28Anche i fiori si possono vendere a chilometro zero. Contribuendo a ridurre l’inquinamento (a partire dalle emissioni per i trasporti da lunghe distanze) e favorendo la produzione locale. Un format di grande successo arriva dalla Francia ed è stato creato da Hortense Harang, ex reporter di guerra.
FIORI A CHILOMETRO ZERO
Il meccanismo utilizza una piattaforma online, Fleurs d’ici, che propone bouquet e fiori coltivati in Francia, senza passaggi intermedi e con un rapporto diretto tra il produttore e il consumatore. Inoltre, per evitare sprechi Fleur d’ici offre soltanto fiori di stagione: le rose, per esempio, da maggio a settembre, non prima e non dopo.
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FLEUR D’ICI
La rivoluzione del bouquet è stata raccontata da una giovanissima studentessa, Livia Berestycki, 12 anni, che ha partecipato al concorso «Giovani reporter per l’ambiente», presentando proprio la storia davvero innovativa della Harang.
Anche in Italia un progetto di questo genere potrebbe rivelarsi molto utile per un settore che paga lo scotto di pesanti importazioni dal Kenya, dall’Ecuador e dall’Olanda. Eppure nel nostro Paese ci sono 30mila aziende che lavorano nell’area del florovivaismo (circa la metà degli italiani coltivano o hanno fiori in casa), che vale un fatturato di 2,4 miliardi di euro all’anno. Il chilometro zero, con la relativa diminuzione di emissioni e di sprechi, porterebbe sicuramente benefici a tutto il settore.
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Immagine di copertina: Fleurs d’Ici/Facebook
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