Come si riconosce la dipendenza da Internet

La dipendenza è chiara. Il 60 per cento dei giovanissimi, tra gli 11 e i 17 anni, controllano il telefonino appena svegli e prima di andare a letto. E perdono quasi sette ore di sonno a settimana. I sintomi della dipendenza da protesi elettroniche

COME RICONOSCERE DIPENDENZA DA INTERNET

Come si riconosce la dipendenza da Internet? Ci sono alcuni sintomi inequivocabili, dalla stanchezza mentale all’irritabilità, che indicano il rischio di scivolare nella zona grigia della dipendenza dal web. Mail comprese. Prendetela come un’impressione o anche come il risultato di ciò che una parte della comunità di Non sprecare ci sta segnalando, ma il flebile (per ora) cambiamento è molto interessante, per quanto sia ancora sottotraccia: i giovani iniziano a prendere qualche distanza dallo smartphone. Aumentano alcuni piccoli segnali di contromisure come per esempio parlare meno con il telefonino e non fare telefonate e comunicazioni di qualsiasi tipo a raffica. E tutto ciò fa ben sperare rispetto a un futuro più sostenibile, che significa anche un mondo dove la tecnologia non mette in ginocchio e rende schiavo l’uomo.

DIPENDENZA DA INTERNET IN ITALIA

Il punto di partenza, per quanto riguarda giovani e giovanissimi, lo conosciamo tutti, genitori e nonni, molto bene. Non sprechiamo tempo a fare dibattiti insensati e fidiamoci, per esempio, di qualche dato fornito dalla Società italiana di pediatria. L’85 per cento dei giovanissimi italiani, tra gli 11 e i 17 anni, usano lo smartphone ogni giorno. E il 60 per cento di loro lo controlla appena sveglio e prima di andare a dormire. Uno dei risultati di questa diffusa compulsione è, per i giovanissimi, una perdita di quasi 7 ore settimanali di sonno, e in particolare il rischio dipendenza da smartphone è triplicato nel caso delle ragazze. C’è bisogno di aggiungere qualcosa per arrivare alla conclusione che siamo di fronte a una vera emergenza? Esageriamo se, pur riconoscendo l’essenzialità dell’apparecchio e il fatto che i giovani e giovanissimi non possono farne a meno,  ci ribelliamo, sì, avete capito bene: non ci stiamo, a questa schiavitù?
Piuttosto, come sito che si occupa di Stili di vita e Sostenibilità, ciò che vogliamo diffondere e su cui vi chiediamo di ragionare insieme come comunità Non sprecare ( in questo caso salute e vita, ma anche tempo e bellezze naturali), è un altro elemento, che va oltre la denuncia e la presa d’atto della patologia dilagante. Ovvero: che cosa possiamo fare per arginarla. Tutti e ogni giorno.

dipendenza da tecnologie

E qui ci viene in aiuto proprio la Società italiana di pediatria, con due luci che accende e che vi segnaliamo. La prima: i gesti semplici, di buonsenso, per ridurre l’uso dei cellulari. Musica per le orecchie di Non sprecare, visto che ne parliamo spesso, partendo dal presupposto che i giovanissimi non si educano, specie in famiglia, con le urla, ma semmai discutendo, ragionando con le teste aperte e senza andare solo a caccia di divieti e prescrizioni, e rispettando i ruoli. Bastano piccoli gesti come questi: niente smartphone e tablet a tavola o durante una conversazione. Mai di notte. Mai prima di addormentarsi. Mai quando si attraversano le strisce pedonali. Mai quando si guida una macchina o una motocicletta. Vi sembrano esercizi duri come cucchiai di olio di ricino? Piuttosto genitori e nonni dovrebbero dare l’esempio, il buon esempio, e non essere i primi smanettoni in famiglia. Stesso discorso per la scuola: un conto è dare il doveroso e utile, per tutti, spazio alla tecnologia; altra cosa è non trovare modi di evitare le esagerazioni e cancellare qualsiasi strumento didattico  che non sia un apparecchio tecnologico, una delle nostre protesi elettroniche.

SINTOMI

Le esagerazioni, e qui torniamo a fidarci della Società italiana di pediatria, producono sintomi molto evidenti della patologia equivalente a una dipendenza da smartphone e tablet, e coglierli è già un risultato importante. I sintomi più gravi ed evidenti sono nell’ordine: irascibilità, incapacità di staccarsi dall’apparecchio, uso smodato di qualsiasi strumento tecnologico. A proposito di scuole, è proprio da questo universo che arrivano altri segnali che aiutano a ben sperare per il futuro, e ci aiutano a capire per quali motivi sono proprio loro, i giovani, che iniziano a reagire.

Dall’ultimo test Ocse-Pisa, stiamo parlando della più dettagliata fotografia sulla scuola nel mondo e in particolare nei paesi del benessere, come l’Italia, viene fuori un dato che considero sconcertante: gli studenti italiani risultano connessi tutto il giorno e usano il web e il computer mezz’ora in più della media dei loro coetanei nel mondo. Capite che razza di record abbiamo conquistato? Quello degli smanettoni compulsivi e spreconi. A questo risultato l’analisi dell’Ocse collega altri fattori: i ragazzi italiani sono molto ansiosi, mammoni e uno su sette risultano del tutto insoddisfatti degli studi, non li amano, preferendo smanettare. Ripeto: uno su sette, laddove, solo per fare un paragone, gli studenti insoddisfatti della scuola (e qui non si parla tanto della qualità dell’insegnamento o degli istituti, ma proprio della voglia di studiare) in altri paesi, come quelli dell’Europa del Nord, non superano la soglia, del tutto normale, del 5 per cento. L’ansia di un compito in classe colpisce due studenti italiani su tre, il triplo dei coetanei europei. Dunque siamo un’anomalia nel club dell’Unione, e non solo.

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DIPENDENZA DA TECNOLOGIE GIOVANI

Come dicevo, questa è solo l’ultima sventagliata di cattive notizie sull’abuso tecnologico che i giovani italiani hanno ormai ridotto a stile di vita. Sbagliato, sbagliatissimo. Ne volete altri, se non vi bastano questi, di dati sconcertanti? Ogni minuto facciamo partire qualcosa come 100mila tweet e 700mila aggiornamenti della pagina Facebook. Abbiamo ridotto il piacere di un selfie a una moda narcisista e conformista, andando a fare questo tipo di immagini nei posti e nei momenti più sbagliati, anche quando passa un treno che rischia di travolgerci, fino a costringere il sindaco di un luogo del dolore, il comune di Amatrice martoriato dal terremoto, a lanciare un appello: Basta selfie, please.

Oppure vi potrei parlare di come abbiamo ormai rinunciato a coltivare una lingua nazionale, con la relativa proprietà di linguaggio: vi ho già descritto l’analisi del Censis che ha fotografato “l’imbagascimento” dell’italiano, e la sua sostituzione, specie tra i giovani, con il linguaggio, tipico dei social, della violenza, dell’insulto, della scorrettezza grammaticale, della semplificazione ad ogni costo. E come è peggiorata la lingua nazionale, un fattore di identità del popolo, così è precipitata la capacità degli studenti italiani di concentrarsi.

ABUSO DI TECNOLOGIE GIOVANI

Non sono e non voglio essere iscritto al partito dei catastrofisti, però è venuto il momento di fare una riflessione seria sull’eccesso di tecnologia e di web ai danni delle nuove generazioni, senza ovviamente negare tutta la potenzialità e la magnifica virtù di questa risorsa che ormai è imprescindibile nella nostra vita. Lo dico con molta convinzione: non dobbiamo arrenderci a un progresso senza responsabilità. Non dobbiamo piegare la testa a un’idea che il mondo va così, e i nostri figli, i nostri nipoti, i nostri ragazzi, devono andare avanti così, e anche peggio, come tanti pecoroni. Esiste anche, e ne abbiamo parlato per le persone che lavorano, un diritto alla disconnessione, una possibilità, leggera, autonoma e non costrittiva, di dieta tecnologica. Esistono mille modi, mille possibilità, che evocano per esempio il ritorno alla conversazione, al piacere di stare insieme, al godersi la vita e la natura, ai gesti più semplici di relazioni umane (i baci, i sorrisi, le carezze, il contatto fisico), per ridurre il rischio dello spreco tecnologico. Esplorarli, cercarli, metterli in campo, tocca a noi, genitori, nonni, figli e nipoti. Magari insieme. Ma facciamolo, in ogni caso, e prima che sia troppo tardi.

La dipendenza da Internet si riconosce da alcuni sintomi molto evidenti, specie tra i giovani. Facile irritabilità, voglia di solitudine, stanchezza mentale, apatia. La dipendenza da Internet non va mai sottovalutata, e va curata come una vera e propria patologia.

COME CURARE LA DIPENDENZA DA CELLULARE

La dipendenza dal cellulare è curabile, come tutte le forme di dipendenza, dall’alcol alle droghe, fino alla ludopatiaL’importante, una volta riconosciuta la patologia (se necessario, con l’aiuto di un medico), è liberarsi gradualmente delle ossessioni dello smartphone. Non usarlo, per esempio, la sera dopo essere rientrati n casa. E disattivare le notifiche quando non sono essenziali. Qui trovate alcuni consigli utili per affrontare le cure adatte per superare la dipendenza dal  cellulare.

CENTRI PER CURARE DIPENDENZA DA INTERNET

Secondo un recente censimento dell’Istituto superiore della sanità, in Italia ci sono 102 centri per curare la dipendenza da Internet. Si trovano su tutto il territorio nazionale (la mappa completa è reperibile sul sito dell’Istituto superiore di Sanità), con una netta prevalenza delle regioni del Nord, dove sono concentrati il 65 per cento dei servizi offerti, rispetto al solo 9 per cento delle regioni meridionali. La maggioranza degli utenti sono maschi (75 per cento), di età compresa tra i 15 e i 18 anni.

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