Coronavirus, ecco quando arriverà il vaccino. Una partita di poker con in testa Cina e Usa

Ma anche Russia, Israele, Europa e Italia giocano la loro parte. Ci sono tempi tecnici che non si possono azzerare. Ma c’è anche un lavoro già svolto in passato per la Sars

vaccino per il coronavirus

Quando avremo il vaccino contro il coronavirus? Una risposta ragionevole a questa fondamentale domanda possiamo provare a costruirla, senza lasciarci incantare dai pifferai degli annunci precoci, guardando i fatti e stando alle notizie fondate e documentate che arrivano dalla comunità scientifica di tutto il mondo.  E sapendo che il vaccino questa è molto importante anche un altro interrogativo ancora aperto. Ovvero: ammesso che con l’estate il contagio sarà rientrato, non abbiamo alcuna certezza che in seguito non possa ripresentarsi.

VACCINO PER IL CORONAVIRUS

Così ci sono decine di centri di ricerca, ovunque, che sono concentrati sul vaccino per il coronavirus, con una competizione che dalla salute passa anche per la geopolitica e per gli interessi delle grandi multinazionali farmaceutiche. Dunque, il mondo è sulle tracce del vaccino e presto lo avremo. Ma tornando alla domanda iniziale: che cosa significa, in questo caso, la parola presto? Se tutto va bene, nel 2021; se ci fosse un miracolo, che qualche autorevole scienziato non esclude, qualcosa di concreto potremmo vedere già alla fine del 2020.

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TEMPI VACCINO PER IL CORONAVIRUS

Ma come si arriva a queste previsioni e chi è più avanti nella corsa al vaccino per il coronavirus? I tempi bisogna scolpirli a partire da una tabella di marcia che non prevede scorciatoie. La prima parte dello sviluppo di un vaccino è un processo rapido, molto veloce, e può durare anche pochi mesi. Ecco perché in piena pandemia si moltiplicano gli annunci pompati di presunte scoperte sul vaccino. In realtà, in questa prima fase, altro non si fa che individuare un bersaglio contro il quale il vaccino va orientato e muovere i primi passi per metterlo a punto.

Il resto, tutto il resto, arriva dopo, molto dopo. E si tratta di tappe più lunghe, anche per ovvi motivi di sicurezza. Ci sono prima i modelli sperimentali, poi la sperimentazione clinica ed a seguire quella su animali e uomini. Un esempio per tutti: il vaccino studiato e sperimentato più velocemente è stato quello contro l’Ebola. Ma comunque ha richiesto 2-3 anni di tempo. Altro esempio, di segno invece negativo: alcuni vaccini contro la Sars si sono fermati per motivi di sicurezza.

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VACCINO CORONAVIRUS

L’ottimismo, rispetto ai tempi canonici, nel caso del coronavirus è dovuto ad alcuni elementi da tenere presente.  Tutti i governi, a partire da quelli più potenti, ovvero Stati Uniti e Cina, sono intenzionati ad arrivare al traguardo, magari prima degli altri. E per questo hanno messo sul tavolo del vaccino anti-coronavirus una montagna di soldi. Mai visti. Soltanto l’America ha previsto uno stanziamento di 2,5 miliardi di dollari, e sappiamo bene che senza fondi la ricerca è molto lenta e spesso improduttiva. Qui siamo in una situazione opposta.

RICERCA SUL CORONAVIRUS

Il secondo fattore di ottimismo riguarda il percorso della ricerca sul coronavirus. Non si parte da zero. Anzi, si è già avanti grazie alle ricerche ed ai vaccini messi a punto per la Sars che appartiene alla stessa famiglia del coronavirus.

E veniamo ai giocatori di questa partita di poker con la scienza che cerca di vincere la sfida contro la pandemia e contro il tempo. E con una bella dote di fiche fornita dai governi. Al primo posto, almeno stando alle notizie che conosciamo e che sono state verificate, ci sono gli americani. E tra i diversi luoghi dove si lavora a ritmi forsennati per arrivare all’obiettivo, il più importante è la sede dell’azienda di biotecnologie Moderna, che ha sviluppato un vaccino, partendo proprio dal Sars-Covid-2, in collaborazione con il National Institute of Allergy and Intections Diseases (NIAID), un’agenzia del dipartimento americano della Salute.

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TEST SU VOLONTARI DEL VACCINO PER IL CORONAVIRUS

Questa classica collaborazione tra pubblico e privato ha portato gli americani in testa nella corsa verso il vaccino per il coronavirus, e a Seattle sono iniziati i primi test su alcuni volontari che saranno seguiti per un anno, con tre diversi dosaggi del vaccino. Innanzitutto per valutarne gli eventuali effetti collaterali.

Dopo gli Stati Uniti, e forse prima, considerando il fatto che dall’Asia le notizie ufficiali sono sempre scarse e da prendere con le pinze, abbiamo la Cina. Anche qui le pressioni politiche sono enormi, per arrivare primi al traguardo e in campo, oltre che autorità sanitarie, centri di ricerca e aziende private, c’è il soggetto più forte in questa partita, l’asso nella manica dei cinesi: l’Accademia cinese delle scienze mediche militari che sta utilizzando anche l’ingegneria genetica, materia sulla quale è molto forte. La cosa certa che sappiamo è semplice: in Cina, gli scienziati dell’Accademia hanno iniziato i test per il vaccino.

VACCINO CONTRO IL CORONAVIRUS

Anche i progressi della Russia sono piuttosto misteriosi. Ma il capo dell’Agenzia Biomedica Federale russa (FMBA), Veronika Shvortsva, ha annunciato che il vaccino sviluppato dai suoi scienziati ha superato la prima fase di sviluppo. E adesso si passa ai test umani. Stessa cosa in Israele, dove il laboratorio Migal della Galilea gode di un importante vantaggio. Qui è stato messo a punto e brevettato, in epoca non sospetta, il metodo che ha portato alla vaccinazione orale per la Sars. E il coronavirus utilizza lo stesso recettore cellulare del virus della Sars. Anche in Europa c’è molto fermento e gli studi di 35 vaccini sono stati proposti alla valutazione dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA).

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