In Norvegia la casa biologica costruita con gli scarti del pomodoro

I biomateriali per la costruzione ricavati dai rifiuti della filiera agricola. Trattati e pressati formano una specie di legno compensato. Molto resistente e termico. La casa biologica può essere facilmente spostata da un posto all’altro

casa biologica norvegia

CASA BIOLOGICA IN NORVEGIA CON GLI SCARTI DEI POMODORI

Scarti di pomodori, che sono davvero tanti specie se pensiamo ai rifiuti dell’industria conserviera. Steli d’erba e paglia che in campagna non mancano mai. Sono questi i principali materiali di riuso e di riutilizzo della prima casa biologica al mondo, brevettata in Norvegia.

Un piccolo gioiello di stile e di innovazione, ispirato al dittico Non sprecare, tanto che il progetto di uno studio di architetti privati è sostenuto dal ministero dell’Ambiente norvegese. La prima abitazione al mondo completamente biologica nasce nel tentativo non solo di implementare la bioedilizia, ma di trovare una modalità creativa, utile e tech allo smaltimento dei rifiuti di tipo organico. Quindi, sprechi zero non solo nella costruzione, ma nell’intera filiera dello smaltimento.

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Photo credits: Rinnovabili.it

CASA ECOLOGICA NORVEGIA

Derivati dall’attività agricola, tutti gli scarti della produzione di pomodori, la paglia, gli steli d’erba, e le alghe invece di essere bruciati, emettendo nell’ambiente una grande quantità di agenti chimici provenienti dalla combustione e di CO2, sono trattati e pressati, compattati in modo da avere un biomateriale in pannelli da utilizzare all’interno o all’esterno dell’abitazione. Questa specie di legno compensato, con il quale è stata costruita la casa ecobio, è trattato con una speciale sostanza che lo impregna e gli permette di essere quasi completamente protetto dalle intemperie e molto meno soggetto al rovinarsi con il passare degli anni. Dunque la casa biologica è resistente, termica, e non ha bisogno di particolari costi di manutenzione.

Anche i basamenti della casa sono ecosostenibili e ad impatto zero: stop al cemento, la casa si poggia su fondazioni a vite che non la rendono meno sicura, soltanto trasportabile e più leggera.

Ciò le permette di essere spostata con facilità, smontata e rimontata dovunque si voglia con estrema facilità, una possibile soluzione low cost al problema abitativo.Il lavoro prende le mosse dallo studio di architettura sostenibile Een til Een che ha voluto applicare tali tecniche costruttive e di trattamento dei materiali (la tecnica Kelbony di trattamento del legno) per cercare di approntare una casa a impatto zero dal punto di vista energetico ed ambientale.

(Immagine in evidenza tratta dalla pagina Facebook dello studio Een til Een)

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