L'Unione europea ha proposto una tassa sulla tassa CO2 - Non sprecare
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L’Unione europea vuole introdurre una tassa alle frontiere sulle emissioni di CO2

Si tratterebbe di una sorta di dazio per scoraggiare gli acquirenti europei a fare affari con Paesi che hanno standard ambientali meno rigidi di quelli comunitari

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Un dazio da imporre ai prodotti provenienti da Paesi che rispettano standard sul clima meno rigorosi dell’Unione europea. È quanto ha deciso l’europarlamento dando il semaforo verde all’iniziativa della Commissione europea in merito all’introduzione di una tassa sulla CO2 alle frontiere.

TASSA CO2

L’iniziativa, se si dovesse tradurre in legge come noi di Non sprecare auspichiamo, colpirebbe i prodotti dei settori coperti dal mercato della CO2 Ue-Ets, come ad esempio: cemento, acciaio, alluminio, raffinazione del petrolio, carta, vetro, fertilizzanti. Quest’ultimi vengono prodotti in industrie ad alta intensità energetica, in Paesi fuori dall’Unione che spesso non brillano per controlli sulle emissioni, anzi. Ragione per la quale riescono ad essere economicamente molto competitivi sui mercati internazionali. L’introduzione di questi dazi consentirebbe di disincentivare gli acquirenti europei a scegliere prodotti provenienti da Paesi che non rispettano l’ambiente.

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TASSA EUROPEA SULLE EMISSIONI CO2

La Commissione potrà andare avanti con la scrittura della proposta legislativa, che dovrebbe essere pronta entro l’estate, dopo che, la scorsa settimana, l’Europarlamento ha approvato una risoluzione sul meccanismo di adeguamento del prezzo del carbonio alle frontiere. Il testo è passato con 444 voti favorevoli, 79 contrari e 181 astensioni. Il meccanismo era già stato previsto dalle conclusioni del Consiglio europeo di luglio come una delle risorse proprie del bilancio Ue 2021-27.

UNIONE EUROPEA TUTELA CLIMA

Secondo gli europarlamentari la misura dovrà essere compatibile con le regole Wto, non protezionista e concepita per soli fini di azione climatica. L’obiettivo infatti non è porre limiti al mercato ma scoraggiare l’acquisto da produttori che mettono al primo posto il profitto senza tener conto minimamente dell’impatto ambientale.

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