
Non è vero che la spontaneità sia un dono riservato ai bambini. Una virtù dell’infanzia. È falso che l’avanzare degli anni, le faticose prove nella palestra della vita, ci portano verso il cinismo, il calcolo, la cautela che sfoca nella ruffianeria.
VALORE SPONTANEITÀ
Al contrario, e premesso che i bambini possono essere generosissimi e ferocissimi nella naturalezza dell’età, il grande poeta Pablo Neruda considerava la spontaneità come l’approdo di un percorso, il frutto di una serie di mediazioni, e dunque la vedeva come un abito su misura da indossare durante la nostra crescita come persona. Un abito della maturità.
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IMPORTANZA SPONTANEITÀ
Un’intera pedagogia, quella che porta la firma di Rudolf Steiner, è stata costruita sul perno della spontaneità, la virtù che aiuta a crescere, a essere autonomi nel pensiero e creativi nell’azione. Dunque, ecco una prima e fondamentale qualità della spontaneità: il suo movimentismo.
Chi è spontaneo spinge i suoi comportamenti a distanza di sicurezza dall’opportunismo, dal pregiudizio e dalle convenzioni. È capace di cambiare idea, quando ha maturato la consapevolezza di averne praticata una sbagliata. Non resta mai fermo, inchiodato alle sicurezze di convinzioni, anche quando non hanno più fondamento. E semmai è curioso di condividerle e confrontarli con altri. La spontaneità, in questo senso, alimenta discussione e relazione. È un ottimo approccio per la conoscenza dell’altro, e pazienza se vi capita qualcuno che, a fronte della fronte spontaneità, reagisce in modo rigido. Se non si sblocca, e in fretta, significa solo che si tratta di una persona con la quale è inutile instaurare rapporti umani al di sopra di una soglia minima e formale di conoscenza. È solo tempo sprecato.
Nell’essere sempre se stessi, la spontaneità trova un solo vero limite da considerare invalicabile: lo stile. O anche la buona educazione e il buon senso, tutti concetti affini. Nel Seicento, il filosofo amante dell’estetica Francois de La Rochefoucauld diceva una cosa attualissima, se pensiamo ad alcuni stili vita, ad alcuni comportamenti: «Molti giovani credono di essere spontanei, ma sono solo maleducati e grossolani».
NON RINUNCIARE AD ESSERE SPONTANEI
In realtà, rispetto all’epoca di Rochefoulcauld, non sono soltanto i giovani, o i giovanissimi, a manifestare questa sottospecie di spontaneità sotto forma di maleducazione e scarso rispetto per gli altri. Ci sono anche persone mature e molto mature.
Pensate al modo con il quale è diventato ormai sempre più frequente interloquire con una persona dal primo approccio. Senza anticipare la frase con un minimo di rispetto, anche solo un «Buongiorno» o «Buonasera», il contatto arriva immediatamente attraverso una parola-simbolo di questa surrogata spontaneità: «Ciao». Capirete bene, però, che la spontaneità non c’entra nulla, e siamo solo in presenza di un deteriorarsi del linguaggio e dello stile. A quel punto è preferibile essere più convenzionali ma anche più educati. Oppure pensate alla spontaneità che viene richiesta per partecipare a un programma televisivo, laddove la tv è finzione per definizione. Si chiede la lacrima facile, l’urlo, la voce grossa, l’insulto, la bizzarria costruita ad arte. Tutto per rompere gli schemi e liberi da convenzioni? No, tutto per fare ascolti. Nella totale finzione della scatola magica.
La spontaneità non va sprecata confondendola con impulsi e compulsioni. Sono cose profondamente diverse, non assimilabili. Chi riesce a conservare lo spirito e l’atteggiamento di una persona spontanea più che alla pressione astratta degli impulsi, che possono anche essere violenti e dannosi, risponde alla legge del cuore. La spontaneità arriva dal cervello, in quanto è una libera e razionale scelta di stile di vita, ma parte dal cuore, porta di accesso per praticare un’autentica forma di libertà. La libertà di esprimere, quando è necessario, tutta la potenza dei nostri sentimenti. Senza reprimerli.
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