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Rifiuti, a Napoli è emergenza periferia

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Sul trasferimento dei rifiuti nelle province è scontro tra Comune e Regione. De Magistris attacca il governatore: "Non possiamo più attendere il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro il quale non può continuare a sostenere, anche davanti al prefetto e al sindaco di Napoli, di aver firmato l’ordinanza relativa ai trasferimenti dei rifiuti in provincia, quando poi, i nostri camion, non dispongono dei siti in cui portarli dopo avere raccolto l’immondizia dalle strade con sforzi enormi". E ancora: "Non riusciamo a capire la polemica sollevata da alcuni deputati PdL della Commissione Ambiente all’indirizzo dell’amministrazione comunale di Napoli", aggiungono De Magistris e Sodano. "Non riusciamo a capirla – sostengono – perché, almeno a quanto ci risulta, non è ancora possibile garantire la propria presenza in due luoghi diversi nel medesimo tempo: nel caso specifico, essere ascoltati a Roma presso la Commissione Ambiente e, nel medesimo orario, a Napoli presso la Commissione bicamerale d’inchiesta sui rifiuti. Forse sarebbe stato opportuno un maggiore coordinamento e una più accorta organizzazione fra le due Commissioni".

"Il presidente Caldoro deve firmare subito l’ordinanza – ribadiscono sindaco e vice sindaco di Napoli – perchè ad Avellino e Caserta esiste ancora una disponibilità di 100 mila tonnellate". "Mentre le altre Regioni stanno predisponendo il nullaosta per accogliere i rifiuti campani, l’ordinanza sarebbe anche un modo per dimostrare gratitudine verso la loro disponibilità – concludono De Magistris e Sodano – indicare dei siti locali sarebbe, infatti, un segnale di buona volontà da parte della Campania. Ci auguriamo, infine, che venga garantita, da chi di dovere la piena funzionalità degli Stir anche durante il weekend".
Pronta la replica: "Il sindaco di Napoli – contrattacca Giovanni Romano, assessore all’Ambiente della Regione Campania -non segua la scia dei suoi predecessori che avevano l’abitudine di lamentarsi per non fare la propria parte".

"E’ grazie al contributo di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno che la sua città è riuscita a sopravvivere all’emergenza. Non si scagli contro chi lavora e fa il suo dovere. E’ chiaro – aggiunge Romano – che lo sforzo di ognuno deve essere indirizzato alla impiantistica che manca. Si parta con una differenziata seria, con i siti di trasferenza, con le discariche e si sia più saggi sull’ impiantistica finale. Ognuno deve fare quanto serve e Napoli non è autosufficiente per il 90% dei suoi rifiuti".
"La Regione – conclude l’assessore regionale – ha fatto e farà tutto quello che la legge gli delega, cosi non fanno gli enti locali". Intanto c’è il primo via libera da parte della Liguria per i rifiuti napoletani (si tratta solo di 10 camion) e dell’Emilia Romagna (dalla prossima settimana arriveranno dalla Campania e per tre mesi 5000 tonnellate di rifiuti).

Intanto è stallo. Come in un partita a scacchi nessuno dei giocatori può fare una mossa. È questa la situazione dei rifiuti sulla scacchiera della città. L’Asìa continua a raccogliere 24 ore su 24, ma i rifiuti in strada aumentano. Gli impianti della provincia sono al limite dell’esaurimento e lavorano a scartamento ridotto. Problemi anche per i conferimenti a Santa Maria Capua Vetere: i mezzi di Asìa, infatti, ieri non hanno potuto scaricare 350 tonnellate (indirizzate dall’Ufficio flussi della Regione) perché l’impianto si è fermato. Ancora chiusa, per accertamenti della Procura, la discarica di Chiaiano. Stallo. Che vuol dire anche piccoli progressivi aumenti delle giacenze di rifiuti per le strade di Napoli: sono 1580 le tonnellate non raccolte, secondo i dati Asìa.

"Non siamo riusciti a smaltire la quantità prodotta quotidianamente  –  spiega il presidente di Asìa, Raphael Rossi  –  nonostante il calo della produzione giornaliera che si registra nei mesi estivi".

Ed è la periferia a soffrire di più. A Scampia e Piscinola si registrano 320 tonnellate di rifiuti in giacenza, 100 a Miano. Nella periferia occidentale, a Pianura e Soccavo, ammontano a 300 tonnellate le giacenze di immondizia, 250 a Fuorigrotta, mentre a Napoli est, tra Barra, Ponticelli e San Giovanni, sono 250. A Poggioreale si registrano 180 tonnellate, mentre a Miano sono 100. Puliti il Vomero, l’Arenella, Posillipo, Chiaia, San Ferdinando, Montecalvario, Avvocata e Porto. Ma la città è insofferente. Si ripetono (anche se sotto tono) le proteste in strada: immondizia sparsa sulla carreggiata in piazzetta Cariati, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, zona ad altissima tensione in questa ultima emergenza. E si preparano proteste anche nel napoletano nelle aree dove cave potrebbero ospitare le 5 mini-discariche individuate da un tavolo tecnico: Chiaiano, Marano, Giugliano, Sant’Anastasia e Comiziano.

Alcuni rappresentanti dei comitati di protesta che da anni chiedono la rimozione delle ecoballe dal sito di Taverna del Re e la successiva bonifica dei suoli, ieri mattina, si sono recati al comune di Giugliano chiedendo di parlare col sindaco Giovanni Pianese. A scatenare la preoccupazione dei comitati è stata la notizia del rinvenimento da parte dei carabinieri del Noe all’interno del sito di 20 tir carichi di spazzatura tritovagliata proveniente dal vicino sito Stir di Giugliano. A Giugliano  –  dove ci sono ben 45 discariche censite  –  c’è preoccupazione per la possibile apertura di una altra discarica. Da giorni i comitati stanno facendo la vigilanza su alcune cave dismesse.

Intanto sulle sanzioni, che potrebbero scattare a fine anno, per la raccolta differenziata, Tommaso Sodano, vicesindaco di Napoli risponde: "Accogliamo con serenità la diffida del prefetto a mettersi in regola con il sistema della raccolta differenziata. La delibera 739 del 16 giugno 2011 prevede il raddoppio degli utenti serviti dal "porta a porta" e questo porterà al raggiungimento dei livelli di differenziata richiesti per legge".

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