PROGETTO RAEE IN CARCERE – Promuovere il recupero dei rifiuti elettrici ed elettronici e, allo stesso tempo, favorire il reinserimento socio-lavorativo di persone in esecuzione penale o che hanno concluso il periodo di detenzione, attraverso il disassemblaggio di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE): questo l’obiettivo del progetto “RAEE in Carcere” premiato a Roma dal comitato italiano promotore della “Settimana europea per la riduzione dei rifiuti” come esempio nell’ambito della gestione dei rifiuti con un’importante valenza sociale.
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COS’E’ IL PROGETTO RAEE IN CARCERE – Nato nel 2005 nell’ambito dell’iniziativa Equal Pegaso promossa dalla Regione Emilia Romagna e dal Fondo Sociale Europeo in collaborazione con Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria dell’Emilia Romagna, Hera, consorzi Ecolight, Ecodom e Erp Italia, cooperative sociali IT2, Gulliver e Il Germoglio, enti di formazione Techne e Cefal, Province di Bologna, Forlì-Cesena e Ferrara, il progetto è poi diventato operativo nel 2009 con la partecipazione di detenuti a tre laboratori produttivi operanti all’interno delle carceri di Bologna e Ferrara ed all’esterno del carcere di Forlì. Il personale selezionato è stato formato e poi assunto dalle cooperative sociali che gestiscono le attività.
Un modello, il progetto “RAEE in Carcere”, in grado di coniugare finalità sociali e attenzione all’ambiente: dall’avvio del progetto, sono state lavorate ben 2.500 tonnellate di RAEE che hanno permesso di recuperare importanti quantitativi di materie prime seconde ed evitare la dispersione nell’ambiente di sostanze pericolose.
I RISULTATI RAGGIUNTI DAL PROGETTO RAEE IN CARCERE – Notevoli i risultati raggiunti, soprattutto in termini sociali: le persone in esecuzione penale coinvolte nei tre laboratori sono state più di 60 e di queste, 22 sono state assunte dalle cooperative sociali che gestiscono i tre laboratori: IT2 a Bologna, Gulliver a Forlì e Il Germoglio a Ferrara. L’accompagnamento formativo dei lavoratori, tramite tirocini d’inserimento e tutoraggio al gruppo dei lavoratori, ed il raccordo con le istituzioni regionali è assicurato fin dall’avvio del progetto dagli enti di formazione Techne Forlì Cesena e Cefal Emilia Romagna.
E non solo, dal 2012 il progetto ha ampliato il proprio raggio di azione: il sito web e la pagina facebook, cofinanziati da alcuni partner, sono gestiti da operatrici provenienti dall’esperienza del carcere ponendosi così come un’occasione formativa e lavorativa.
Una percorso importante non solo per promuovere e incrementare l’inclusione sociale e lavorativa delle persone detenute ed in misura alternativa ma anche perché comporta una ricaduta positiva e concreta sul territorio e la tutela dell’ambiente.
(Nell’immagine di copertina un momento della premiazione del progetto “RAEE in carcere”)
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