Come evitare rischi con i tatuaggi - Non sprecare
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Tatuaggi: fateli con professionisti e microaghi

Scegliere solo centri qualificati e certificati. Non coprire i nei. Massima attenzione all’inchiostro ed ai colori. E niente tatuaggi per le donne incinta

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Sapete chi sono i più tatuati del mondo? Gli italiani. Prima degli svedesi, degli americani e degli australiani. Una vera febbre che ha contagiato circa 7 milioni di persone (il 30 per cento in età compresa tra i 29 e i 44 anni) con un giro d’affari di oltre 300 milioni di euro l’anno, ai quali bisogna aggiungere i soldi che girano in nero.

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COME EVITARE RISCHI CON I TATUAGGI

Il fenomeno parte da lontano se si considera che il primo tattoo, in media, si fa attorno ai 25 anni. E per questo merita particolare attenzione. Il rischio di sprechi, non tanto di denaro quanto di salute, è altissimo. Come dimostra il fatto che, per esempio, il Ministero della Salute (www.salute.gov.it) ha ritirato ben 11 pigmenti per tatuaggi considerandoli allergici o cancerogeni.

Il pericolo maggiore arriva dagli inchiostri utilizzati, da come si usano  e dalla loro composizione chimica. In generale si tratta di prodotti che contengono cobalto, nichel, cromo, manganese e innanzitutto biossido di titano, quello che usa per le vernici. Si tratta di additivi e metalli pesanti, che vanno ben oltre i limiti considerati sicuri. Inoltre, massima attenzione all’uso degli inchiostri: le boccette avanzate vanno comunque gettate in quanto possono infettare. Quando scegliete di fare un tatuaggio, pretendete sempre inchiostri nuovi.

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QUALI SONO I COLORI PIÙ A RISCHIO NEI TATUAGGI

E dove sta il rischio per chi si fa un tatuaggio? Nel fatto che l’inchiostro del disegno si stacca, in piccole nano-particelle, che migrano e arrivano fino ai linfonodi. Ed è qui che l’inchiostro può fare i danni più gravi. Inoltre gli inchiostri azoici, i più comuni coloranti sintetici, possono rilasciare ammine aromatiche cancerogene e idrocarburi aromatici policiclici.

I colori più a rischio sono il giallo e il rosso, con le loro varie sfumature, ma anche il nero va tenuto sotto osservazione, proprio per il fatto che di solito contiene idrocarburi policiclici aromatici, composti che comprendono anche sostanze cancerogene. In ogni caso, se il tatuatore miscela pigmenti di colore diverso o diluisce l’acqua, aumenta il rischio di contaminazione.

Oltre all’inchiostro e al colore, sono fondamentali alcune accortezze nel fare i tatuaggi. In particolare: evitare di coprire i nei con disegni indelebili, rinunciare a solarium e alle lampade UV che fanno scolorire il tattoo e aumentano il rischio di cancro, andare da un medico se ci sono alcuni sintomi. Modifiche del decoro, dolore, arrossamento, prurito, formazione di grumi, perdita di siero acquoso, pus, vesciche e crosticine.

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L’ALLARME DEI DERMATOLOGI SUI TATOO

Partendo dai pericoli relativi all’inchiostro usato, e alle sua varie sfumature, i dermatologi europei hanno lanciato un allarme ai governi dell’Unione e in particolare ai vari ministeri della Sanità. Un allarme sui rischi e una proposta molto ragionevole e concreta per ridurre i pericoli dei tatuaggi e gli inconvenienti tossici: basterebbe, almeno, che gli inchiostri per colorare la pelle abbiano, per legge, gli stessi standard di sicurezza dei cosmetici.

L’INDUSTRIA DEI TATUAGGI IN ITALIA

A parte i rischi per la pelle legati alle sostanze contenute nell’inchiostro, c’è poi il tema delle pratiche e delle condizioni igieniche dei centri dove si fanno i disegni. In Italia mancano delle norme specifiche per i tatuaggi, non tutti i professionisti sono dotati di competenze certificate e i pericoli sono soprattutto a carico del cliente. Secondo il Codice civile, il tatuatore non rientra tra le attività pericolose, pur intervenendo sul corpo umano. Il quadro normativo italiano consiste soltanto nelle linee guida del ministero della Salute per l’esecuzione di procedure di tatuaggio e piercing in condizioni di sicurezza, e il 13 per cento dei tatuati si affida a centri non a norma. Esse riguardano i rischi di trasmissione di infezioni e le misure da applicare per il controllo del rischio. Le uniche regole da rispettare sono due:

  1. Formazione. Ogni tatuatore deve frequentare un corso di formazione che rilascia una qualifica professionale.
  2. Controllo dell’Asl. I luoghi in cui viene svolta l’attività devono presentare determinate condizioni igieniche e ciò deve essere accertato dagli ispettori dell’azienda sanitaria locale.

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ARTIGIANI TATUATORI

Il mestiere di artigiano tatuatore sta esplodendo parallelamente alla crescita a due cifre e senza interruzione della domanda di interventi e disegni sul corpo. Soltanto a Milano i tatuatori, tra il 2017 e il 2021, sono passati da 341 a 523 unità, e le donne sono raddoppiate. Motivo per cui, giustamente, l’Unione nazionale artigiani ha alzato l’asticella della formazione ed oggi per accedere a questa qualifica sono necessari corsi per complessive 1.500 ore. E non soltanto qualche lezione.

COSA SAPERE PRIMA DI FARE UN TATUAGGIO

Due requisiti che non mettono i clienti al riparo dal contagio. La puntura di un ago non sterile è un rischio altamente probabile, in assenza di leggi ben precise in materia. Per questo, è necessario valutare con attenzione il professionista cui affidiamo la nostra pelle.

La moda del tatuaggio può farci sottovalutare la pericolosità dell’esecuzione. L’utilizzo di aghi infetti oppure l’incapacità di chi lo esegue possono provocare gravi infezioni o addirittura trasmettere delle malattie difficilmente curabili. Soltanto alcune regioni hanno emanato delle leggi, rifacendosi alla legislazione europea. Quindi, nel caso malaugurato di danni provocati dal tatuaggio, è anche difficile appellarsi alla legge. Sono vari i casi in cui delle persone hanno avuto dei problemi di salute dopo un tatuaggio e si sono viste negare dei risarcimenti, a causa della mancanza di prove sufficienti.

Infine, un’ultima indicazione da tenere presente: il tatuaggio è sconsigliato ai malati di diabete, alle persone che soffrono di allergie o di psoriasi e alle donne durante la gravidanza.

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COME CANCELLARE UN TATUAGGIO

Due persone su dieci che hanno fatto un tatuaggio, dopo un certo periodo di tempo, lo vogliono cancellare, secondo le statistiche dell’Istituto superiore di Sanità. Sono stufi del disegno scelto, hanno un nuovo fidanzato, desiderano cambiare i colori. Ma anche cancellare un tatuaggio non può essere un’operazione improvvisata. Guai, per  esempio, affidarsi al fai-da-te con creme e pomate reclamizzate su Internet. Sono rischiose per i potenti agenti chimici che contengono e spesso attenuano il colore ma non lo eliminano. Meglio scegliere un centro specializzato, tra quelli qualificati, e lasciarsi consigliare anche sulla decisione di cancellare il tatuaggio.

TATUAGGI CON MICROAGHI

Un gruppo di ricercatori del Georgia Institute of Technology ha brevettato un nuovo metodo per fare i tatuaggi, sia in campo medico (quando per esempio bisogna togliere i segni di una cicatrice) sia nella cosmetica. Il metodo utilizza microaghi, contenuti in un cerotto da applicare sulla pelle, a basso costo, indolori, che possono essere anche autosomministrati. Il microago somministra lentamente, e quindi senza provocare alcun fastidio, l’inchiostro, anche di vari colori.

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