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Civiltà digitale: con troppa tecnologia il rischio è ridere meno e soffrire di più

La trappola del virtuale: basta una cancellazione su Facebook per metterci di cattivo umore. Il 14 per cento dei bambini di 1 anno passa un’ora della propria giornata con un gadget elettronico. Tempo che rischia di modificare le nostre esistenze, e non è detto che ci renda più felici, anzi.

CIVILTÀ DIGITALE

Mia nipote adolescente, qualche giorno fa, era di pessimo umore. «Che succede, problemi a scuola?» le ho chiesto. «No, una compagna mi ha cancellato dai suoi amici su Facebook….» mi ha risposto. È così: essere esclusi da un social, anche solo per un banale capriccio o per un dispetto, è diventata un’offesa, perché quella presenza misura più di ogni altra cosa il nostro livello di relazioni, di collegamenti e anche di apprezzamento da parte degli altri. Viviamo sempre connessi, quasi “esistiamo” grazie alle comunità virtuali dei social, eppure facciamo sempre più fatica a non essere soli nella vita reale. Anche il corteggiamento, la ricerca della seduzione, ha cambiato il suo profilo nella scatola magica della Rete, e ha perso la dimensione della carnalità, del contatto fisico, dell’emozione di un bacio o di una carezza autentici.

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BAMBINI E NUOVE TECNOLOGIE

Gli ultimi numeri pubblicati dalla società americana di Pediatria sono spaventosi. Il 36 per cento dei genitori intervistati ha risposto che il figlio ha iniziato a usare un touchscreen a meno di un anno e il 33 per cento entro i 2 anni. Il 12 per cento dei bambini è partito con i videogame e il 15 per cento con le app prima della data del compimento del primo anno di vita. Ed a un anno di età il 14 per cento dei bambini passa con un gadget elettronico un’ora della propria giornata. I genitori, a loro volta, utilizzano gli apparecchi tecnologici per svolgere le attività casalinghe, distrarre e calmare i bambini (come se un tablet fosse un ciuccio), perfino per addormentarli.

I RISCHI DEL MONDO DIGITALE

Questa civiltà digitale continua, con il passo di un carrarmato, a modificare le nostre esistenze, e non è detto che ci rende più felici, ma può farci anche sorridere meno. Proprio come mia nipote, esclusa da una comunità di Facebook. «Troppa tecnologia rischia di non aiutare l’uomo, e anzi di isolarlo…» avverte David Carr, l’autore del best seller Internet ci rende stupidi?  Stupidi magari no, ma più soli sicuramente sì.

QUANDO TROPPA TECNOLOGIA FA MALE

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