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Benefici dell’empatia
In compenso, una volta afferrata, l’empatia, è una miniera di doni naturali, che, al contrario della sua assenza, porta la luce, l’energia, e un’appassionante “gioia di vivere”. Alle persone empatiche risulta tutto più facile: creano relazioni anche laddove i contatti sono difficili e l’interlocutore ha la scorza dura. Risolvono problemi e conflitti (fino ad anticiparli prima che si manifestano) grazie a buoni rapporti con gli altri, e solo per il fatto che riescono a “mettersi nei loro panni”. Ma l’empatia, nella sua ricchezza, produce anche degli effetti collaterali. ci spinge a coltivare il dubbio, a non sentirci onniscienti, e dunque stupidamente arroganti; a non giudicare gli altri con tanta facilità, e con il tono della insegnante severo, di scuola elementare o anche di liceo; ad ascoltare prima di parlare e di parlarsi addosso. A non guardare il mondo e le vite degli altri con gli occhiali bifocali del bianco e nero.
Il valore dell’empatia
Un tempo esistevano solo preoccupazioni da vite ordinarie, da una naturale forma di sospetto sulle intenzioni altrui (può farmi del male? che cosa vuole veramente da me?) a un più radicale rigetto della relazione. Adesso facciamo davvero fatica anche solo a vedere l’Altro, prima di cercarlo. E l’Altro è sinonimo di Tutti: è la persona con la quale condividiamo una parte importante della vita; può essere l’amico, con il suo livello di intimità; il parente simpatico, che vediamo con piacere, a differenza dello zio o della suocera che ci annoiano e rientrano nella categoria degli “scocciatori”. Ma l’Altro è anche chi è distante da noi, chi soffre a una latitudine fisica e mentale troppo lontana per essere intercettata se non impugniamo la torcia dell’empatia.
Come si diventa empatici
L’empatia deriva da due parole greche: en, che significa dentro, e pathos, che evoca sofferenza e inquietudine. Dunque è un sentimento attivo, che ha bisogno di essere messo in moto, anche con qualche piccolo sforzo, rompendo il muro della paura degli altri.
Una persona empatica la riconosci subito. Da alcuni segnali che se tracciano la personalità e l’approccio con gli altri. È solare, positiva, sa ascoltare, non si parla addosso e non si ferma alla prima impressione dell’altra persona. Riesce ad andare oltre la superficialità di un rapporto umano, afferra con delicatezza emozioni e stati d’animo degli altri. Riconosce la differenza tra superficialità e la leggerezza. Non ha paura di stare sola con sé stessa quando è necessario, anzi: è un modo per riuscire a stare meglio con gli altri. Vista attraverso queste caratteristiche, l’empatia è un dono quasi naturale, o soprannaturale, ma si può anche, ecco la cosa importante, da non sprecare, acquisire nel corso della vita. Sì: empatici qualche volta si nasce, ma sempre si può diventare.
In quanto dote naturale, l’empatia si può conquistare molto presto, tra il primo e il secondo anno di vita: un primo livello di empatia arriva quando un bambino inizia a piangere ascoltando un suo coetaneo in lacrime. Poi, durante l’infanzia si può diventare empatici grazie all’insegnamento di alcune figure di riferimento, come i genitori e gli insegnanti a scuola. Ma l’empatia, secondo recenti ricerche scientifiche, si può imparare anche in età avanzata e non esiste un “gene dell’empatia”. E chi sono i potenziali maestri di empatia in età adulta? Innanzitutto gli amici e in generale le persone alle quali vogliamo bene e di cui ci fidiamo; i compagni di lavoro; le persone che hanno un carisma e una personalità tali da indurre all’imitazione. Così si può diventare empatici semplicemente osservando gli altri, quelli che lo sono già prima di noi.
La lezione dei bambini
Per conquistare la bussola dell’empatia forse dobbiamo imparare dalla naturalezza dei bambini. Osservateli quando sono piccoli, e scoprite che sono sempre attratti da un volto sorridente, da qualcuno che riesce trasmettere un potente messaggio, semplice, forte e chiaro: «Sto bene con te». Dunque, la sfumatura di un sorriso, di uno sguardo, di un attimo di calore, è decisiva per conquistare l’empatia dell’interlocutore.
Ma attenzione a non esagerare. Chi ostenta dal primo momento sorrisi, battute, e perfino un eccesso di vitalità, comunica l’ansia di piacere a tutti i costi. Che può avere l’effetto opposto, e metterci nella condizione di non essere considerati sinceri e quindi poco accettati. O accettati con molte riserve.
L’empatia non è l’altruismo
Chi non riesce a provare empatia
Ci sono diverse gradazioni per segnalare il perimetro nel quale vivono le persone che non provano empatia. Ci sono uomini e donne freddi, distaccati, indifferenti. Cinici. Poco interessati, anche geneticamente, agli altri: la loro vita si consuma attorno al proprio ombelico, centro dell’universo. Poi ci sono quelli che hanno paura, e non gettano mai il cuore oltre l’ostacolo, hanno sempre un motivo per resistere e non lasciarsi andare alla scoperta dell’altro e al viaggio nella sua intimità. E ancora, le persone malate, con una patologia grave, difficile da curare se non attraverso gli strumenti della psicanalisi e della psicoterapia: gli psicopatici. Possono anche apparire brillanti, loquaci e ridanciani: ma se andate oltre l’apparenza, vi accorgete facilmente che non provano sentimenti.
Frasi celebri sull’empatia
- «Se ciò che io dico risuona in te, è semplicemente perché siamo rami di uno stesso albero» William Butler Yeats
Bellissima immagine di un grande poeta su ciò che di fondamentale unisce gli uomini: siamo tutti rami di uno stesso albero. E, in teoria, siamo tutti nella condizione di ascoltare gli altri, di avvicinarci anche a chi appare tanto distante. In pratica questo movimento, così semplice e naturale, talvolta diventa impossibile. E restiamo paralizzati.
- «A unire il cuore delle persone non è soltanto la sintonia dei sentimenti. I cuori delle persone vengono uniti ancora più intimamente dalle ferite. Sofferenza con sofferenza. Fragilità con fragilità» Haruki Murakari
Quando si ama qualcuno, quando batte il cuore, quando scatta il desiderio, anche erotico, è facile essere uniti. Tutto diventa spontaneo. Ma la vera unione tra le persone matura infilando mani, piedi e testa, nel sale delle ferite della vita. Talvolta dolorosissime.
- «Non deridere, non compiangere, non disprezzare, ma comprendere le azioni umane» Baruch Spinoza
Comprendere è la premessa, quasi semantica, dell’empatia. Ed è un gesto di assoluta, intelligente libertà.
- «Lorenzo è incapace di provare empatia per gli altri. Per lui tutto quello che è fuori dalla sua cerchia affettiva non esiste, non gli suscita nulla» Niccolò Ammaniti
In quanti viviamo barricati, quasi prigionieri, di una ristretta cerchia di persone che amiamo, alle quali siamo legati da affetti anche di origine familiare? La vita così si restringe, non è piena. Questi sentimenti non possono diventare una prigione: esistono anche gli altri. E dobbiamo imparare a guardarli, con il tocco magico dell’empatia.
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