La focena vaquita, il più piccolo delfino del mondo, sta scomparendo per mano dell’uomo

Ricercatori e biologi marini lanciano l'allarme: sono rimasti solo 9 esemplari. La colpa è delle reti utilizzate nella pesca, intensiva e illegale. Salvarla è una corsa contro il tempo.

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ESTINZIONE FOCENA

La sua fine sarebbe una sconfitta storica per l’uomo e per la natura, uno spreco enorme: scomparirebbe il più piccolo cetaceo del mondo. Le focene vaquitas, piccoli cetacei che vivono  nella parte settentrionale del Golfo della California, sono uno degli animali più a rischio del mondo.

Ne sono rimasti appena 19 esemplari, ma l’ultimo censimento ne ha contati appena 9. La loro totale e definitiva scomparsa viene prevista entro il 2020.

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VAQUITA A RISCHIO ESTINZIONE

La focena del Golfo di California, tassonomicamente chiamata Phocoena sinus, è il più piccolo delfino del pianeta, e gli esemplari riescono a malapena a raggiungere i 150 cm di lunghezza e i 50 kg di peso. Di tutte e sei le specie di focene, le vaquita sono le più piccole, riconoscibili per la forma simile a quella di un delfino, il muso prominente e gli occhi e la bocca contornati di nero.

Raramente la si avvista in acque più profonde di 30 metri, e ci sono poche segnalazioni di questo cetaceo in natura. Sembra che nuoti molto lentamente, è elusiva e tendenzialmente in grado di evitare le imbarcazioni di ogni genere. Emerge per respirare con un movimento lento e in avanti, che smuove appena la superficie dell’acqua, poi scompare. Riesce perfino ad adattare la frequenza cardiaca, con il solo respiro, alla profondità del mare che deve raggiungere. Immersione breve, battito veloce; immersione lunga, battito lento. Ma tanta intelligenza non basta alle focene per sopravvivere e per evitare l’estinzione.

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Esemplare di focena vaquita

PERCHÉ LA FOCENA RISCHIA DI SCOMPARIRE

La colpa dell’estinzione della piccola focena, è, nemmeno a dirlo, della mano dell’uomo, e della pesca illegale che coinvolge, però, tale specie solo accidentalmente. La focena vaquita, infatti, non è mai stata cacciata direttamente, bensì finisce impigliata nelle reti dei pescatori per via delle pratiche illegali di pesca e soprattutto per la vicinanza alle zone abitate dal totoaba, pesce simile al branzino che vive nel golfo della California, oggetto di pesca intensiva poiché, soprattutto in Cina e in Estremo Oriente, gli vengono attribuite proprietà terapeutiche. In Cina sono disposti a pagare dai 5000 dollari ai 9.500 dollari l’etto per la vescica di questo pesce, venduto su un fiorente mercato nero prezioso e redditizio, la cui pesca rappresenta una minaccia concreta per le focene.

Le responsabili, appunto sono le reti utilizzate per procacciarsi la cosiddetta “cocaina acquatica”. Si definiscono reti “da imbrocco” e sono reti fisse quasi invisibili spesso usate per la cattura di pesci di piccola taglia, illegali dal 2015, in cui le focene si impigliano spesso e volentieri.  I dati dell’associazione Sea Shepard parlano chiaro: in 3 anni sono morti 10 esemplari di focena in modo accidentale per colpa della pesca illegale.

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COME SALVARE LA FOCENA DALL’ESTINZIONE

Per salvare questo cetaceo occorre sicuramente una lotta contro il tempo. Occorre tenere gli ultimi esemplari al sicuro. Le soluzioni adottate sono state diverse, spaziando dall’intervento umano a quello di altri delfini. La Marina americana, aveva addirittura pensato di far “scendere in campo” dei delfini addestrati impiegati per la ricerca degli ultimi esemplari rimasti, in modo tale da catturarne alcuni e metterli al sicuro fino a quando sarà debellata la pesca illegale. In Messico, invece, il Ministero dell’Agricoltura e della Pesca aveva presentato un piano da 37 milioni di dollari (circa 30 milioni di euro) al fine di bandire la pesca nella maggior parte delle acque del mar di Cortez. Alla campagna aveva partecipato, come testimonial, anche Leonardo Di Caprio, spesso impegnato in battaglie ambientaliste.
Oggi a salvare la vaquita sono soprattutto gli attivisti di Sea Shepard, che continuano a presidiare quel tratto di mare cercando di tenere al sicuro gli esemplari, ma certo questo piccolo cetaceo è a rischio estinzione se i governi non attueranno pratiche di repressione efficaci della pesca illegale.

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