglio. Certo: in alcuni momenti, specie durante i mesi estivi nei quali la digestione è più complessa anche per il caldo, si può prendere in considerazione un digiuno terapeutico. Abbiamo mangiato troppo un certo tipo di cibo. Abbiamo concentrato il peso delle calorie in determinati orari, per esempio la sera. Dormiamo male perché abbiamo preso la pessima abitudine di andare a letto con la pancia piena.

Ma al di fuori di queste possibilità, molto ristrette e molto specifiche, il digiuno è uno sforzo davvero sproporzionato rispetto ai risultati raggiunti. Il peso che perdiamo, innanzitutto, lo riprendiamo in tempi molto rapidi, pochi giorni dopo la conclusione del ciclo di pasti saltati. In secondo luogo sarà anche vero che la pressione sanguigna si stabilizza, ma l’intero organismo subisce un duro colpo in termini di assenza di proteine e vitamine che dobbiamo assumere ogni giorno. E anche con buona regolarità. Inoltre l’uomo è sempre una macchina che vive di abitudini, e modificare in modo così radicale le nostre abitudini, anche per un arco di tempo ristretto, significa solo sottoporci a uno stress fisico e psicologico. Ne vale la pena? La mia risposta è no, non ne vale la pena.

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SALTARE I PASTI CONSEGUENZE

Le conseguenze negative del saltare i pasti, come forma di autoterapia (nessun medico responsabile potrebbe proporre qualcosa del genere) riguardano anche alcuni, possibili effetti collaterali. Non trascurabili. Corriamo il rischio di una disidratazione: il cibo, infatti, è una fonte primaria di acqua. Subiamo un calo di energia, e questo è il motivo per il quale è bene fare sempre una prima colazione abbondante. Saltare i pasti crea disordine, una parola che si associa all’aumento del peso, e non certo al dimagrimento. Una ricerca della Ohio State University, che potete leggere sul sito dell’ospedale Humanitas, stabilisce che saltare i pasti aumenta il rischio del diabete di tipo 2.

DIGIUNO INTERMITTENTE

Una possibile eccezione a questa somma di controindicazioni è rappresentata dal digiuno a intermittenza, cosa però non assimilabile al metodo di saltare i pasti. Si tratta, periodicamente, di fare un digiuno di 16 ore, per poi riprendere le proprie, regolari abitudini alimentari. Immaginate un fine settimana nel quale avete mangiato molto e spesso: arrivati al pomeriggio della domenica, non toccate più cibo fino alla prima colazione del giorno dopo. Non è un grande sacrificio, è un digiuno che presenta anche aspetti depurativi, e non ha controindicazioni.

DIGIUNO TERAPEUTICO

Come dicevo, altra cosa, rispetto alle diete fai-da-te, è il digiuno come atto medico (fatto con il parere del proprio dottore di fiducia), che non ha una finalità di prestazione (per esempio perdere tot chili di peso in un determinato arco di tempo), quanto l’obiettivo di introdurre uno stile di vita nella nostra alimentazione. Con meno sprechi e più equilibrio nella dieta.  Le formule sono diverse: per esempio alternare giorni normali a giorni con una restrizione calorica (500 kcal giorno), restringere i grassi nel corso di una specifica giornata, mangiare frutta e verdura in un preciso intervallo di tempo. In fondo, stiamo parlando dei vecchi metodi alimentari, quando non eravamo circondati dai guru della dieta e dai loro consigli e nelle nostre case si rispettava la giornata del magro o quella dedicata solo al pesce, senza carne.

DIETA BILANCIATA

Le diete che si fondano sulla base della regola di saltare i pasti e fare cicli di digiuno mi ricordano, invece, alcune forme di patologie, come l’ortoressia, ossia fissazioni per stare meglio, che non hanno fondamento scientifico. Molto meglio conservare i ritmi e i cicli di una dieta bilanciata, di impronta mediterranea, nella quale nel corso della giornata assumiamo il cibo necessario al nostro equilibrio. È una regola antica, risale alla Scuola medica salernitana, e resta secondo me il primo comandamento per stare bene, a tavola e fuori: mangiare con regolarità, secondo il ciclo naturale dei tre pasti quotidiani, e puntare alla riduzione delle quantità. Il cibo ci insegna anche questo: il benessere più che una questione di quantità è sempre un traguardo che si raggiunge attraverso la qualità del nostro stile di vita.

RICETTE PER MANTENERSI IN FORMA E IN SALUTE:

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