Parchi eolici, il piano di crescita dell’Enel in Italia. Il 52 per cento della produzione è da fonti rinnovabili

Nuovi impianti, dopo il cantiere aperto in Sicilia, sono previsti in Campania, Molise e Basilicata. Come convivono agricoltura e parchi solari

ENERGIA RINNOVABILE IN ITALIA

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Un deciso passo avanti sulla strada della decarbonizzazione, obiettivo strategico per uno sviluppo davvero sostenibile. E un aumento della capacità di produzione di energia da fonti rinnovabili, lungo un percorso che Enel ha iniziato già da alcuni anni. L’ultima tappa è stata l’avvio, alla fine del mese di agosto, di un parco eolico a Partanna, in Sicilia. L’impianto entrerà pienamente in funzione nell’aprile del 2021 e produrrà circa 40 GWh ogni anno, che corrispondono alla fornitura per circa 10mila abitazioni. Il tutto evitando l’immissione in atmosfera di circa 33mila tonnellate di CO2.

SVILUPPO RINNOVABILI ITALIA – ENEL GREEN POWER

L’impianto verrà realizzato in località Contrada Magaggiari, nella provincia di Trapani, e avrà una potenza totale pari a 14,4 MW. Il parco eolico a Partanna non è un unicum e fa parte di un piano di sviluppo più esteso, attraverso il quale Enel Green Power intende procedere a una graduale sostituzione delle fonti fossili con quelle rinnovabili.

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ENERGIA RINNOVABILE IN ITALIA

Nel periodo 2020-2022, il gruppo conta di raggiungere una capacità produttiva provenienti da queste fonti pari a circa 700 MW, che le permetterà di fare un deciso salto in avanti sia a livello italiano che europeo. Già lo scorso anno Enel ha prodotto nel nostro Paese circa 24 TWh da fonti rinnovabili, pari al 52 per cento della propria produzione. Un vero e proprio cambio di paradigma che farà registrare benefici non solo a livello di emissioni ma anche per quanto riguarda: l’uso del suolo e l’impatto degli impianti sul territorio circostante.

Per riuscire nel percorso di transizione energetica e conseguire uno sviluppo sostenibile, è necessario un impegno concreto sia nella realizzazione di nuovi impianti che nell’ammodernamento di quelli esistenti. Dopo il parco eolico in Sicilia, nei prossimi mesi verranno avviati cantieri in Campania, Molise e Basilicata, e sono già stati pianificate attività di rifacimento e potenziamento di impianti esistenti, sia eolici che idroelettrici, in Molise, Sardegna, Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna. La sfida della decarbonizzazione, però, oltre al contributo dei grandi gruppi come Enel, si gioca anche su realtà più piccole nelle quali agiscono le piccole e medie imprese italiane. Senza quest’ultime il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo delle energie green non sarà possibile. Ragione per la quale diventa sempre più importante favorire un loro inserimento in quella che sta diventando una filiera italiana delle rinnovabili.

IMPIANTI SOLARI SOSTENIBILI

Un altro aspetto centrale nello sviluppo di questo tipo di impianti è il loro impatto con il territorio circostante. Nei parchi solari, ad esempio, sarà possibile garantire la coabitazione con coltivazioni e con il pascolo di animali. In Grecia e in Spagna, infatti, sono state avviate delle prove tecniche di convivenza tra impianti e pecore. E, in alcuni siti, è stata avviata la coltivazione di specie da foraggio all’ombra dei pannelli. I risultati ottenuti, in entrambi i casi, lasciano ben sperare l’implementazione di questi modelli anche in Italia.

Se le sperimentazioni dovessero rispettare le aspettative, le rinnovabili non solo consentiranno un modello sostenibile per la produzione dell’energia, ma creeranno anche valore condiviso per il territorio e l’ambiente, salvaguardando la biodiversità e promuovendo l’uso multiplo e differenziato dei terreni

SFRUTTAMENTO SUOLO RINNOVABILI

Ultimo elemento da tenere in considerazione è l’occupazione di suolo. Attraverso l’ammodernamento degli impianti rinnovabili esistenti, contrariamente a quanto si possa immaginare, non si consuma più terreno, ma semmai se ne spreca meno. Nelle stime di Enel Green Power la nuova capacità rinnovabile, da attuare in Italia entro il 2030 per raggiungere gli obiettivi del PNIEC, dovrebbe produrre un consumo di suolo inferiore allo 0,5% della superficie italiana. Un’estensione pari a due delle province più piccole d’Italia, che porterebbe in dote un beneficio enorme in termini di sostenibilità.

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