Come si proteggono i reni

Un'alimentazione equilibrata, con poco sale e zuccheri. Attività fisica costante e pressione sotto controllo. Le malattie che più logorano i reni.

come si proteggono i reni

I reni sono un organo vitale, che proteggiamo male, come dimostra un semplice dato: secondo gli studi del Global Burden of Disease Studyquasi il 10 per cento della popolazione mondiale adulta ha problemi di insufficienza renale, che in Italia significa circa 5 milioni di persone. La maggior parte di questi malati non sanno di esserlo, e se ne accorgono quando la situazione è ormai compromessa.

Eppure i reni si possono salvare e proteggere con metodi semplici, naturali, tutti costruiti sulla prevenzione: alimentazione, attività fisica, pressione sotto controllo, non eccedere con i farmaci, specie quando non sono necessari. 

Bere molto

La prima, banalissima regola per proteggere i reni prevede una buona idratazione: bere l’acqua che serve consente ai reni di filtrare le scorie e auto-proteggersi. 

In genere, si suggeriscono un paio di litri di acqua al giorno per mettere in sicurezza i reni, e questa quantità comprende anche l’acqua contenuta nella frutta e nella verdura (che vale circa il 20-30 per cento dell’idratazione totale giornaliera).

Tra i liquidi, invece, sono considerate nocive per i reni, tutte le bibite zuccherate che apportano anche calorie e possono contenere alcuni additivi, come fosfati e potassio, che  possono rappresentare un pericolo per i reni.

Largo, invece, a e tisane che apportano gli stessi benefici dell’acqua con il valore aggiunto dei singoli prodotti che si vanno a usare. 

Alimentazione sana ed equilibrata

La regola aurea è semplice quanto chiara: per proteggere i reni basta seguire una dieta sana ed equilibrata. Tradotto: poco sale e zucchero.

Un eccesso di sale (sodio) aumenta la pressione sanguigna, costringendo i reni a lavorare di più per filtrarlo, accelerandone l’invecchiamento. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di non superare i 5 grammi di sale al giorno (circa un cucchiaino).

Allo stesso modo, bisogna fare attenzione alle proteine, specialmente quelle animali (carne rossa). I reni devono smaltire le scorie prodotte dalla digestione delle proteine; un carico eccessivo, tipico delle diete iperproteiche non controllate, può affaticarli.

La dieta ideale è quella Mediterranea: ricca di frutta, verdura, legumi e cereali integrali, che aiutano a mantenere il peso forma e riducono l’acidità delle urine.

Stili di vita: muoversi e dire addio al fumo

La sedentarietà è nemica dei reni. Praticare attività fisica regolare (basta una camminata veloce di 30 minuti al giorno) aiuta a controllare la pressione arteriosa e la glicemia, due parametri cruciali per la salute renale.

Un capitolo a parte merita il fumo. Fumare rallenta il flusso di sangue verso i reni, compromettendone la capacità di funzionare correttamente.

Inoltre, il tabacco aumenta significativamente il rischio di cancro al rene (circa il 50% in più nei fumatori). Smettere di fumare è quindi uno dei regali più grandi che si possano fare al proprio sistema urinario.

Pressione arteriosa sotto controllo

L’ipertensione è, insieme al diabete, la principale causa di danno renale cronico. L’alta pressione danneggia i vasi sanguigni dei reni, riducendo la loro capacità di filtrare il sangue.

Spesso l’ipertensione non dà sintomi evidenti, motivo per cui è fondamentale misurare la pressione arteriosa periodicamente, specialmente dopo i 40 anni o se si ha familiarità.

Mantenere la pressione entro i valori normali (generalmente sotto 130/80 mmHg) è una delle strategie più efficaci per prevenire l’insufficienza renale.

Farmaci e integratori che possono danneggiare i reni

Tra i medicinali che, utilizzati con eccessiva frequenza, possono danneggiare i reni ci sono in prima fila gli antinfiammatori non steroidei (FANS) e gli antidolorifici da banco (che non prevedendo la ricetta obbligatoria, erroneamente vengono considerati “innocui”, e non lo sono).

E anche alcuni integratori (specie se hanno cadmio, piombo e mercurio) e persino erbe in dosi eccessive (come l’aristolochia, l’efedra, e anche il ginseng e la liquirizia) possono essere tossici per i reni.

Malattie che logorano i reni

I reni, quando sono danneggiati, continuano a lavorare, anche se molto peggio. Questo aspetto ha il vantaggio di non azzerare il prezioso lavoro dei reni, ma allo stesso tempo presenta il subdolo inconveniente di non riuscire a capire in tempo il problema.

In generale, però sappiamo che alcune patologie logorano i reni, e quindi in questi casi la prevenzione deve essere più accurata e controllata. Le malattie che creano più problemi, a catena, ai reni sono:

  • Diabete: L’eccesso di zucchero nel sangue danneggia i filtri dei reni (nefropatia diabetica).
  • Obesità: Costringe i reni a un super-lavoro per filtrare una maggiore quantità di sangue.
  • Ipertensione: Come detto, danneggia i vasi renali.
  • Infezioni all’apparato urinario: Se trascurate o ricorrenti, possono risalire ai reni (pielonefrite) causando danni permanenti.
  • Patologie urologiche, come i calcoli: Ostacolano il deflusso dell’urina, creando pressione e infezioni.
  • Malattie autoimmuni: Patologie come il Lupus Eritematoso Sistemico (LES) possono causare la nefrite lupica, un’infiammazione che colpisce i filtri renali. Anche le vasculiti e la Sindrome di Goodpasture aggrediscono direttamente i vasi o le membrane renali, compromettendone la funzione.
  • Glomerulonefriti: Si tratta di un gruppo di malattie (che possono essere acute o croniche) che causano l’infiammazione dei glomeruli, riducendo la capacità del rene di filtrare le scorie e trattenere le proteine.
  • Patologie cardiovascolari: Esiste un legame stretto tra cuore e reni (sindrome cardiorenale). Lo scompenso cardiaco riduce l’apporto di sangue ai reni, mentre l’aterosclerosi può restringere le arterie renali (stenosi), causando un’ischemia cronica del tessuto.

Per chi soffre di una o più di queste patologie, i controlli periodici della funzionalità renale non sono un optional, ma una necessità medica.

Gli esami per capire se i reni sono in ordine

La diagnosi precoce è l’arma più potente per rallentare la progressione del danno renale. Non servono procedure invasive; due semplici esami di laboratorio forniscono un quadro clinico completo:

  1. Esame delle urine (con valutazione del sedimento): È fondamentale per rilevare la microalbuminuria, ovvero la presenza di minime quantità di albumina nelle urine. Questo è spesso il primissimo segno di danno renale, che compare molto prima che la funzione di filtraggio sia compromessa. Può anche evidenziare la presenza di globuli rossi (ematuria) o bianchi, indicativi di altre patologie.
  2. Esame del sangue (dosaggio della creatinina): La creatinina è un prodotto di scarto del metabolismo muscolare. Se i reni non funzionano bene, il suo livello nel sangue sale. Il valore della creatinina sierica viene utilizzato, insieme a età, sesso ed etnia, per calcolare la Velocità di Filtrazione Glomerulare stimata (eGFR). Questo parametro è il “gold standard” per valutare la funzionalità renale residua e stadiare l’eventuale insufficienza renale.

Data l’importanza di questi marcatori, le linee guida internazionali raccomandano lo screening annuale per tutti i pazienti diabetici, ipertesi o con familiarità per malattie renali.

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