Maldive a rischio per l’isola-spazzatura che cresce di un metro quadrato al giorno

Thilafushi, nel cuore dell’arcipelago, è lo sversatoio della Maldive e dei resort affollati di turisti. In prima fila ci sono gli italiani. Senza interventi, il mare più bello del mondo è in pericolo.

Le Maldive sono il paradiso marino più amato dagli italiani, con 1.190 isole coralline concentrate in 26 atolli, di cui 93 sono occupate da villaggi turistici e resort di gran lusso. E non a caso proprio gli italiani sono i primi frequentatori delle Maldive e rappresentano quasi il 20 per cento degli arrivi complessivi, rispetto al 17,9 per cento degli inglesi e all’11,8 per cento dei tedeschi.

ISOLA DI SPAZZATURA ALLE MALDIVE

Pochi viaggiatori, però, sanno che accanto al paradiso c’è l’inferno, ovvero l’isola Thilafushi, situata ad appena sette chilometri dalla capitale delle Maldive, Malé, e diventata una sorta di sversatoio  a cielo aperto dell’intero arcipelago.

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RUBBISH ISLAND MALDIVE

La situazione è al collasso. Sull’isola arrivano 500 tonnellate di rifiuti al giorno, pari ogni ora a una quantità di immondizia trasportata da cinque camion della spazzatura. Secondo i calcoli dell’associazione ecologica locale Blue Peace, l’isola della vergogna, chiamata anche Rubbish Island (ovvero l’isola della spazzatura) cresce a un ritmo impressionante di un metro quadrato al giorno.

(Fonte immagini: Getty Images)

ISOLA DI RIFIUTI MALDIVE

D’altra parte non potrebbe essere diversamente perché qui, in una superficie di oltre 50 ettari, finiscono tutti i rifiuti dei resort delle altre isole, tutta la sporcizia prodotta dal traffico turistico. Una vera pattumiera, dove l’immondizia viene poi nascosta e macerata sotto la sabbia e perfino direttamente a mare, oppure incenerita artigianalmente con fumi velenosi che ogni giorno si innalzano in cielo. La minaccia, a questo punto, è di rovinare il mare più bello del mondo e per questo il governo di Malé sta cercando di correre ai ripari. Come? Costringendo tutte le altre isole a fare la differenziata ed a adottare un sistema di auto-eliminazione dei rifiuti. Ci riuscirà? Per il momento il paradiso è insozzato dall’inferno.

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