Un milione di specie animali e vegetali sono a rischio estinzione

I dati degli studi IPBES (Nazioni Unite): in pericolo il 27 per cento dei mammiferi, il 21 per cento degli uccelli, il 36 per cento degli anfibi. Tra le cause principali la crisi climatica

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Quante sono le specie animali e vegetali a rischio nel pianeta? E quali sono le principali cause dei pericoli che di fatto rendono irraggiungibile l’obiettivo numero 15 dell’Agenda Onu 2030 per lo Sviluppo sostenibile (si intitola Vita sulla Terra e recitaProteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre)? Tra le tante indagini scientifiche, le più complete e attendibili arrivano dai rapporti pubblicati dalla IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services), ovvero la Piattaforma Intergovernativa sulla Biodiversità e i Servizi Ecosistemici, che di fatto fa capo alle Nazioni Unite. Tra i compiti principali dell’IPBES c’è appunto la valutazione scientifica dello stato della biodiversità del pianeta e l’analisi dell’impatto dei cambiamenti ambientali, a partire dalla crisi climatica, sugli ecosistemi.

Stando ai più recenti studi dell’IPBES circa 1 milione di specie su 8 milioni (comprese molte non ancora catalogate) rischiano l’estinzione e il tasso di estinzione è oggi decine o centinaia di volte più alto rispetto alla media degli ultimi 10 milioni di anni e ci stiamo avvicinando a passi da gigante alla  sesta estinzione di massa nella storia della Terra, la prima per mano dell’uomo.

Le cause del rischio estinzione di animali e piante

Le principali cause identificate dagli scienziati che lavorano all’aggiornamento della piattaforma planetaria sulla biodiversità, ci sono:
 
  • L’uso del suolo (deforestazione, agricoltura intensiva, urbanizzazione)
  • Lo sfruttamento diretto degli organismi (caccia, e pesca intensiva ed eccessiva)
  • La crisi climatica
  • L’inquinamento
  • Le specie invasive introdotte dall’uomo

L’elemento che unisce le cause più significative alle origine del rischio estinzione di 1 milione di specie animali e vegetali è la mano dell’uomo: i pericoli per l’ecosistema e per la biodiversità arrivano dagli esseri umani e dai loro comportamenti, non da fenomeni naturali. E ciò significa che potrebbero essere almeno ridotti se non annullati. L’ISBES avverte che oltre 500mila specie hanno habitat insufficienti alla loro sopravvivenza, il 75 per cento dell’ambiente terrestre e il 66 per cento dell’ambiente marino sono “gravemente alterati” dall’uomo e la biomassa dei mammiferi selvatici è diminuita dell’82 per cento.

Le specie più a rischio

I pericoli maggiori riguardano:

  • Il 27 per cento dei mammiferi
  • Il 21 per cento degli uccelli
  • Il  36 per cento degli anfibi
  • Il 33 per cento dei coralli  costruttori di barriera
  • Il 10 per cento degli insetti, tra i quali alcuni impollinatori, come le api
  • Il 12 per cento delle specie di alberi
  • Molte piante selvatiche, come cactus, cicadee e orchidee.

Specie a rischio in Italia

L’Italia è uno dei paesi al mondo più coinvolti dal ciclone dei rischi di estinzione delle specie animali e vegetali, anche perché è una delle nazioni con il più alto livello di biodiversità sia per quanto riguarda la fauna sia per la flora. Queste sono alcune specie particolarmente vicine all’estinzione in Italia:

  • La Pinna nobilis: una grande nacchera marina considerata criticamente in pericolo e minacciata dal protozoo Haplosporidium pinnae, che ha decimato circa il 95 % delle popolazioni del Mediterraneo.
  • La Rana agile italiana (Rana latastei): colpita dalla  frammentazione dell’habitat, dalla perdita di biodiversità genetica, dall’inquinamento e in particolare dalle microplastiche, dai predatori invasivi come la rana toro americana e il gambero.
  • Il Plecotus sardus (orecchione sardo): pipistrello endemico della Sardegna, considerato criticamente in pericolo a causa della crisi climatica, dei frequenti incendi e della competizione per i siti di rifugio.
  • L’Anguilla europea: una specie fortemente sovrasfruttata nei fiumi e lagune italiane, in particolare nel Delta del Po. Oggi la popolazione è meno dell’1 % di quella degli anni Sessanta, a causa di dighe, bonifiche e pesca eccessiva.
  • Le orchidee selvatiche:  alcune specie, come il Cypripedium calceolus, sono seriamente minacciate.

Tutti i 17 obiettivi per lo Sviluppo sostenibile scolpiti nell’Agenda Onu 2030 sono diventati irraggiungibili: in questo libro il racconto, i principali colpevoli e i dati del declino.

Il Mito infranto copertina

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