Nuove etichette alimentari, per latte e formaggi finalmente diventa obbligatoria la provenienza

Ogni prodotto deve indicare il paese della mungitura e quello della trasformazione. Un beneficio per gli allevatori onesti, massacrati dalla concorrenza sleale della contraffazione. E un vantaggio per i consumatori che finalmente sanno che cosa comprano e non sprecano al buio.

nuove etichette alimentari

NUOVE ETICHETTE ALIMENTARI

Anche se con eccessiva lentezza, stiamo finalmente avvicinandoci ai paesi più civili del mondo in materia di etichette alimentari. Con l’obiettivo di aiutare i produttori onesti, favorire l’autentico made in Italy e proteggere i consumatori da sprechi e truffe. La più importante novità riguarda, per il momento, il latte e tutti i suoi derivati, a cominciare dai formaggi.

Dal mese di aprile del 2017, tutti i prodotti della filiera legata al latte ed ai suoi derivati dovranno avere delle etichette complete, con due preziose indicazioni: il paese di mungitura e quello di trasformazione del latte.

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NUOVE REGOLE PER ETICHETTE ALIMENTARI –

Avete un’idea dei tanti vantaggi che possono arrivare da questa banale ma essenziale regola, che su questo sito chiediamo ormai da anni? Primo: gli allevatori e i produttori di latte ne avranno sicuramente un giusto vantaggio economico, in quanto l’etichetta corretta colpisce la concorrenza sleale e illegale. Non a caso, il prezzo del latte italiano, pagato alla stalla, è già aumentato da 32 a 39 centesimi. E non è detto che questo aumento debba necessariamente scaricarsi sugli acquirenti, ma certo è una bella boccata d’ossigeno per un intero settore dell’agricoltura made in Italy che sta soffrendo da molti, troppi anni.

Secondo vantaggio: il consumatore adesso è consapevole di che cosa sta mangiando. Latte italiano o latte di altra provenienza. Formaggio made in Italy o in arrivo da un non identificato paese dell’Est. Tutto chiaro, dall’etichetta al relativo prezzo, comprese le libere e responsabili scelte di chi fa la spesa. Senza la provenienza, invece, il consumatore, rischia sempre di pagare per qualcosa di diverso, sprecando così denaro e qualità del prodotto. Terzo vantaggio: certificare il paese della mungitura e della trasformazione, significa dare un colpo secco all’industria, purtroppo, sempre molto attiva, delle contraffazioni dell’agroalimentare.  Nell’Italia dove secondo i calcoli della Coldiretti le contraffazioni alimentari valgono un giro d’affari di un miliardo e cento milioni di euro l’anno.

Un Paese dove pensi di comprare la mozzarella campana doc, e invece rischi di ritrovarti a tavola con i bocconcini preparati con il latte dei paesi dell’Europa dell’Est o, peggio, con la melanina cinese, e dove un terzo del grano per produrre la pasta proviene dal Canada.

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NORMATIVA ETICHETTE ALIMENTARI

Tra l’altro, sulla base di norme già entrate pienamente in vigore, le nuove etichette dovranno essere più grandi e più visibili. La misura della scritta sarà proporzionale a quella confezione, e comunque non inferiore a 1,2 millimetri. Sono anche obbligatorie le informazioni sulla provenienza delle carni suine, avicole, ovine e caprine, con il luogo della macellazione, e dei pesci, per i quali bisogna indicare la località della pesca.

NUOVE REGOLE ETICHETTATURA PRODOTTI –

Dopo le etichette formaggi e latte, prima o poi bisognerà passare anche alle etichette che certificano con chiarezza provenienza e lavorazione del grano e della pasta, un settore dove spesso i produttori dell’alimentare made in Italy devono fare i conti con i cloni degli alimenti italiani. Quei cloni che arrivano dalle grandi multinazionali (provate a capire dove sono realizzati i cereali per la prima colazione: impossibile) che fanno concorrenza sleale ai piccoli produttori locali.

COME SCONFIGGERE L’INDUSTRIA DELLE CONTRAFFAZIONI:

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