Chi e’ riuscito a mantenere il lavoro, in questi tempi di crisi profonda, se lo tiene stretto. Anche a costo di lavorare ben oltre un ritmo normale, anche a costo di sacrificare la pausa pranzo per la produttivita’: lo denuncia un’indagine condotta nel Regno Unito su 3mila persone dal Chartered Institute of Personnel and Development.
STRESS ? Uno su quattro, stando ai dati raccolti oltremanica, salta il pranzo; uno su tre mangia un panino o poco altro mentre siede di fronte al computer. In meta’ dei casi chi lo fa dichiara di aver troppo lavoro da sbrigare e di non riuscire a far fronte a tutti i propri compiti se non rosicchiando minuti alla pausa pranzo; il 30 per cento afferma di saltare la pausa perche’ con la crisi molte teste sono saltate e non c’e’ piu’ abbastanza personale per svolgere tutto il lavoro della giornata. Squarci di vita d’ufficio che suscitano allarme, soprattutto considerando che un lavoratore su due ha anche aggiunto di andare in ufficio perfino quando non si sente bene: la paura di perdere il posto fa novanta, ogni sacrificio e’ buono per fare bella figura col capo. Anche a costo di rimetterci la salute, visto che il 40 per cento dei lavoratori dice di sentirsi sotto stress almeno una volta durante la settimana lavorativa. Un certo grado di pressione sul lavoro e’ normale e non e’ neppure necessariamente negativo ? ha commentato Bill Wilmott, dell’Istituto inglese che ha condotto il sondaggio ?. Il problema e’ che molto, troppo spesso si oltrepassa il livello di guardia, si accumula un livello di stress tale da non riuscire a controllarlo. E poi se ne pagano le conseguenze in termini di ansia, depressione, malattie cardiache.
PRANZO ?Un’indagine diffusa circa un anno fa, condotta in 6 diversi Paesi europei fra cui l’Italia, aveva rivelato che molti lavoratori stavano riscoprendo la buona abitudine di una pausa pranzo fatta con calma, magari sedendosi alla tavola calda. Puo’ darsi che nel frattempo le condizioni di lavoro si siano ulteriormente deteriorate, puo’ darsi che in Inghilterra gli impiegati siano particolarmente sotto pressione. Certo e’ che se facciamo parte della schiera di chi ingolla un panino di fronte al computer o dimentica il pranzo di mezzogiorno faremmo bene a ripensarci, e a trovare il tempo e la tranquillita’ per sederci a un tavolo. Perche’ saltare i pasti fa male, come spiega Giuseppe Fatati, presidente dell’Associazione Nazionale di Dietetica e Nutrizione Clinica: Saltare occasionalmente un pasto non crea troppi problemi, soprattutto nei piu’ giovani. Diventa “pericoloso” quando e’ un’abitudine, nemmeno tanto per gli effetti metabolici quanto piuttosto per l’azione di “desincronizzazione” della risposta agli stimoli di fame e sazieta’. I pasti sono infatti importanti sincronizzatori del nostro organismo, creano un ciclo regolare in cui alla fame si risponde col pasto, poi c’e’ la sazieta’ e cosi’ via. Se saltiamo i pasti salta anche questo meccanismo e l’effetto principale e’ la tendenza a mangiare poi molto di piu’, appena si stacca dal lavoro ? spiega Fatati ?. Chi non pranza esce dall’ufficio affamato, inizia col concedersi l’aperitivo, poi fa una lauta cena, magari continua a mangiucchiare perfino dopo o anche di notte. Meglio quindi prendersi una pausa e mangiare come si deve, perche’ abbiamo bisogno di staccare psicologicamente e fisicamente dal lavoro: no al panino di fronte al computer, si’ a due passi fino alla prima tavola calda. Che cosa dovrebbe ordinare chi lavora in ufficio? Un piatto di pasta condita in modo semplice e’ sempre un’ottima scelta: offre carboidrati a lento rilascio che sono carburante ideale anche per il lavoro intellettuale, conclude Fatati.