
CURE VETERINARIE GRATIS VENETO
La notizia è un respiro di civiltà nel mare delle piccole, e grandi, inciviltà quotidiane: a farsi carico delle cure veterinarie degli animali da compagnia di chi non può permettersele saranno le istituzioni. La regione Veneto, principalmente, attraverso i distretti competenti di profilassi sanitaria e degli animali delle locali Aziende Sanitarie.
Lo annuncia il governatore Zaia, che in una nota detta tempistiche e modalità della proposta, che è attualmente in discussione e in via di rifinitura: entro l’estate prossima la regione Veneto si doterà di appositi presidi che permetteranno di avere le necessarie cure veterinarie agli animali di affezione di chi non può permettersele, anziani in primis. Nessun animale da compagnia sarà escluso: cani, gatti, tartarughe, persino criceti. A loro, e per loro, saranno erogati servizi sanitari come le vaccinazioni, la microchippatura ma anche veri e propri interventi chirurgici, pagati dal sistema sanitario come nel caso dei pazienti bipedi indigenti.
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Il piano, di durata triennale, prevede un primo progetto pilota nel trevigiano, per poi estendersi, entro il 2019, a tutto il Veneto, e riconferma la regione dle nord-est come pet-friendly e assolutamente attenta ai bisogni degli animali da compagnia e dei loro padroni. Riconoscendo l’importanza della pet-therapy, e della presenza di cani, gatti, uccellini e piccoli roditori nella vita delle persone, si stabilisce un ennesimo primato nell’avanzamento della qualità della vita dei cittadini e delle cittadine, soprattutto anziani e, magari, soli.
Sicuramente si tratta di un’iniziativa che può creare un fortunato precedente giuridico, e che tiene in grande considerazione l’importanza e l’utilità delle Terapie Assistite con gli Animali (TAA), solitamente finalizzate alla cura di disturbi della sfera fisica, neuro e psicomotoria, cognitiva, emotiva e relazionale, che ormai hanno raggiunto un vero e proprio status medico di terapie vere e proprie o coadiuvanti dei trattamenti medici.
VACCINI GRATIS ANIMALI DA COMPAGNIA
Gli animali da compagnia, in una società sempre più atomizzata e solitaria, sono diventati sempre più importanti per le persone: sono come amici inseparabili di cui si ha bisogno, nonché la compagnia di tante giornate solitarie. Può succedere però, a volte, che il nostro animale da compagnia abbia bisogno di ricevere delle cure particolari, che sono quasi esclusivamente erogate da studi medici privati che costano e che spesso molte persone non possono permettersi. Ma perché avere un cane e un gatto dovrebbe essere prerogativa solo e soltanto di chi abbia una certa capacità di spesa o un certo reddito? Rispondendo a questa domanda, come nel caso della sanità pubblica per gli esseri umani, si arriva a vedere con chiarezza la ratio della proposta della regione Veneto, in sostegno delle fasce più deboli e principalmente delle persone anziane. Cani e gatti, infatti, sono presenti in 3 famiglie su 10. Ma, secondo l’ultimo Rapporto Eurispes, il 33% degli italiani che ne ha uno in casa ha dichiarato di aver dovuto ridurre le proprie spese personali per far fronte a quelle di questi animali. Uno dei costi maggiori deriva spesso dalle cure mediche.
I furbetti, però, stiano pur tranquilli: l’effettivo stato di incapacità a far fronte alle spese veterinarie degli animali da compagnia deve essere accertato e precedentemente certificato dagli organi competenti.
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BANCO DEI FARMACI VETERINARI
Mentre il Veneto si dota di un regolamento in sostegno delle spese veterinarie degli indigenti, per non dover obbligare i suoi abitanti a privarsene o, peggio, disfarsene, in tutto il territorio italiano si moltiplicano le iniziative che vanno nella direzione del sostegno alla vita e alla cura dei nostri amici a quattro zampe: la LAV, per esempio, sta organizzando in questi giorni un banco dei farmaci veterinari, nella speranza di aiutare sia gli animali domestici che quelli che dimoranoi presso canili o gattili. Il farmaco veterinario, infatti, costa in media cinque volte di più rispetto a quello a uso umano, come ad esempio un noto antibiotico ad uso veterinario contenente doxiciclina che costa quasi 4 volte di più rispetto allo stesso identico farmaco per uso umano. E no, chi pensa di aggirare il problema, sappia che non basta utilizzare il normale farmaco per uso umano. Il decreto legislativo 193/2006, che detta le norme in merito, impedisce infatti ai veterinari di prescrivere medicinali ad uso umano agli animali, e, a cascata, ai proprietari di cani e gatti di usarli per le cure mediche dei propri animali da compagnia.
I costi sanitari per le cure degli animali, dunque, lievitano, ed è per questo che il banco dei farmaci veterinari, promosso tramite punti di raccolta e banchetti informativi in varie città italiane fino al 16 dicembre, promuove la raccolta di prodotti e farmaci veterinari che saranno donati a rifugi in difficoltà, volontari e persone in stato di difficoltà economica. La campagna si chiama «Curiamoli tutti», è patrocinata dal Ministero della Salute e dalla Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani, e funziona in maniera simile al più noto e tradizionale «banco alimentare». Un’ottima idea, che sarebbe da replicare su larga scala e lungo un maggior arco temporale, per dare risposte a questi bisogni che non siano soltanto emergenziali.
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