Mense scolastiche, puah! Non esistono per la metà degli alunni. Così la scuola è ingiusta

Le percentuali di studenti che non hanno accesso al cibo salgono fino all'80 per cento nelle regioni del Sud, come la Sicilia. E coincidono con le alte percentuali di dispersione. Un caso virtuoso di mensa zero sprechi: la storia di Vergato.

costi mense scolastiche in italia

COSTI MENSE SCOLASTICHE IN ITALIA

Altro che buona scuola, una pessima scuola. A partire dai servizi essenziali, come la mensa. Save the children ogni anno fa una sorta di monitoraggio della situazione delle mense scolastiche in Italia, e scopre che purtroppo aumentano sprechi, inefficienze, e innanzitutto discriminazioni. Tra gli alunni che accedono alla mensa, in quanto la scuola offre questo servizio, e studenti che invece non possono mangiare a scuola, in quanto il servizio non è previsto. Siamo uno a uno. E fuori dalla metafora calcistica, significa semplicemente che la metà degli alunni italiani non possono mangiare a scuola. Per loro le mense sono come dei fantasmi. Semplicemente non esistono.

ACCESSO MENSA SCOLASTICA

Inutile aggiungere che le percentuali sono molto diverse tra Nord e Sud del Paese, regioni settentrionali e meridionali. Un’altra ingiustizia e un altro spreco. In particolare, in Sicilia, Calabria, Campania e Puglia si arriva fino all’80 per cento degli alunni che non hanno le mense. E se si mettono in relazioni questi dati con l’evasione scolastica si scopre l’uovo di Colombo, ma si tratta di un altro danno per i nostri studenti: mense negate e dispersione scolastica vanno di pari passo. Laddove ci sono meno studenti che accedono alle mense, ci sono anche più studenti che abbandonano gli studi prima del previsto

In questo disastro, ovviamente e per fortuna ci sono delle eccezioni. Scuole dove non solo le mense funzionano bene, ma riescono perfino a ridurre ed azzerare gli sprechi di tutti i generi, compresi quelli del cibo che finisce nella spazzatura.  A Vergato, in provincia di Bologna, la mensa scolastica è stata rivoluzionata sulla base di un sacrosanto principio: i genitori pagano il conto soltanto se i loro figli hanno effettivamente mangiato.

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MENSA SCOLASTICA VERGATO

Come funziona il meccanismo? Il genitore iscrive il figlio al servizio di refezione attraverso un portale online che gli assegna numero di utenza e password. Su questo conto si possono pagare in anticipo dei soldi, come acconto, per la mensa, con carta di credito, bonifico bancario o Paypal. A quel punto ogni giorno c’è un elenco degli studenti presenti a scuola, che vanno alla mensa, inserito sul sito, utilizzando una lavagna interattiva o un tablet, e messo a disposizione delle cucine che forniscono i pasti. Le cucine prepareranno soltanto pranzi e cene che servono, per gli alunni effettivamente presenti. E seguiranno anche le indicazioni previste, laddove ci siano esigenze specifiche, come alcune intolleranze alimentari o una particolare dieta per motivi religiosi. Una volta entrato nella lista, lo studente paga il suo pasto alla mensa, scalando sul credito versato al momento dell’iscrizione.

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Semplice, no? E anche molto efficace dal punto di vista dei risultati. «Siamo molto soddisfatti di essere riusciti a introdurre un meccanismo con il quale si possono ridurre drasticamente gli sprechi di cibo nelle mense scolastiche e allo stesso tempo si consente alle famiglie di risparmiare sui costi del servizio» spiega Anselma Capri, assessore comunale a Vergato. E chissà che l’esperienza pilota di questo piccolo comune del bolognese non possa essere replicata in tante altre città italiane, piccole, medie o grandi che siano.

LO SCANDALO DELLE MENSE SCOLASTICHE IN ITALIA E ALCUNE INIZIATIVE VIRTUOSE:

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