ETICHETTE LASER PER CIBO
L’adesivo attaccato a una patata o a un pomodoro, a prima vista, può sembrare un piccolo spreco di plastica a fronte delle milioni di tonnellate consumate nel mondo, ma è proprio dai piccoli gesti che cominciano le rivoluzioni, anche quelle verdi. Eliminarle del tutto, tra l’altro, porterebbe enormi risparmi nelle emissioni di energia e Co2. Per questa ragione la società olandese di frutta e verdura Natura & More si è alleata con la catena di supermercati svedese Ica per sviluppare una nuova tecnica di etichettatura del tutto “bio”. Al posto di quelle di plastica adesive, su avocado e patate dolci, hanno cominciato ad utilizzare un “marchio naturale”. Si tratta di vere e proprie etichette laser per cibo che sfruttano una forte luce per rimuovere alcuni pigmenti dalla pelle dei prodotti.
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RIDURRE EMISSIONI DI PLASTICA
Ovviamente sottoporre gli alimenti a questa pratica non influisce minimamente sulla loro bontà e la marcatura, una volta asportata la buccia, non lascia segni sulla polpa. Da Ica fanno sapere che solo per gli avocado, questo provvedimento porterà a un risparmio di 200 chilometri di plastica. Inoltre la tecnologia laser produce anche un 1 per cento in meno di emissioni di carbonio rispetto alle procedure necessarie per produrre un adesivo di dimensioni simili.
ETICHETTE ALIMENTARI BIOLOGICHE
Con questa iniziativa non si risparmia solo la plastica ma si registra anche una significativa riduzione di carta, inchiostro e colla, oltre all’energia per produrla e trasportarla. Un guadagno che può produrre anche maggiori introiti al supermercato. Nella catena svedese ben un quinto dei clienti che acquistano frutta e verdura dicono di fare attenzione alla sostenibilità del prodotto. “Le vendite organiche sono guidate da una presa di coscienza ambientale, come i rischi del cambiamento climatico e la speranza nei benefici per la salute di questi prodotti – spiega Peter Hagg, business manager di Ica al quotidiano anglosassone The Guardian – I giovani acquirenti scelgono i prodotti anche a seconda dell’impatto ambientale dell’imballaggio. E sappiamo che questa tendenza sarà sempre più importante nei prossimi anni”.
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